Pistoia

Ma che valore ha il lavoro culturale?

Testo: Elena Mazzoni Wagner | Foto: Rachele Salvioli e Francesco Poli

Tre anni di #BorgoMuseo! Il progetto di rigenerazione a base culturale ideato e curato da CCT-SeeCity per la Pro Loco di Castagno, in un articolo per riflettere sul valore sociale ed economico del lavoro culturale. Buona lettura, CdP staff

Oggi a Castagno di Piteccio si possono contare ben 66 opere d’arte. Per contarle tutte è necessario guardarsi bene attorno, e da cielo a terra: alcune si affacciano alle finestre, altre si nascondono tra i cespugli, altre ancora ti sorprendono dietro l’angolo o si fanno notare solo se fai molta attenzione a dove metti i piedi!

Per “leggerle”, conoscerne l’artista e la sua relazione con Castagno, da dicembre 2021 è possibile accedere all’Archivio Digitale su www.castagnodipiteccio.it tramite il QR code presente su ogni targhetta e collegato alla scheda dell’opera. Che senso ha la collezione di un museo se le sue opere non sono fruibili, studiate, conservate, raccontate, condivise, vissute? Castagno di Piteccio, il Borgo Museo di Pistoia, ha quindi messo a disposizione di chiunque e ovunque il suo patrimonio artistico, con il desiderio di creare attorno a sé una comunità glocale ancora più ampia e partecipe, e la consapevolezza di lasciare uno strumento prezioso a chi in futuro vorrà continuare a prendersi cura di questo Museo all’aperto e diffuso, che oggi è un po’ più di tuttə!

Dal libro guida al festival

Tre anni fa, Castagno di Piteccio andava online e diventava social! Ma il lavoro di CCT-SeeCity (guidezine: www.cct-seecity.com | studio: www.cct.world) per la Pro Loco di Castagno è iniziato prima (nel 2017/2018) partendo dallo studio del territorio e nello specifico da una tesi di laurea diventata un progetto editoriale. L’intento, quello di cercare, raccogliere ed evidenziare le risorse esistenti ma sino ad allora trascurate, sottoutilizzate o ignorate, per creare una trama nuova e fertile, una rete interconnessa di segni e storie, tracce e percorsi. L’analisi è stata tradotta in un prodotto editoriale prendendo spunto dal concetto di atlante: partire da un rilevamento storico e geografico, osservare il paesaggio dall'alto, individuarne significati contemporanei; allo stesso tempo, interagire con il luogo attraverso visite ed escursioni, ricerche e documentazioni, incontri e interviste agli abitanti. È nato così un libro che rivela il borgo museo di Pistoia proponendosi come mediazione creativa, come guida per chi vuole/deve prendersi cura del territorio, per una valorizzazione strategica del paese e lo sviluppo di un turismo lento. Ma anche, naturalmente, per chi ha la semplice curiosità di avvicinarsi in qualità di cittadino o viaggiatore. Da qui, dal Libro Guida ‘Castagno di Piteccio - Il borgo museo di Pistoia’, realizzato da Erika Mazzoni Wagner e pubblicato da CCT-SeeCity, il CdP staff (gruppo di lavoro coordinato da CCT) ha iniziato a pianificare e sviluppare sia la comunicazione (in particolare la narrazione digitale) che la progettazione culturale. Così, il 19 febbraio 2019, Castagno di Piteccio è andato online con un sito web, è diventato social con una pagina Facebook, un gruppo Facebook, un profilo Instagram e due hashtags di riferimento: #CastagnoDiPiteccio e #BorgoMuseo. Per la stagione eventi, CCT ha invece ideato e organizzato una serie di attività raccolte in tre format principali: Castagno di Maggio – percorsi lenti; Borgo Museo Festival; Residenza d’Artista.

Ed ecco che è nato un nuovo centro culturale per chi ama l’arte e la natura, in grado di avvicinare la città alla montagna e viceversa, ecco il Borgo Museo di Pistoia.

La valorizzazione del territorio ed il valore del lavoro culturale

Secondo l’art. 6 del Codice dei Beni Culturali del 2004, la valorizzazione “consiste nell’esercizio delle funzioni e nella disciplina delle attività dirette a promuovere la conoscenza del patrimonio culturale e ad assicurare le migliori condizioni di utilizzazione e fruizione pubblica del patrimonio stesso”. Come spiega Mi Riconosci? nel libro Oltre la grande bellezza. Il lavoro nel patrimonio culturale italiano, “secondo il Codice e l’intera tradizione legislativa italiana, i beni culturali sono considerati tali non perché belli oppure utili economicamente, ma perché servono a preservare la memoria e a testimoniare il passaggio dell’uomo sulla Terra con l’obiettivo di creare così un’identità condivisa. Ogni testimonianza culturale, avente valore di civiltà, per continuare a raccontare alle future generazioni la propria storia deve essere viva e vissuta. La testimonianza rimane viva se tutelata e, di conseguenza, riesce a comunicare la sua storia se è anzitutto resa fruibile e in secondo luogo valorizzata.”

In tre anni di lavoro, CCT-SeeCity ha fatto riscoprire alla città di Pistoia l’esistenza di un Borgo Museo nel proprio comune. Nel 2017, Pistoia Capitale Italiana della Cultura, nessuno ha visitato Castagno di Piteccio. Nessuno sapeva o si ricordava del suo Museo all’aperto. Poi cos’è successo? CCT ha iniziato a raccontarlo e così a farlo conoscere a cittadini e viaggiatori. Ha costruito un’identità territoriale e attorno a questa una comunità glocale. In tre anni, il sito web di Castagno ha ricevuto oltre 27.300 visite (≈25 al giorno) da tutta Italia (62,5%) e dal resto del Mondo. La I edizione del Borgo Museo Festival, nel 2019, ha registrato oltre 700 persone in 1 solo giorno. Poi la pandemia ma CCT non ha smesso di lavorare e la II edizione, nel 2021, è stata un successo di 4 giorni. Oggi, per testate nazionali come Sky TG24, Castagno è tra i paesi dipinti d’Italia; il Borgo Museo è caso studio in un manuale di Marketing per Eventi Culturali; lə Castagnolə si danno appuntamento su WhatsApp per riparare steccati o brindare insieme sotto l’albero di Natale.

Con il lavoro culturale, CCT-SeeCity ha acceso una nuova consapevolezza collettiva che si è trasformata in partecipazione, attivando dinamiche virtuose promosse anche dal basso, come nel caso del restauro, ad esempio. In tre anni, 18 opere d’arte sono diventate oggetto di restauro. Allo stesso tempo, attraverso la Call for Artists, sono state raccolte oltre 260 candidature da tutto il mondo e così la collezione è cresciuta da 42 a 66 opere, in parte col progetto di Residenza (che in due edizioni ha coinvolto 12 artistə internazionali) e in parte con donazioni. Nel frattempo, il numero delle artiste donne presenti con un’opera è cresciuto da 2 a 15. E proprio grazie alla scultura di una artista (o meglio di una scoperta a riguardo), il Borgo Museo è stato il primo (e forse è ancora l’unico) museo nel Comune di Pistoia ad aver aderito alla rete Uffizi Diffusi: durante la ricerca per la schedatura, si è scoperto che il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie degli Uffizi conserva il disegno preparatorio de L'Unione di Diana Baylon realizzata per il Museo all'aperto di Castagno nel 1977. Questo il motivo della visita del Direttore Eike Schmidt in occasione del Borgo Museo Festival 2021.

In soli tre anni e con una pandemia nel mezzo, questo borgo dimenticato è diventato amato in Italia e all’estero. Non è solo un caso se: nell’ultimo anno sono stati venduti almeno tre immobili in paese, di cui due con importanti dimensioni, presto appartamenti da abitare o affittare; alla mail arrivano richieste di chi cerca alloggio per trascorrerci la prossima estate oppure consigli su cosa visitare nei dintorni durante il soggiorno già fissato per Capodanno; l’Assessorato al Turismo auspica l’apertura di un bar/ristorante; a ottobre 2021, il Comune di Pistoia ha partecipato a Buy Tuscany, l’evento organizzato da Regione Toscana e Toscana Promozione Turistica, proponendo tra le esperienze del proprio territorio anche il Borgo Museo e ottenendo l’interesse di almeno una decina di buyers da tutto il mondo. [Bene MA che il turismo sia lento, in armonia con l’ambiente e la comunità abitante. E che il valore collettivo di un bene comune non finisca ai privati.]

Non è forse solo un caso se da quest’anno 2022, ovvero dalla XIII edizione, i Dialoghi sull’Uomo si chiameranno Dialoghi di Pistoia: nel 2019 e 2021, il Borgo Museo Festival ha promosso i Dialoghi sulla Donna proprio in risposta ai Dialoghi cittadini, invitando professioniste di vari ambiti (dall’antropologia alla sociolinguistica, dall’arte alla narrazione, dalla giurisprudenza alla demografia, dalla biologia alla filosofia, etc…) a confrontarsi col pubblico su temi fondamentali per la costruzione di una società più femminista intersezionale, dunque più giusta, accogliente e inclusiva, in cui le differenze possano convivere in pace. “Piccole semine che poi germogliano rigorose in tutto il territorio. Grazie, Carolina” – ha commentato in merito una cittadina, ringraziando per il lavoro culturale di CCT-SeeCity al Borgo Museo.

Ma che valore ha il lavoro culturale? Come racconta perfettamente Mi Riconosci? nel libro già citato, il lavoro nel patrimonio culturale italiano non è riconosciuto. In Italia, per la società e per la politica, non è una cosa seria. Infatti, la gestione dei beni culturali si basa su sfruttamento e volontariato. Serve un cambiamento radicale. Serve riconoscere il valore sociale ed economico del lavoro culturale. Prima dei “grandi attrattori culturali” tanto cari a PNRR e MiC, serve investire su risorse umane competenti per valorizzare cultura e territorio, creare comunità e cittadinanza. Chiunque abbia il dovere e privilegio di decidere, scelga di valorizzare il lavoro professionale che si prende cura del nostro patrimonio culturale ovvero del bene e benessere comune.

“Il patrimonio culturale è il luogo dei diritti fondamentali della persona, uno spazio che non può piegarsi alla logica del profitto, perché deve servire i cittadini.” - Mi Riconosci?

“Il patrimonio culturale è la parte più pregiata dello spazio pubblico, cioè dello spazio dove non si è né sudditi, né clienti, né consumatori, bensì cittadini.” - Tomaso Montanari

E per te, cos’è il patrimonio culturale?

Le nuove opere d'arte nel Borgo Museo di Pistoia, 2021 - Foto & Video

A due anni di distanza dalla prima Residenza d’Artista, quest’estate 2021 Castagno di Piteccio ha nuovamente ospitato sei artistə internazionalə, selezionatə dal Comitato Scientifico del Borgo Museo su oltre 110 candidature raccolte da tutto il mondo attraverso la CALL for Artists.

LE FOTO

Abbiamo inaugurato le loro opere il 18 e 19 settembre, con due giornate di percorsi lenti tra arte e natura che vi abbiamo già raccontato in una bellissima fotogallery a cura di Rachele Salvioli pubblicata sul sito all’interno dell’articolo intitolato “Castagno di Piteccio, da museo all'aperto a museo diffuso!”.

Clicca qui per sfogliare la fotogallery completa

IL VIDEO

Qui di seguito invece ricordiamo l’inaugurazione e quindi l’evento conclusivo della Residenza d’Artista 2021 con 2 minuti e 45 secondi di video realizzato dal nostro Patrizio Piscitelli, una breve sintesi con la quale ci auguriamo di incuriosirvi e invitarvi tuttə a venire, tornare, ritornare a visitare il Borgo Museo di Pistoia!

LE SCHEDE

Intanto, sempre online, potete fare la conoscenza di Bianca Lugmayr (Austria), Christina Gschwantner (Austria), Davide Tagliabue (Italia), Nina Urlichs (Germania), Victoria DeBlassie & Connor Maley (Stati Uniti d’America) leggendo sul nostro sito le schede in cui per ogni artista trovate una sintesi de La vita - La poetica - L’opera a Castagno:

(A questo proposito, vi anticipiamo che stiamo completando il lavoro di schedatura per tutte le opere del Borgo Museo, altro progetto che vi presenteremo prossimamente!)


IL PROGETTO

La Residenza d’Artista 2021 (alla seconda edizione e come la prima) è a cura di CCT-SeeCity per la Pro Loco di Castagno, realizzato con il contributo della Fondazione Caript nell’ambito del bando Per la cultura #iorestoattivo 2021 e patrocinato dal Comune di Pistoia

Per l’ospitalità e l’accoglienza, la disponibilità e la collaborazione, si ringraziano di cuore lə Castagnolə ovvero lə abitanti di Castagno! 

CdP staff

www.castagnodipiteccio.it 

Una recensione a sorpresa!

Qualche giorno fa, la redazione di CCT-SeeCity ha ricevuto una mail con oggetto “Castagno” e il seguente messaggio:

Salve, mi sono imbattuta per caso nella vostra "guida" di Castagno di Piteccio. Mi è piaciuto molto il progetto grafico e l'approccio originale. Mi sono fatta guidare nella lettura dalle storie che avete raccontato e ne è uscita una sorta di recensione, ve la invio. Complimenti, Maria Camilla

In allegato c’era quindi la spontanea e accurata recensione di Maria Camilla Pagnini che pubblichiamo sul nostro sito (qui di seguito) con vera gioia e gratitudine, per condividerla con tutti/e voi!

ATTENZIONE! Ne approfittiamo per ricordare che è sempre possibile ordinare una copia del Libro Guida “Castagno di Piteccio - il borgo museo di Pistoia” inviando una mail a castagnodipiteccio@gmai.com.

GRAZIE di cuore Maria Camilla e buona lettura a tutti/e! CdP staff


Castagno di Piteccio. Il borgo museo di Pistoia

Erika Mazzoni Wagner
F.to 18x 13 cm, ill. pp. 155 con quattro mappe piegate, CCT-SeeCity Guidebook, 2019

La scelta di comunicare l'essenza di un borgo di montagna, quale Castagno di Piteccio, stazione climatica sita a 500m sul livello del mare, come ricorda l'immagine di chiusura del volume, è una scelta coraggiosa. Lo scopo dichiarato del lavoro è quello di costruire uno storytelling che vada oltre la narrazione, alla ricerca di risorse naturalistiche, culturali e ambientali da connettere per “creare una trama nuova (...) una rete interconnessa di segni e storie” di un piccolo paese che ha come dimensione caratteristica quella del silenzio. Nella prefazione (pp. 9-11) l'autrice propone il volume come una “mediazione creativa” capace di rivelare il borgo-museo; non si tratta quindi di una guida turistica in senso tradizionale, si propone già nel formato, che ricorda quello medium della moleskine come supporto personale di un ipotetico visitatore che lo porti in tasca, camminando tra le stradine lastricate del paese, in cerca di stati d'animo.

Superata brillantemente la dimensione erudita che molto spesso è il fine di questo tipo di pubblicazioni, Erika Mazzoni Wagner stabilisce i capisaldi della storia urbanistica (pp. 13-70) del paese di Castagno le cui case sono state arricchite nel tempo da opere d'arte affidate a molti artisti tra cui Antonio Bueno, Fabio de Poli, Jorio Vivarelli, per farsi guidare anche attraverso i percorsi storici verso i luoghi notevoli attorno ai quali si è addensata la storia del Borgo: il castello, la chiesa, le abitazioni dei carbonai e dei taglialegna e il tratto della ferrovia costruita nel XIX secolo per attraversare l'Appennino e unire Pistoia a Bologna.

Il contrappunto di questo racconto sono mappe, fotografie, grafici e citazioni tratte da narrazioni storiche che l'autrice ha selezionato anche per il loro sapore di testimonianza facendole assurgere al ruolo di illustrazioni grazie anche al progetto grafico che ne fa delle icone. La costruzione della stazione ferroviaria del Castagno (1960) e l'istituzione del “Premio Castagno nazionale di pittura” (1971) sono due momenti descritti come fondanti nella storia recente del Borgo. Le tappe del Premio e le opere realizzate dagli artisti in vari luoghi del paese (12 affreschi e 30 sculture) sono ripercorse nella loro scansione temporale e contrappuntate da una rassegna stampa che assume essa stessa valore grafico.

La lettura del territorio e della popolazione, unita alle istanze di valorizzazione e promozione del Borgo sono articolate in quattro percorsi tematici e costituiscono la sostanza delle mappe a corredo della pubblicazione. Arte, natura, archeologia industriale, vicinanza con il centro di Pistoia sono i focus scelti per “orientare l'identificazione (del visitatore), per riuscire a stabilire una relazione con l'ambiente circostante”. La seconda parte del volumetto è costituita dall'Atlante (pp. 108-128) e dalle note fotografiche, oltre quaranta immagini che compongono una cospicua parte del lavoro e sono utili all'interpretazione dell'architettura del paesaggio. Erika Mazzoni Wagner ha scelto di illustrare percorsi d'acqua o viabilità di sapore certamente non “caratteristico”, ha proposto immagini in rigoroso bianco e nero dando una personalissima lettura di manufatti ed edifici appartenenti ad epoche assai diverse che costituiscono un paese che è “diventato tela di artisti”.

M. Camilla Pagnini


Inaugurazione delle nuove opere d'arte nel #BorgoMuseo di Pistoia!

Due giornate di percorsi lenti tra arte e natura al Borgo Museo di Pistoia, sabato 18 e domenica 19 settembre, per inaugurare insieme agli artisti e alle artiste in residenza le nuove opere realizzate a Castagno di Piteccio quest’estate.

E così il Museo all’aperto fondato nel 1975 da Tommaso Paloscia - che di recente ha fatto innamorare pure il Direttore degli Uffizi Eike Schmidt (in visita durante il Borgo Museo Festival 2021 per il sopralluogo dovuto al progetto Uffizi Diffusi) - continua ad arricchire la sua collezione ed impreziosire il territorio attraverso un lavoro di progettazione e rigenerazione a base culturale avviato da CCT-SeeCity nel 2019.

Durante la seconda “Call for Artists”, nel 2020 sono state raccolte oltre 110 candidature da tutto il mondo e dopo un’attenta valutazione il Comitato Scientifico del Borgo Museo ha selezionato 6 candidati/e per la Residenza d’Artista 2021 che si conclude con l’evento di questo fine settimana.

Ed ecco gli artisti e le artiste della Residenza 2021:

Con le loro nuove opere, il Museo all’aperto di Castagno conferma la volontà di divenire un museo anche diffuso creando percorsi d’arte che escono dal borgo e conducono fuori “le mura” del paese, verso Casa Paloscia o la Stazione, ad esempio, verso i sentieri nel bosco, in direzione dei paesi attorno: pietre dorate che diventano tracce di un altro cammino, tende di lino ricamate che segnano un passaggio diverso, storie incise su legno e foglie che si fanno poesia, alberi che raccontano la complessa relazione tra natura e umanità.

Il progetto di Residenza d’Artista 2021 (alla seconda edizione e come la prima) è a cura di CCT-SeeCity per la Pro Loco di Castagno, realizzato con il contributo della Fondazione Caript nell’ambito del bando Per la cultura #iorestoattivo 2021 e patrocinato dal Comune di Pistoia.

Per l’ospitalità e l’accoglienza, la disponibilità e la collaborazione, si ringraziano di cuore i/le Castagnoli/e ovvero gli/le abitanti di Castagno!

Residenza d'Artista 2021 - inaugurazione nuove opere - FB.jpg

Qui il programma delle due giornate d’inaugurazione (che trovate anche alla pagina dell’evento):

Sabato 18 Settembre 2021

dalle 17.00 alle 21.00

  • 17.00 - Visita guidata alle nuove opere del Borgo Museo insieme a l* artist* in residenza. Ritrovo alla Pro Loco. Consiglio: scarpe comode! Libera donazione.

  • 19.00 - Apericena lento: drink e tapas alla castagnola nel Giardino degli Ulivi, Pro Loco. 15 euro.

Domenica 19 Settembre 2021

dalle 13.00 alle 22.00

  • 13.00 - Tortellata! Menù: tortelli alla castagnola + acqua + vino + dolcetto e caffè. 15 euro.

  • 15.30 - Visita guidata alle nuove opere del Borgo Museo insieme a l* artist* in residenza. A cura di OltrePistoia. Ritrovo alla Pro Loco. Consiglio: scarpe comode! Libera donazione.

  • 18.00 - Presentazione del Libro ‘Oltre la grande bellezza. Il lavoro nel patrimonio culturale italiano’ di Mi Riconosci? presso la Pro Loco. Ingresso libero.

  • 19.30 - Apericena lento: drink e tapas alla castagnola nel Giardino degli Ulivi, Pro Loco. 15 euro.

  • 21.00 - Visita guidata al Borgo Museo, a lume di lanterna! Con le lanternine fatte a mano da Il Castagno Vecchio. Libera donazione.

Presso la Pro Loco, ancora visitabile ‘Sisino, il Maigret delle tele’ ovvero la mostra biografica su Tommaso Paloscia, fondatore del Museo all’aperto di Castagno. A cura di Ilenia Vecchio, in collaborazione con Simonetta Paloscia. Ingresso libero.

Per info e prenotazioni:

  • castagnodipiteccio@gmail.com

  • +39 334 2580342 (Pro Loco)

  • +39 366 9777735 (Borgo Museo)

  • Evento: BorgoMuseoNuoveOpere2021

  • www.castagnodipiteccio.it

Vi aspettiamo! CdP staff

Residenza d'Artista 2021

🎨 “Che UTOPIA! - ci han detto. - Anche con questa pandemia nel mezzo, volete invitare artistə da tutto il mondo a Castagno? Ahahah” …Intanto noi non abbiamo mai smesso di sognare e lavorare, progettare e creare, e adesso siam qui a presentarvi la Residenza d’Artista 2021!

💚 ATTRAVERSO LA ”CALL FOR ARTISTS”, NEL 2020 ABBIAMO RACCOLTO OLTRE 110 CANDIDATURE DA TUTTO IL MONDO e vogliamo ancora una volta ringraziare di cuore tuttə lə partecipantə! La difficile selezione è avvenuta grazie al Comitato Scientifico del Borgo Museo composto da: Angela Palandri, consulente museale, abitante castagnola; Carmen Schipilliti, curatrice d’arte e gallerista presso Post Industrial Atelier a Pistoia; Ilenia Vecchio, storica dell’arte e operatrice museale (CdP staff); Lucrezia Giordano, storica dell’arte, castagnola; Sarah Manca, restauratrice, abitante castagnola.

🌿 ED ECCO LƏ ARTISTƏ SELEZIONATƏ CHE HANNO CONFERMATO LA PARTECIPAZIONE (alcunə già arrivatə, altrə in arrivo):

🌳 La Residenza d’Artista 2021 ha luogo a Castagno di Piteccio. Le nuove opere del #BorgoMuseo di Pistoia saranno inaugurate nelle due giornate di Sabato 18 e Domenica 19 Settembre con varie attività… Presto annunceremo il programma, intanto segnate le date in agenda!

🌈 Questo progetto (alla seconda edizione) è a cura di CCT-SeeCity per la Pro Loco di #Castagno, realizzato con il contributo della Fondazione Caript nell’ambito del bando Per la cultura #iorestoattivo 2021 e patrocinato dal Comune di Pistoia. Per l’ospitalità e l’accoglienza, la disponibilità e la collaborazione, si ringraziano lə Castagnolə ovvero lə Abitantə di Castagno!

🌰 CdP staff

Residenza d'Artista 2021 - Borgo Museo di Pistoia.jpg

Su e Giù per le “stanze” del Castagno - piccola guida emozionale

“SA’ ‘I CHE’?! c’è proprio bello qui al CASTAGNO” - si legge in una pagina di questa piccola guida emozionale che Cristina Rocchetta ha pubblicato nel 2008 e che oggi condivide qui, con tutte le persone che amano questo minuscolo immenso territorio.

Castagno di Piteccio ovvero “Il Castagno”, l’antico borgo arroccato su una dorsale della valle dell’Ombrone che prende il nome dai verdi castagni secolari che lo circondano, è lo scrigno che racchiuderà per sempre con dolci ricordi d’infanzia, parte di me.

Un libro realizzato frugando tra i ricordi di quando era bambina, poi ragazza, poi donna; un racconto fatto di sensazioni, dedicato ai suoi nonni e ai suoi genitori, e agli abitanti del Castagno “presenti e passati, che hanno saputo custodire l’anima di questi luoghi.” Sessanta pagine di pensieri e immagini che rievocano poetiche suggestioni che momenti trascorsi al Castagno - rifugio delle sue estati d’infanzia e adolescenza - hanno impresso nella memoria dell’autrice.

...ricordo il nascondino dietro i muri del Castagno, guardando le nuvole nel cielo, unico indizio del giorno che passava.

Un viaggio intimo che può essere quello di tutti/e, una storia che ci fa camminare per il borgo, su e giù, tra luoghi che sono stanze di ricordi mappate in una vera e propria piantina, stanze descritte con leggerezza e intensità insieme, con parole a volte in corsivo in quanto termini o espressioni della parlata locale, della montagna pistoiese. Le fotografie, alcune a colori, altre in bianco e nero, e i disegni, acquerelli o schizzi a china, illustrano stati dell’anima: in chi legge, possono svegliare emozioni e provocare nostalgia ma anche accendere nuovi desideri e avvicinare ad un mondo così, così come Castagno sa essere.

Un viaggio nella memoria più segreta, alla ricerca di un rapporto con le cose del mondo, fin dentro al silenzio dell’acqua, sino a fondere l’anima con il pensiero.


Qui per voi, da parte di Cristina, la sua piccola guida emozionale su Castagno, gratuitamente scaricabile (in formato pdf) con un semplice clic:

Buona lettura, o meglio, buon viaggio! CdP staff

Nota - Nella foto di copertina: scorcio di Castagno, acquerello di Cristina Rocchetta. Testi, foto ed impaginazione grafica di Cristina Rocchetta, finito di stampare nel luglio 2008


Cristina Rocchetta nasce a Bologna, laureata in architettura a Firenze, vive da qualche anno a Cesenatico. È autrice di varie pubblicazioni come La Certosa di Bologna, immortalità della memoria - Editrice Compositori (1998), coautrice di testi e fotografie in La Certosa di Bologna - Editrice Compositori (2001) e autrice di Ziznàtich ad cióta e ad cióra - Cesenatico (2006). Nel 2008 ha raccontato Castagno di Piteccio in una piccola guida emozionale: Su e Giù per le “stanze” del Castagno, da oggi gratuitamente scaricabile in formato pdf su www.castagnodipiteccio.it

Vero Novembre: fame di tonno, stelline e desideri che diventano realtà

Testo: Elena Mazzoni Wagner - Foto: Riccardo Boccardi, Rachele Salvioli, Elena Mazzoni Wagner, Archivio Luca Alinari, Archivio Tommaso Paloscia, Michela Pomposi e Sarah Manca

11. Novembre – Luca Alinari - 2020 - Vero Novembre.jpg

Il Borgo Museo ha vissuto il restauro di ben 4 opere d’arte negli ultimi due anni (2019-2020), ovvero da quando la Pro Loco Castagno ha iniziato un percorso (insieme a CCT-SeeCity e col contributo del Comune di Pistoia) per la rigenerazione del territorio a base culturale. Grazie ad una volontà condivisa ed interventi nati dal basso, sono tornate a splendere: i tre affreschi Settembre di Antonio Bueno (pulitura di Sarah Manca, abitante e restauratrice), Ottobre di Fabio De Poli (restauro dello stesso artista), Novembre di Luca Alinari (rifacimento di Sarah Manca) e la scultura Amor filiale di Pietro Cioni (restauro di Riccardo Bisconti, abitante e socio della Pro Loco).

Il desiderio comune di restaurare le opere d’arte del Museo all’aperto di Castagno, fondato nel 1975 da Tommaso Paloscia, si è fatto azione collaborativa e questa è stata premiata: la Pro Loco ha appena vinto il bando “Restauro del patrimonio artistico 2020” promosso dalla Fondazione Caript e dunque, nel corso del 2021, altre 14 opere ritroveranno tutta la loro bellezza grazie al contributo della Fondazione e al co-finanziamento del Comune.

Novembre (1975) di Luca Alinari prima e dopo il restauro di Sarah Manca (agosto 2020). Foto di Riccardo Boccardi

Intanto celebriamo la notizia con una storia che sembra una favola ma che è vera come è “vero novembre”: la storia di un dipinto firmato nel 1975 da un giovane pittore chiamato Luca Alinari (Firenze, 1943 – Firenze, 2019) e intitolato come il mese che doveva raffigurare - Novembre - per il ciclo di affreschi che ha costituito il primo nucleo del Museo all’aperto di Castagno. Un dipinto realizzato con una tecnica poco resistente agli agenti atmosferici, presto quasi scomparso e rimasto per anni praticamente invisibile… fino a quest’estate, agosto 2020, quando è tornato a vivere di colori e disegni dopo il lavoro appassionato e professionale di Sarah Manca (restauratrice che il destino ha voluto si trasferisse, qualche anno fa, nella cosiddetta “Casa delle Fate” a Castagno, proprio accanto a Novembre), lavoro svolto con estrema cura e con affetto aiutato sin dalla fase di ricerca da Simonetta Paloscia, dalla famiglia Alinari e dai vicini di casa che si sono adoperati per dare il proprio contributo, prestando uno strumento, donando materiale, condividendo memorie, documentando con foto… Di seguito l’intervista a Sarah Manca integrata da alcuni preziosi ricordi di Ivana Alinari che svelano molto sull’enigmatica scritta nel dipinto che è finalmente tornato a brillare!

Sarah Manca e Novembre 2020 - Foto di Rachele Salvioli.

Sarah Manca e Novembre 2020 - Foto di Rachele Salvioli.

Vero, c’è di nuovo Novembre al Borgo Museo! Intervista a Sarah Manca, restauratrice e abitante di Castagno.

- Novembre era da tempo, ormai da molti anni, praticamente invisibile. L’opera del Borgo Museo in assoluto più difficile da restaurare. Sarah, come sei riuscita in questa impresa che sembrava impossibile?! Ed è più corretto definirla restauro, rifacimento o cos’altro?

Omaggio, un omaggio all’artista Luca Alinari. Mi sono ispirata ai suoi lavori o meglio a una serie, alle sue “stelline”, ma anche ai racconti dei paesani, di Simonetta Paloscia, della famiglia Alinari, delle persone che vivendo a Castagno o passando da qui avevano visto il suo affresco e più o meno se lo ricordavano o immaginavano in un certo modo... Ascoltando le loro storie, osservando con la lente d’ingrandimento alcune vecchie foto in bianco e nero, studiando i dettagli di alcuni suoi dipinti di quel periodo, ho compreso come potesse essere stato Novembre. Ovvio, non è una riproduzione identica. Di sicuro però racconta l’artista e ciò che questo luogo può avergli ispirato. Io vivo qui da poco, da qualche anno, e in questo contesto mi sono immaginata come il paese, la gente, gli amici, gli altri artisti… gli avessero potuto ispirare sensazioni e pensieri che lui ha messo qui dentro, in una costellazione di segni, simboli, disegni, minuscoli oggetti e misteriose parole. Io sono restauratrice e il mio lavoro consiste nel rispettare il più possibile l’idea originale dell’artista e nell’inventare il meno possibile. Attraverso la ricerca ho comunque ricavato la mia ispirazione.

- E poi da dove hai cominciato?

L’affresco era pieno di buchi, c’erano tante piccole lacune di materia, e da queste sono partita: come prima cosa ho pensato che dov’erano i buchi dovessero esserci state le famose goccioline di colla che lui era solito realizzare in una serie di quadri, una tecnica però non adatta all’esterno. - NOTA: Luca Alinari utilizzava per le sue “stelline” colla uhu, più brillante, quando voleva inglobarci qualcosa, e colla vinavil, più opaca, quando invece voleva poi lavorarci sopra. Nell’affresco Novembre, essendo questo all’aperto e quindi costantemente soggetto agli agenti atmosferici, purtroppo le sue stelline hanno resistito pochi anni e poi sono cadute a terra staccandosi dalla base e portando via con sé colori e pezzettini di materia. - Ho preso dunque un foglio di carta lucida, l’ho applicato sopra e ho ricalcato i punti da cui questa colla era caduta. Tolto il lucido, ho cercato una malta simile a quella originale, con sabbia silicea, un legante idoneo, e l’ho colorata un po’ con gli ossidi. Con questa sono andata a tappare tutti i buchi e a ricreare una superficie il più possibile omogenea. Poi, siccome sul resto della superficie, in alcune zone, c’era rimasto uno strato di bianco, sono intervenuta con una pittura che si chiama quarzite (un prodotto a base acrilica che si usa per pitturare i muri in quanto molto stabile a livello di consistenza e durabilità nel tempo): l’ho colorata e ci ho fatto una stesura molto acquarellata in modo che s’intravedesse sempre un po’ la superficie vecchia (tecnica che applico sempre quando intervengo sugli affreschi). Dopo aver così ricreato la superficie, ho subito intensificato con i colori e le matite le parti del dipinto originali ancora leggibili, pochissime, che erano fortunatamente rimaste e che ho salvato: i tratteggi a zig-e-zag in alto (che ho conservato dove integri e continuato ricollegando i vari segmenti); la scritta in stampatello FAME DI TONNO, che ho solo rafforzato, sempre in grafite; un pezzo di B e un pezzo di R di NOVEMBRE. Mentre l’aggettivo VERO è frutto di una ricerca fatta insieme a Michela Pomposi su una serie di vecchie fotografie in bianco e nero: con la lente d’ingrandimento siamo riuscite a carpire dettagli e particolari importanti. Infine ho ripreso il mio spolvero iniziale, l’ho riappoggiato sopra e ho tracciato così le stelline nei punti in cui avevo segnato i buchi.

Luca Alinari e le sue stelline.jpg

Stelline e colori

Quando scelgo un rosso, mi parla, mi dice “sono il tuo sangue”, e il rosa dice “sono il tuo sangue che affiora sulle tue guance”, e il giallo ti dice “sono il tuo sangue che sta morendo”, ammalato. Perché tutte le cose sono ammalate. I colori fra di loro fanno una guerra, per questo la pittura sembra la vita. Anche la pittura è sempre una guerra. Una guerra contro quello che sta per accadere.

Luca Alinari

- E per i disegni e colori come hai fatto?

Lui probabilmente aveva usato pennarelli mentre io ho usato il pennello e la quarzite colorata con gli ossidi. Mi sono creata tanti colori diversi, molto accessi, che poi mescolavo via via a seconda di quello che volevo disegnare... Per la scelta dei colori mi sono basata sia su una foto (inviatami da Simonetta Paloscia) di un dipinto di Luca Alinari fatto sempre in quegli anni, con uno sfondo bianco e tanti disegni e stelline come questo, sia su un quadro (prestatomi da Simonetta Paloscia) intitolato Colline ma in cui ci sono più stelle che altro. Mentre qui, come nel dipinto della foto, ci sono pure altri disegni, simboli astratti, fantasiosi, animalettini, spirali… Questa è una tecnica che lui ha ripetuto spesso per un certo periodo, in diversi quadri, cambiando magari il colore dello sfondo ma bene o male i piccoli disegni erano quasi sempre gli stessi: le stelle piene o vuote, i tratteggi a zig-e-zag, gli spermatozoi che io qui, a volte, ho trasformato in girini - l’inizio della vita! - o altri simboli ancora più strani che ho ripreso pari pari da quella foto. E poi dava una sottile tridimensionalità al quadro, attaccandoci tante piccole cose, oggettini che a volte inglobava nelle gocce di colla… E qui si apre una storia interessante: dai ricordi-racconti di alcuni abitanti come Luciano Gelli, Angela Palandri, Daniela Gelli e Massimiliano Brughitta, è emersa la storia che qui Luca Alinari avesse inserito alcuni pezzettini di tonno (sott’olio) all’interno delle goccioline… che poi staccandosi e cadendo, avevano lasciato persino segni di unto! Per ricreare l’idea del tonno, ho utilizzato rotolini di juta. Così nel dipinto c’è comunque questa memoria del paese: alcuni abitanti ne sono davvero convinti, altri sostengono invece sia solo una leggenda suggerita magari dall’enigmatica frase “FAME DI TONNO” alla quale, altra piccola curiosità, Ivano Gelli (fratello di Luciano) aveva risposto con un quadro intitolato “FAME DI SGOMBRO” - (che ha promesso di cercare in soffitta e se lo trova lo esporremo alla Pro Loco!).

- Questo dipinto è come un gioco.

Sì, e invita chiunque lo guardi a giocare, ad esempio: c’è un bottone, trovalo! Ci sono anche tanti fiorellini ma se non ti soffermi a cercarli non li vedi. E poi ci sono alcuni pesci. Anche due gamberoni, trovali! E dei piccoli coni, che lui disegnava spesso (ma non so cosa potessero significare). E poi la cosa divertente è che questi piccoli disegni e oggettini sono tra loro connessi, in qualche modo collegati, giocano tra loro, a volte si rincorrono: così possiamo leggerci dei percorsi e immaginare storie, ad esempio questa stellina cadente sopra il pesce che insegue quest’altra cosa perché se la vuole mangiare! È come guardare il cielo o il mare: per noi sono ambienti infiniti e misteriosi che stimolano la nostra immaginazione. Così fa questo dipinto, risveglia la nostra fantasia. I bambini e le bambine si divertono a indovinare dov’è questo-o-quello. Ma anche noi adulti ci possiamo giocare! Sopra alcuni disegni, ho poi attaccato slime colorati: cerchietti, anellini, perline, palline minuscole che mi ha regalato Greta (figlia di Sabrina, mie vicine di casa), oggettini che ho scelto ispirandomi ai simboli utilizzati da Alinari, e poi un po’ di glitter che invece mi ha dato Angela. Ho preso esempio dagli altri dipinti con le “stelline” e cercato di ricostruire questo nel modo che sentivo più verosimile. È la regola del restauro: inventarsi il meno possibile.

- Ma c’è comunque un dettaglio tutto tuo?

Sì, i due gamberoni! La mia risposta alla sua “fame di tonno”. E poi, ispirata dalla leggenda castagnola, i rotolini di juta con i quali ho voluto ricreare l’impressione che potrebbero aver dato i famosi pezzettini di tonno…

11. Novembre – Luca Alinari - 2020 - Vero Novembre.jpg

- Analizziamo invece il testo presente in questo dipinto. Perché “VERO NOVEMBRE” secondo te? Cosa significa “vero” qui?

Beh, possiamo solo provare a interpretare e ognuno può avere la sua intima spiegazione… Io ne ho parlato con alcuni abitanti e ad esempio, secondo Riccardo Innocenti, “vero” sta a significare la voglia dell’estate, la “fame di tonno” come dice l’altra scritta nel dipinto, fame di mare, sole e cieli stellati. Qui c’è colore e vita - niente grigio, nebbia o pioggia che ci aspettiamo da un mese come Novembre - e allora magari tutti quei piccoli disegni azzurri, gialli, verdi, rossi, rosa sono ricordi della stagione passata. Si ha già nostalgia dell’estate a Novembre… e potrebbe essere questa la “verità” del mese. Ma chissà cosa pensava in realtà l’artista mentre dipingeva, nell’estate del 1975, questo affresco!

- E “FAME DI TONNO”?

Allora, durante la ricerca abbiamo scoperto che “Fame di Tonno” è il titolo di un libro che Luca Alinari ha interamente illustrato con disegni e pastelli: una raccolta di poesie del suo amico scrittore Edoardo Sanguineti (Genova, 1930 - Genova, 2010) che è stata pubblicata nel 1981. Forse, mentre nel ’75 dipingeva Novembre, Alinari stava già lavorando a quel progetto editoriale, chissà. Il significato resta un enigma ma di certo si collega alla leggenda del paese…


NOTA:

PRIMA DI CONCLUDERE l’intervista, PROVIAMO A SCIOGLIERE l’enigma insieme ad Ivana Alinari che ha condiviso con noi alcuni ricordi…

Il significato autentico e originale rimane un mistero ma grazie ai ricordi di Ivana Alinari, moglie del pittore, abbiamo raccolto possibili indizi e qui la storia si fa ancora più curiosa e interessante. Prima però entriamo nel contesto storico, rileggendo un breve tratto del Libro Guida Castagno di Piteccio - il borgo museo di Pistoia”: […] Nel 1960, in occasione dell’inaugurazione della sala d’attesa per viaggiatori alla fermata del treno, il borgo organizzò una particolare iniziativa culturale promossa dalla Pro Loco: un concorso di pittura estemporanea che si svolse durante il giorno. […] Da quella prima volta, a Castagno ci furono 21 edizioni che ospitarono in totale oltre 600 pittori. Nel 1971, venne anche istituito il “Premio Castagno Nazionale di Pittura” promosso dal critico d’arte Tommaso Paloscia che negli anni Sessanta aveva acquistato una casa nei pressi del borgo, per venire qui da Firenze in villeggiatura. Gli artisti da lui invitati dovevano partecipare con la realizzazione di un’opera e poi comporre, loro stessi, la giuria per la proclamazione del vincitore. L’evento ebbe un notevole successo e venne riproposto ogni anno fino al 1975, quando vi fu l’edizione speciale: stavolta gli artisti invitati dovevano rappresentare, attraverso la tecnica dell’affresco, i 12 mesi dell’anno; ad ogni artista ne venne assegnato uno. Con questa manifestazione iniziò a formarsi il primo nucleo del Museo all’aperto di Castagno. […]

Ebbene: nel 1971, il Premio Castagno venne vinto da Luca Alinari e sua moglie Ivana ricorda che come premio gli venne consegnata una bicicletta Graziella pieghevole. Ma ricorda anche un altro premio che il marito ricevette probabilmente l’anno seguente come secondo o terzo classificato: una gigantesca scatola di tonno! Enorme, di forse 5 o persino 10 chili. - (I premi consegnati dalla Pro Loco consistevano spesso e volentieri in alimenti come prosciutti interi o mortadelle, etc…). - Ricorda che risero tanto, che portarono la scatola di tonno a casa a Firenze e che successivamente la condivisero con parenti e amici; loro stessi ne mangiarono tanto di quel tonno che era molto buono ma decisamente troppo da finire in due! È allora lecito ipotizzare che questo simpatico episodio sia finito in qualche modo nel dipinto che Luca Alinari ha poi, qualche anno dopo, nel 1975, realizzato a/per Castagno. Chi se lo sarebbe mai scordato tutto quel tonno?! E magari intanto gli era già capitato di raccontare l’aneddoto al suo amico poeta Edoardo Sanguineti, il quale potrebbe aver tratto ispirazione per una poesia. Nel 1974 - secondo Wikipedia - lo scrittore genovese dedicò diverse poesie all’amico pittore fiorentino e molto probabilmente queste, tutte o alcune, sono state raccolte nella pubblicazione del 1981, illustrata da Alinari e intitolata “FAME DI TONNO”.

Una serie di coincidenze oppure quel bizzarro premio può aver davvero ispirato sia un affresco che un libro?! Chissà. In merito invece ai famosi pezzettini di tonno che, a Castagno, si narra il pittore avesse inglobato nelle sue goccioline di colla, non abbiamo conferma da Ivana Alinari. Lei era lì presente, e nega decisamente questo fatto; più probabile dunque sia solo una leggenda nata da quella scritta che risultava di sicuro incomprensibile ed enigmatica, così magari qualcuno per darsi una risposta o anche solo per scherzarci un po’, ha iniziato a spargere quella voce e alla fine, si sa, la memoria mescola tutto, finzione e realtà. Ivana ricorda invece di una volta in cui suo marito utilizzò davvero del cibo per le sue stelline ma si trattava di granelli di zucchero che poi col tempo si ossidarono annerendo (a chi sperimenta, ovviamente, capita anche di sbagliare!).

Ivana racconta come suo marito fosse non solo un pittore ma anche un letterato e, non a caso, intrattenne rapporti di amicizia con diversi scrittori. Luca Alinari amava la scrittura, la parola scritta, le parole, anche il loro suono. Appuntava note, pensieri, concetti che poi avrebbe usato e riusato come titoli dei suoi dipinti o che avrebbe scritto persino dentro ai suoi quadri, qua e là, tra disegni e colori. I titoli per lui erano importantissimi, erano parte dell’opera. E tutte queste parole, frasi, espressioni, spesso enigmatiche, potevano venir fuori da conversazioni oppure da letture, da un romanzo o da una poesia che aveva letto. E lui, a sua volta, avrebbe potuto ispirare l’opera di qualche amico poeta, magari con la sua storia di “Castagno e la gigante scatola di tonno”. E allora la poesia sarebbe stata proprio così:

IO PESCO CON ESCHE FINTE:

(NON SI TRATTA DI TONNI,

EVIDENTEMENTE): (E NEMMENO,

POSSO AGGIUNGERE, DI FAME):

TI CANCELLO, ALLA FINE, COSÌ,

CON LA MIA TESTA FLESSIBILE:

- poesia di Edoardo Sanguineti tratta dal libro “FAME DI TONNO” (1981)

All’interno della stessa raccolta, esiste un’altra breve poesia che contiene un’altra espressione che ricorda molto il linguaggio dei titoli/dipinti di Luca Alinari: “automa di sé”. Questa poesia parla pure di “stelle piccole”, tanto amate e dipinte da Alinari, e fa così:

SONO UN CELLOFANATO VELATO

AUTOMA DI

ME AUTOFAGO PER TE:

(MI EMARGINO AI MARGINI, GOFFO):

(E

TREMO TRA LE STELLE

TROPPO PICCOLE):

È quindi plausibile che in questa raccolta di poesie, oltre ai disegni che accompagnano i testi, ci sia davvero molto di Luca Alinari “non solo pittore ma anche letterato”. Inutile però ragionare troppo sull’Arte. Ad un certo punto, non resta che accettarla così com’è, senza pretendere troppe spiegazioni e significati che nessuno, forse nemmeno l’artista, saprebbe mai darci. Chi si avvicina davvero a un’opera (visiva, letteraria, sonora, …) saprà metterci un po’ di sé, della propria intimità, e trovarci il proprio senso. È il dialogo eterno tra l’opera ed il presente contemporaneo. Ecco, siamo arrivati a quel punto. Adesso tocca a ognuno di noi prendersi la libertà di vedere e credere tutto ciò che si desidera.

FAME DI TONNO - dettaglio dell’affresco Novembre di Luca Alinari restaurato da Sarah Manca (agosto 2020). Foto di Riccardo Boccardi.

FAME DI TONNO - dettaglio dell’affresco Novembre di Luca Alinari restaurato da Sarah Manca (agosto 2020). Foto di Riccardo Boccardi.

Copertina del libro “Fame di tonno. Pastelli e poesie” con poesie di Edoardo Sanguineti e disegni a colori di Luca Alinari. Pubblicato nel 1981 da Calcografica Studio (San Giovanni Valdarno). Le poesie, così come il titolo nella copertina del libro,…

Copertina del libro “Fame di tonno. Pastelli e poesie” con poesie di Edoardo Sanguineti e disegni a colori di Luca Alinari. Pubblicato nel 1981 da Calcografica Studio (San Giovanni Valdarno). Le poesie, così come il titolo nella copertina del libro, sono scritte in un originale ed unico font “biscottato”.


- Infine: Sarah, concludiamo l’intervista con i tuoi ringraziamenti personali.

Ringrazio Simonetta Paloscia per il costante incoraggiamento e la ricerca di foto e dipinti, attraverso l’archivio di suo padre (Tommaso Paloscia, critico d’arte e fondatore del Museo all’aperto di Castagno), che mi hanno aiutata ad immaginare l’affresco nel modo più fedele possibile a come l’aveva concepito e realizzato Luca Alinari, purtroppo scomparso nel 2019. Ringrazio la famiglia Alinari, ovvero la moglie Ivana e il figlio Filippo, che da Firenze, tramite videochiamate, mi hanno raccontato del marito/padre/artista e mostrato il libro Fame di Tonno. Ringrazio quindi Michela per la ricerca web: prima di contattare la famiglia Alinari, abbiamo scoperto la connessione tra l’affresco di Alinari e le poesie di Sanguineti proprio perché lei ha googlato l’enigmatica frase; e poi per aver documentato il mio lavoro con le sue foto (vedi gallery di seguito). Ringrazio anche gli altri vicini di casa che mi hanno aiutata prestandomi strumenti o donato oggetti fondamentali: Rosanna mi ha prestato la siringa, Sabrina e sua figlia Greta mi hanno dato tutti i coloratissimi slime; Angela mi ha dato i glitter; Luciano e Stefano mi hanno invece raccontato molte storie del paese, aneddoti legati all’affresco, come la leggenda secondo cui Luca Alinari aveva usato pezzettini di tonno all’interno delle sue gocce di colla vinilica o uhu (entrambe non adatte all’esterno)… E a questo proposito, ringrazio Valeria Magnani per avermi fatto scoprire e trovare la colla ideale - si chiama UNICUM ed ha una garanzia di almeno trent’anni! - per ricreare l’effetto “pioggia” tridimensionale nel modo più resistente e duraturo possibile. Infine, ma in realtà per primo, ringrazio mio marito Pieralberto, che mi sostiene sempre.

All’inizio avevo molta paura di sbagliare ma alla fine mi sono divertita tantissimo. Io di solito tratto affreschi del Quattro/Cinquecento… qui mi sono cimentata per la prima volta in un’opera contemporanea però l’ho fatto con lo stesso criterio. Esistono studi recenti sul restauro dell’arte contemporanea, è una disciplina/esigenza ancora nuova ma sempre più necessaria: anche le opere moderne si rovinano, anche un’opera che ha solo vent’anni richiede un minimo di manutenzione. Io qui, come faccio sempre, ho cercato di inventare il meno possibile pur non avendo praticamente niente come base su cui lavorare, ad eccezione di qualche piccolissima traccia. Mi hanno aiutata però le foto, il quadro Colline di quello stesso periodo, e i tanti racconti su Luca Alinari e Castagno.

Sono contenta, questo è il mio paese, è la mia casa. Sono grata a tutte le persone che mi sono state vicine, dalla ricerca d’informazioni ai quattro pomeriggi passati tra colla e colori, a chi mi ha regalato il proprio entusiasmo. A Ivana e a Filippo Alinari che mi ha detto: “sembra fatto dal babbo”.

- Grazie a te, Sarah. Grazie di cuore per questo tuo prezioso dono al Borgo Museo! Pro Loco & CdP staff

Luca Alinari e Fabio De Poli a Castagno in quella famosa estate del 1975, mentre dipingono i loro affreschi (Novembre, Alinari e Ottobre, De Poli) - foto dall’archivio di Tommaso Paloscia.

Luca Alinari e Fabio De Poli a Castagno in quella famosa estate del 1975, mentre dipingono i loro affreschi (Novembre, Alinari e Ottobre, De Poli) - foto dall’archivio di Tommaso Paloscia.

Novembre di Luca Alinari durante il restauro di Sarah Manca, agosto 2020 - foto di Michela Pomposi e Sarah Manca. Sfoglia la Gallery!

Novembre e Sarah, Castagno 2020 - foto di Rachele Salvioli.


Un paese per tornare la sera - La mostra di Pieralberto Luzzana al Borgo Museo di Pistoia

Una mostra a Castagno dedicata a Castagno, dal 18 al 25 ottobre 2020 presso gli spazi della Pro Loco. Una serie di dipinti che l’artista Pieralberto Luzzana, castagnolo da qualche anno, ha realizzato negli ultimi tempi traendo ispirazione dal paese in cui ha scelto di abitare.

La mostra, ospitata dalla Pro Loco, sarà aperta domenica 18 (vernissage) e domenica 25 (finissage) ottobre dalle ore 10.00 alle 18.00, in occasione delle Giornate FAI d'Autunno 2020.

Qui tutte le informazioni a riguardo, come iscriversi e partecipare: http://bit.ly/GiornateFAIdAutunno2020alBorgoMuseo

Inoltre, durante la settimana (dal 19 al 24 ottobre), sarà visitabile su appuntamento inviando una mail a castagnodipiteccio@gmail.com oppure chiamando +39 334 2580342. Per maggiori info: www.castagnodipiteccio.it

Un paese per tornare la sera - Pieralberto Luzzana MOSTRA.jpg

Chi è Pieralberto Luzzana? Prima di farvi leggere la sua biografia, ve lo raccontiamo con le parole del suo vicino di casa, e amico, il fumettista Riccardo Innocenti.

Una curiosità: i due, insieme al pittore Luciano Gelli, sono i tre artisti della Rive Gauche di Castagno (che vi avevamo presentato nel post Gli artisti della “Rive Gauche”).

Non è da tutti poter ammirare il muro della propria casa ritratto più e più volte, e poter scorgere, tra le pennellate, talvolta demonietti e vecchi mercanti che sembrano usciti dalla mente di Bruegel o Bosch, talvolta volti di donna o seducenti fate nude. Io ho questa fortuna da quando Pieralberto Luzzana ha deciso di venire a vivere nella casa di fronte alla mia, in quella che in paese era nota come “Casa delle Fate”.

Pieralberto Luzzana, pittore castagnolo, e già qui si potrebbe discutere… Certo sentendolo parlare, non si può non notare il suo accento, chiaramente orobico, che il lungo periodo vissuto a Novara non ha minimamente scalfito (e mi auguro resista anche alle contaminazioni toscane!) il quale rivela i suoi natali e la sua formazione, personale e culturale. Eppure Pieralberto è più Castagnolo di tutti noi, che qui ci siamo nati o, come me, ci siamo venuti a vivere, per scelta certo, ma partendo da non troppo lontano. Lui ha posto una distanza molto più ampia, fra il suo vivere quotidiano e suoi affetti, siano essi di sangue o di amicizia, quindi il suo sforzo è stato più deciso rispetto al nostro. Certo non ha fatto centinaia di chilometri per venire a vivere a Castagno! Chi l’ha mosso è stato l’Amore (che come si sa, “move il Sole e l’altre stelle”) per Sarah, quindi qualcuno potrà obiettare che poi non è stato uno sforzo così immane venire ad abitare in collina, ma anzi una scelta quasi irrinunciabile. Ma il punto non è questo, semmai ci interessa il fatto che lui e Sarah abbiano deciso di venire a vivere in questo borgo sperduto e quasi disabitato, e che nella terra Pieralberto abbia affondato le mani per piantare radici, aspettando quasi due anni per riprendere in mano pennelli e tavolozza. Due anni nei quali ha annusato l’aria, cercato di capire la gente, osservato i movimenti dei gatti, ma soprattutto del Sole sul muro di casa mia, che nel frattempo è stato rintonacato e dipinto di un verde veneziano il quale ha stimolato la sua fantasia a immaginare esserini invisibili rincorrere i camini che apparivano e sparivano seguendo il ciclo del Sole. Quando ha sentito il radicamento ben saldo ha cominciato a produrre prolificamente scorci di Castagno, quasi che questa nuova vita coincidesse con una nuova fase della sua pittura, perlomeno nei soggetti, con la riscoperta tra l’altro della pittura paesaggistica. In realtà non c’è una linea di demarcazione così netta, tant’è che Pieralberto spesso usa vecchi ritratti, sui quali raffigura dei paesaggi, fondendo le immagini e al tempo stesso il Pieralberto Castagnolo con quello precedente, stabilendo una continuità.

Le opere che possiamo ammirare oggi quindi non rappresentano un taglio col passato ma piuttosto una sua evoluzione, la tappa di un percorso iniziato da giovane apprendista presso lo zio pittore nel Bergamasco e continuato in tutti i suoi spostamenti, ricchi di suggestioni certo, ma che non lo hanno mai cambiato o plasmato in modo irreversibile, ma anzi gli hanno fornito un orizzonte narrativo più ampio. Questa mostra ospita anche alcune tavole a fumetti inedite realizzate in gioventù da Pieralberto. Quale occasione migliore per presentare un lavoro che si intitola “Un paese per tornare la sera” e che da il nome a questa mostra (non sto a dire quanto da autore di fumetti, questa cosa mi inorgoglisca!)? Pieralberto trae ispirazione anche dalla nona arte, una narrativa del tutto diversa dalla pittura che permette di raccontare storie in modo del tutto diverso. Non vorrei dilungarmi molto sui quadri presenti in questa mostra, perché rischierei di influenzare quello che è il percorso esplorativo del visitatore, in quanto ritengo la pittura di Pieralberto ricca di suggestioni che prima di parlare agli occhi, parlano alla mente e all’ anima, o a quel terzo occhio che ci permette di vedere o immaginare quella realtà nascosta alle tre dimensioni e la cui esistenza Pieralberto è bravissimo a suggerire. Non meravigliamoci quindi se scorgiamo in un’ombra, un animale inesistente relazionarsi con una donna invitante, o se dai tetti a noi familiari, appare il profilo di una gigantessa addormentata, lo stesso profilo che diventa spettro silvano che ci ammonisce oppure veglia su di noi. Commuoviamoci o sentiamoci rincuorati, nel vedere una fanciulla luminosa e piena di vita suonare il flauto, novella Hamelin, nel buio di fronte alla Chiesa, mentre una figura consumata dalla vita cerca di raggiungerla con le ultime forze di questo mondo.

È ora di cominciare il giro, da qualsiasi opera si scelga di farlo, avrà un senso compiuto, come quando un viaggiatore si abbandona nei vicoli di Castagno e trova sempre la strada per la chiesa o per la fontana. Spero di aver reso giustizia a questo artista e non solo per l’amicizia che mi lega a lui, ma veramente per l’incanto che provo nel guardare le sue opere, ben conscio del fatto che non mi perdonerà mai per aver fatto dipingere un murale sul muro di casa, togliendo quella campitura azzurra, per lui fonte di tante suggestioni!

Riccardo Innocenti, ottobre 2020


Borgo Museo Festival 2019 - Pieralberto Luzzana nel suo atelier a Castagno.jpg

Pieralberto Luzzana

Il pittore nel suo atelier a Castagno, in una fotografia dall’album “Borgo Museo Festival 2019”

PIERALBERTO LUZZANA nasce ad Alzano Lombardo (BG) il 21 settembre 1956. Viene trasportato nel mondo dell’arte dallo zio pittore Franco Luzzana, che riconoscendone le doti, lascerà in eredità al nipote un’impronta fondamentale dal punto di vista tecnico-artistico nell’ambito pittorico. Pieralberto si diploma presso il liceo artistico statale “Casorati di Novara”. Nel 1977 vince il primo premio alla quarta edizione del concorso di pittura della “Scuola delle Trasmissioni di Roma”; nel 1994 organizza la sua prima mostra personale a Vigevano (PV). Dopodiché partecipa a numerose mostre personali In tutto il nord Italia: Milano,Torino, Venezia, Bergamo, conseguendo il primo premio della critica alla “Mostra di pittura delle strutture Comunali” di Asti. Nel 1985 Pieralberto frequenta corsi di disegno e fumetto presso la scuola di grafica del Castello Sforzesco di Milano. A Pitigliano (GR), negli anni successivi frequenta corsi di modellazione e decorazione di ceramiche artistiche tenuti dal maestro Roberto Polidori. Nel 2004 partecipa, grazie al sostegno della Prefettura di Novara, alla realizzazione del progetto “Oblò-Cantieri d’arte”, laboratori d’arte, teatro e danza dedicato ai ragazzi dagli 11 ai 15 anni. Nel frattempo continuano ad essere numerose le sue mostre personali e nel 2010 vince il titolo di “Miglior pittore dell’anno” presso l’associazione culturale “La Riseria” di Novara. Nel 2017 l’Archivio d’arte Sgarbi inserisce nella raccolta “Gli artisti nella Collezione Sgarbi” due opere di Pieralberto Luzzana. L’artista, ad oggi, nel Paese di Castagno (PT), vive e prosegue il suo sentiero artistico senza tempo… | Facebook

Cara Regione Toscana, perché hai dimenticato il Borgo Museo di Pistoia?

Qualche giorno fa abbiamo scoperto della pubblicazione di due nuove guide sull’arte contemporanea in Toscana: entrambe curate dal Centro Pecci (museo giustamente capofila della nascitura “Rete regionale per l’arte contemporanea”), realizzate con il sostegno di Regione Toscana e Toscana Promozione Turistica, distribuite gratuitamente in alcuni luoghi selezionati e consultabili nelle loro versioni online.

Così, lunedì 27 luglio, abbiamo partecipato alla presentazione di “My Art Guide Tuscany” e “Toscana Contemporanea” in un incontro tenutosi presso il Centro Pecci, moderato dalla direttrice Cristiana Perrella e presenziato da alcune cariche istituzionali: il Sindaco di Prato Matteo Biffoni, la vicepresidente della Regione Toscana Monica Barni, l’assessore regionale al turismo Stefano Ciuoffo, il direttore di Toscana Promozione Turistica Francesco Palumbo e Stefano Pezzato, parte del team del Centro Pecci e curatore editoriale della guida Toscana Contemporanea.

Perché due guide che parlano della stessa cosa?

È stato spiegato che My Art Guide Tuscany è destinata ad un pubblico del settore, addetto ai lavori, mentre Toscana Contemporanea si rivolge a tutti i visitatori interessati a scoprire una Toscana che non è solo Firenze, Rinascimento e Chianti. Il comunicato stampa le presenta così:

My Art Guide Tuscany, edita da Lightbox (Venezia), è un'istantanea della scena artistica contemporanea che segnala gli spazi d'arte più interessanti tra musei, gallerie e collezioni private, senza tralasciare i festival, le residenze, i giardini d'artista, le opere di land art e di arte pubblica. È anche un itinerario alla scoperta delle numerose cantine disseminate sul territorio, dei laboratori e dei centri culturali, “nella convinzione che l’arte, soprattutto in questa terra, possa abbracciare più ambiti”, spiega la nota introduttiva. La guida viene pubblicata in tre formati - cartaceo, digitale ed app - e sarà in distribuzione presso il Centro Pecci e in una selezione di gallerie e musei in Regione.

Toscana Contemporanea, edita da Gruppo Editoriale (Prato), è la nuova guida di Toscana Promozione Turistica che indica mete e attrazioni per scoprire la Toscana più attuale: l'arte pubblica diffusa in spazi urbani, i parchi e i giardini d'arte, principali musei e collezioni, musei tematici e d'impresa, architetture contemporanee prevalentemente di uso pubblico, istituzionale e culturale, cantine d'autore, decine di eventi fra i più interessanti degli ultimi tempi. Ogni sezione è corredata da una mappa indicativa e segue un percorso circolare, dal capoluogo regionale alla costa e verso l’interno, in modo tale da suggerire possibili percorsi di visita. La tiratura in versione italiana e inglese è destinata al settore specialistico della Promozione Turistica. Sarà inoltre scaricabile dal sito visittuscany.com.

Toscana Contemporanea - Borgo Museo di Pistoia - Castagno di Piteccio.jpg

Sfogliate le due guide e constatata in entrambe l’assenza del Borgo Museo di Pistoia, ci chiediamo: perché?

Perché Castagno di Piteccio con il suo museo all’aperto, fondato nel 1975 dal critico d’arte Tommaso Paloscia, non merita nemmeno una citazione? Il suo piccolo antico borgo, abbracciato dai boschi della montagna pistoiese, è impreziosito da opere d’arte di artisti e artiste di fama internazionale (tra cui molti di origini toscane o comunque fortemente legati alla Toscana) - come ad esempio: Antonio Bueno, Jorio Vivarelli, Venturino Venturi, Quinto Martini, Diana Baylon, Giuseppe Gavazzi, Alfredo Fabbri, Luca Alinari, Fabio De Poli, etc. - e dal 2019 questo luogo d’arte e natura è anche la sede del Borgo Museo Festival, dei Dialoghi sulla Donna, di laboratori d’arte e percorsi lenti, di Residenze d’Artista e di altri eventi e progetti che lo rendono vivibile dalla comunità e dai visitatori come nuovo centro culturale, creativo e contemporaneo… Perché Castagno di Piteccio, il Borgo Museo di Pistoia, in Toscana, non merita di essere inserito dalla Regione nella sua mappatura e promozione dei luoghi d’arte contemporanea?

Non lo merita oppure è stato involontariamente ignorato? Queste due guide sono forse due prodotti editoriali ideati e realizzati senza un coinvolgimento del territorio? Per una mappatura del genere, immaginiamo che la Regione e i suoi curatori abbiano: 1) chiesto agli assessorati a cultura e/o turismo segnalazioni circa luoghi e realtà che ospitano, creano, promuovono arte contemporanea; 2) aperto una “call” chiedendo direttamente alle realtà interessate (musei, gallerie, associazioni culturali, pro loco, etc.) di segnalare il proprio luogo/progetto legato all’arte contemporanea.

Se sono state fatte operazioni simili e noi non l’abbiamo saputo, allora per metà è colpa nostra: l’altra metà, di chi ci avrebbe dovuto informare, di una mancata o scarsa comunicazione. Se invece si è semplicemente preferito fare senza coinvolgere il territorio, allora che si smetta almeno di farsi belli e bravi alle conferenze di turno, davanti a microfoni e telecamere, con parole come “rete” o “sistema” che nella realtà dei fatti non esistono: una rete o un sistema, in questo caso regionale, esiste se al proprio interno si condivide-coinvolge-comunica.

E per favore basta anche ragionare di turismo sostenibile, lento e diffuso, che possa restituire città come Firenze ai cittadini e allo stesso tempo valorizzare le aree interne del Bel Paese, come la nostra montagna, come la Ferrovia Porrettana, abbandonata anche quest’estate da Trenitalia… Basta con le parole che non rispettano i fatti.

Ma torniamo al tema. A quanto è stato raccontato alla presentazione, l’idea di realizzare queste due guide è nata almeno un anno fa. Ecco, esattamente un anno fa, la scorsa estate, anche alcuni rappresentati della Regione Toscana sono passati al Borgo Museo Festival 2019 e ricordiamo bene di aver regalato loro, proprio in quell’occasione, il nostro Libro Guida “Castagno di Piteccio - il Borgo Museo di Pistoia”. Peccato se lo siano dimenticati.

Beh, all’inizio della ricerca e in un anno di lavoro, si sarebbe potuto e dovuto coinvolgere gli attori locali del contemporaneo che a livello pubblico e/o privato, sul proprio territorio, creano, valorizzano, tutelano, promuovono l’arte (e non solo!), e magari (soprattutto nel caso di realtà indipendenti come la nostra) lo fanno pure in assenza o scarsità di risorse e servizi.

In Italia abbiamo il vizio di delegare la gestione, tutela e promozione dei beni culturali al volontariato e alla passione, mentre operatori culturali professionisti, esperti e competenti, sono totalmente sfruttati o nei casi più fortunati sottopagati (per approfondire la drammatica questione nazionale: www.miriconosci.it). Chissà se mai inizieremo a riconoscere il valore del lavoro culturale. Che intanto, almeno, si decida di sostenerlo con gli strumenti di promozione finanziati dalle nostre istituzioni pubbliche.

Elena & CdP staff

Il #BorgoMuseo dalle FINESTRE degli ABITANTI

🌈🏛 #MUSEUMWEEK2020 • E con l’hashtag #TogetherMW // #InsiemeMW, per il terzo tema di questa #MuseumWeek abbiamo deciso di mostrarvi Castagno di Piteccio - il Borgo Museo di Pistoia dalle FINESTRE dei suoi ABITANTI (Castagnoli/e): mettendo INSIEME i loro sguardi, dai punti di vista intimi e privilegiati delle loro case, si ottiene un unico e particolare racconto fotografico del piccolo antico paese (la cui fondazione risale almeno al 1500) e del suo Museo all’aperto (fondato da Tommaso Paloscia nel 1975). 🌿🖼📷 Se sfogliate questa gallery (18 foto) sarà un po’ come camminare tra le abitazioni in pietra e le opere d’arte che decorano le vie e piazzette di Castagno, circondati dagli alberi delle montagne pistoiesi che abbracciano questo prezioso luogo a pochi chilometri dalla città, da boschi e cieli su cui da alcuni secondi piani è davvero dolce sognare ad occhi aperti… A VOI, buon viaggio a Castagno: intanto sui social media ma appena possibile qui, dove tutti noi vi aspettiamo! 💚🌰 CdP staff, Pro Loco & Abitanti

La nostra Resistenza Culturale insieme a te!

La #MuseumWeek 2020 si è aperta questo Lunedì con l’hashtag #HeroesMW // #EroiMW.

Non siamo fans di parole come “eroi” o “guerra” per descrivere l’attuale crisi sanitaria, sociale ed economica: la pandemia da Coronavirus o Covid-19 è un’esperienza nuova per l’intera umanità e richiede un nuovo vocabolario. Comunque, se pensiamo al nostro settore, ci vengono allora in mente tutte le persone che lavorano con estrema passione, tra mille incertezze e difficoltà (anche in tempi no-covid), per tutelare e generare welfare/benessere culturale.

I luoghi della cultura vivono (o meglio, sopravvivono) di progetti ed eventi, sostenitori e pubblici, artisti e visitatori che spesso vengono da lontano. Tutti questi luoghi dovranno RESISTERE ancora a lungo per continuare ad esistere, e adesso non possono di certo permettersi di perdere tempo: devono studiare, sperimentare, condividere, in parte re-inventarsi, ed impegnarsi molto più di prima.

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Tra questi luoghi, c’è anche il nostro Borgo Museo, di cui noi (CdP staff & Pro Loco) vogliamo assolutamente continuare a prenderci cura affinché il lavoro di valorizzazione del territorio faticosamente svolto negli ultimi due anni non vada perso. Continuiamo infatti a lavorare perché il Borgo Museo di Pistoia possa essere un luogo sempre più conosciuto e vissuto, aperto e dinamico, creativo e rigenerativo, accogliente e fruibile da tutti, anche a distanza (in modo digitale/virtuale).

Il lavoro culturale richiede diverse competenze professionali, strumenti tecnici e tempo, soprattutto se si vuole qualità e costanza, progettualità e lungimiranza. Noi vogliamo resistere ma per farlo dobbiamo prima di tutto essere sinceri e chiari, con noi stessi e con tutti voi: adesso più che mai abbiamo bisogno del tuo aiuto.

Ecco allora 3 modi per sostenere il Borgo Museo di Pistoia:

  1. Fai una donazione libera per il Borgo Museo 2020 alla Pro Loco Castagno - IBAN: IT63T0626013805100000002950. Pubblicheremo il tuo nome o quello della tua organizzazione tra i sostenitori dell’anno.

  2. Acquista il libro guida “Castagno di Piteccio - Il borgo museo di Pistoia” (che per la #MuseumWeek2020, dall’11 al 17 Maggio, è in vendita ad un’offerta speciale!). Ordina via mail a castagnodipiteccio@gmail.com e ritira presso la Pro Loco oppure richiedi la spedizione.

  3. Passa parola e racconta del Borgo Museo offline e online. Sui social condividi foto e video con l’hashtag #borgomuseo e tagga @castagnopit.

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Borgo Museo 2020 e Covid-19

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Affresco: “Maggio” di Vinicio Berti - Foto: Elena Mazzoni Wagner

🕊 In attesa di sentirci come la colomba appena liberata in questo affresco di Arnaldo Miniati dedicato al mese di Aprile, condividiamo alcuni pensieri e aggiornamenti dal Borgo Museo di Pistoia:

• In questi giorni avremmo iniziato ad invitarvi agli #eventi “Castagno di Maggio” ma dobbiamo mantenere ancora il #distanziamento sociale, l’unica cura che per adesso abbiamo contro il contagio. La priorità attuale è contenere il diffondersi del Covid-19 e per noi questo significa annullare gli eventi del programma culturale che, in un luogo principalmente all’aperto come il nostro, prende vita in particolare da maggio a ottobre. Continuiamo a restare distanti per poterci riavvicinare il prima possibile e, quando sarà il momento, saremo pronti a festeggiare insieme a tutti voi il nuovo inizio!

• Riguardo la CALL for Artists 2020e quindi la raccolta di candidature per la prossima Residenza d’Artista, abbiamo deciso di posticipare la scadenza (che era prevista al 1° maggio) al 1° dicembre: ricevendo candidature anche e soprattutto dall’estero, prolunghiamo questa CALL e rimandiamo così la residenza all’estate del prossimo anno 2021.

• Intanto, andiamo avanti con il lavoro (ovviamente a distanza) di schedatura delle opere e degli artisti del Borgo Museo di Pistoia, insieme alla classe IV D del Liceo Scientifico dell’Istituto Pacini di Pistoia. Schedatura che presto troverete online su www.castagnodipiteccio.it!

• E poi, come lo scorso anno, anche questo maggio parteciperemo alla #MuseumWeek (evento social dedicato ai musei del mondo): quindi, dal 11 al 17 maggio, state con noi su Instagram e Facebook! Vi mostreremo e racconteremo un po’ di curiosità sul nostro #BorgoMuseo…

• Insomma, RESTIAMO A CASA ma utilizziamo la tecnologia per incontrarci! 🌿🖼💚🌰 GRAZIE per restare con noi, CdP staff | #Restiamoacasa #CastagnoDiPiteccio

Una classe dell'Istituto Pacini di Pistoia a lavoro per il Borgo Museo!

Il nostro 2020 è iniziato con un progetto di alternanza scuola-lavoro insieme agli studenti e alle studentesse della classe IV D del Liceo scientifico dell’Istituto Pacini di Pistoia.

Ecco chi sono, in ordine alfabetico: Aglietti Tommaso, Anzidei Claudio, Bessi Niccolò, Chiti Francesco, Di Tirro Alberto, Giusto Sharon, Ispas Ovidiu Cristian, Leporatti Matilde, Monti Emanuele, Pagnini Niccolò, Pierattini Silvia, Sangiorgio Ernesto, Sardini Margherita, Susini Veronica.

Dopo aver visitato il Borgo Museo e letto il Libro Guida, gli alunni e le alunne - sotto la guida della loro prof.ssa di storia dell’arte Anna Mannari e della nostra storica dell’arte ed operatrice museale Ilenia Vecchio - hanno iniziato a lavorare insieme al CdP staff alla realizzazione della prima schedatura delle opere e degli artisti del Borgo Museo di Pistoia.

Concluso questo lavoro di ricerca e redazione da gennaio a maggio, chi vorrà della classe avrà l’opportunità di continuare a collaborare con il Borgo Museo per l’organizzazione e la gestione di alcuni eventi in programma a maggio e giugno - in particolare, per la #MuseumWeek, La Notte Europea dei Musei ed il Borgo Museo Festival. Un’esperienza di stage e quindi di ulteriore formazione per chi studia e, per il Borgo Museo, altra energia nuova da cui imparare molto, ad esempio, ad avvicinare e coinvolgere i più giovani.

MA perché abbiamo INNANZITUTTO scelto di lavorare al progetto di “schedatura”?

Il 2019 è stato l’anno in cui - per volontà dell’Associazione Turistica Pro Loco di Castagno e a cura dell’Associazione Culturale CCT-SeeCity - si è formato il CdP staff (composto da vari professionisti, operatori culturali e creativi) che ha ufficialmente iniziato a lavorare alla rivalutazione - o meglio, rigenerazione - del Borgo Museo; è stato l’anno in cui è maturata ed ha iniziato a diffondersi una nuova consapevolezza del valore culturale di Castagno di Piteccio in quanto Borgo Museo di Pistoia; è stato l’anno di varie prime volte, ovvero di alcuni progetti ideati e sperimentati a Castagno come prima edizione, dal festival alla residenza d’artista; è stato l’anno dei primi successi e dei primi errori da cui imparare per migliorare! :)

POTENZIALITÀ e CRITICITÀ del BORGO MUSEO

L’esperienza dello scorso anno (2019) ci ha permesso di comprendere meglio quali siano le potenzialità e quali le criticità del bene culturale “Borgo Museo” allo stato attuale.

Abbiamo avuto conferma di come il Museo all’aperto (fondato nel 1975 dal critico d’arte Tommaso Paloscia) sia ciò che distingue Castagno da (quasi) tutti gli altri borghi toscani e italiani; le opere d’arte contemporanea che impreziosiscono i vicoli, le piazzette e le antiche mura delle abitazioni (che risalgono almeno al Cinquecento), circondate da alberi, boschi e monti, sono la particolarità di questo luogo che più incuriosisce, sorprende e meraviglia, sono il motivo più forte che invita a visitare questo territorio, soprattutto chi ama vagare tra arte e natura.

E spostando lo sguardo dalle opere d’arte alle persone che le osservano, abbiamo compreso un’importante criticità: al nostro Borgo Museo manca uno strumento che racconti ai visitatori cosa vedono, uno strumento che favorisca la completa fruizione (sinonimo di godimento) delle opere d’arte (bene culturale) a prescindere dalla presenza fisica di una guida e storica dell’arte - figura professionale che la nostra attuale struttura organizzativa riesce a garantire solo durante alcuni eventi in programma o su prenotazione.

VISITARE PER CONOSCERE

È invece nostra intenzione (e attuale priorità) consentire ai visitatori del bene culturale “Borgo Museo” di poter pienamente godere delle opere d’arte anche in modo autonomo, offrendo loro uno strumento divulgativo che racconti le opere e gli artisti, uno strumento con queste fondamentali caratteristiche:

  • gratuito;

  • accessibile attraverso i vari media contemporanei, quindi sia stampato che digitale, da leggere o da ascoltare, per soddisfare le esigenze di tutti (sia di chi è ancora affezionato alla carta e sia di chi fa tutto ormai con il proprio smartphone);

  • comprensibile a tutti, con un linguaggio semplice e chiaro, in italiano e in inglese per gli stranieri;

  • piacevole ovvero sintetico e interessante, breve e ricco di informazioni utili alla comprensione = fruizione = godimento.

Uno strumento quindi per poter visitare, conoscere e non solo osservare il Borgo Museo, anche in assenza di un evento con visita guidata; perché visitare il Museo all'aperto di Castagno può e dovrebbe essere sempre e comunque un'esperienza che non si limita all'osservazione ma di conoscenza.

LE SCHEDE e LA MAPPA

In contemporanea al lavoro di ricerca e redazione per il racconto delle opere e degli artisti, progetteremo la grafica (a cura di Erika Mazzoni Wagner) sia delle schede (una scheda per ogni opera d’arte; le schede saranno poi riunite in una sorta di libretto) che di una nuova mappa aggiornata. La schedatura seguirà l'ordine numerico delle opere mappate, si potrà trovare online sul sito web di Castagno e stampata presso la Pro Loco (costruiremo una "cassettina" esterna dove il visitatore potrà prenderla e restituirla, come nei musei). Grazie alla collaborazione degli studenti e delle studentesse dell’Istituto Pacini (che vi abbiamo presentato qui sopra), contiamo di completare questo lavoro entro maggio 2020.

In seguito, tradurremo tutto in inglese per i visitatori stranieri; poi svilupperemo il sistema con i codici QR ed infine creeremo un’audio guida tramite podcast. Ah, con il materiale della schedatura vorremmo anche realizzare qualcosa di più creativo e social che al momento definiamo “insta guida”… E non dimentichiamoci Wikipedia: perché non pubblicare tutto, magari in più lingue, anche sull’Enciclopedia digitale, libera e collaborativa, più grande del mondo!? Queste ulteriori estensioni della schedatura - pensate per offrire una migliore esperienza del Borgo Museo, e sempre accessibili in modo gratuito tramite Pro Loco e/o sito web - ci piacerebbe realizzarle entro il 2021.

DA DOVE INIZIARE

Per la realizzazione di quanto descritto, è innanzitutto necessario fare un lavoro di ricerca e raccolta informazioni (ad esempio, consultando l'archivio di Tommaso Paloscia, fondatore del Museo all’aperto di Castagno, e intervistando gli artisti ancora in vita). Poi la redazione/stesura dei testi: ogni singola scheda, oltre a descrivere l'opera, racconterà chi è l'artista ed il suo rapporto con Castagno… Le biografie che al momento abbiamo a disposizione sono incomplete (mancano alcuni artisti) e in ogni caso limitate ad un elenco noioso della produzione artistica. Noi invece vorremmo realizzare dei testi brevi (circa 3.000 battute per ogni opera/artista, accompagnati da una foto dell'opera - del fotografo Riccardo Boccardi - ed una dell'artista), testi brevi ma ricchi di informazioni interessanti e facili da comprendere, attraverso un racconto sintetico e accattivante.

A nessuno interessa leggere un Curriculum Vitae, o ci sbagliamo?! Ecco, noi vorremo far conoscere al visitatore la personalità e la poetica dell'artista più che elencare quante opere abbia prodotto o mostre abbia fatto. Vorremmo avvicinare il visitatore alla lettura (e quindi comprensione) dell’opera, raccontando il carattere e lo stile dell’artista, e ovviamente il suo legame con Castagno.

Come modello per questo lavoro di schedatura, vogliamo ispirarci alla Tate Modern di Londra - qui un esempio: www.tate.org.uk/art/artists/dora-maar-15766/seven-things-know-dora-maar. Si deve sempre guardare lontano per fare piccoli passi in avanti! Siete d’accordo con noi, vero!? :)

Cosa ne pensate?

L’intenzione/idea alla base di questo lavoro è fondamentale per sviluppare il resto dei sogni/progetti nell’armadio (il cassetto è troppo piccolo!) come il Borgo Museo in 3d, il Borgo Museo in un film documentario, il Restauro, etc…

Vi chiediamo per cortesia di non esitare a commentare e condividere con noi (CdP Staff e Pro Loco) la vostra opinione, a proporre idee, a criticare il nostro lavoro! Perché l’obiettivo del nostro lavoro è uno: i teorici contemporanei del settore direbbero che l’obiettivo del lavoro culturale è quello della contribution to society che noi traduciamo con “contributo al benessere della comunità locale intesa sia come residente (abitanti) che temporanea (visitatori/viaggiatori)”. E per perseguirlo, dobbiamo anzitutto confrontarci con voi che abitate e con voi che visitate il Borgo Museo.

È proprio ascoltando e osservando le persone che durante il 2019 hanno visitato il Borgo Museo che ci siamo resi conto di questa forte mancanza - l’assenza di una guida cartacea e/o digitale per godere pienamente delle opere d’arte che impreziosiscono il borgo: capire cosa si vede perché in qualche modo ci viene raccontato, significa osservare-conoscere-riflettere-apprezzare e arricchire il proprio bagaglio culturale, significa visitare un luogo ed avere un’esperienza piacevolmente formativa, significa tornare a casa un po’ diversi, più ricchi di sapere, emozioni e ricordi. Significa passar buona parola, raccontare agli amici, conoscenti e sconosciuti - di persona e/o tramite social media - la bellezza che i nostri occhi hanno visto ed il fascino delle storie che abbiamo letto o ascoltato.

E quindi, in questo 2020, come prima cosa vogliamo rimediare a tale mancanza. Questa la nostra attuale priorità. Questo il nostro primo buon proposito! Un lavoro che, una volta fatto, rimarrà per sempre al servizio di chi continuerà a prendersi cura del Borgo Museo in quanto bene culturale e di chi se ne interesserà e vorrà visitarlo, quindi conoscerlo.

Perché la cultura, a differenza di un bene materiale che finisce o si guasta e rompe, può durare per sempre se conservata e rinnovata, divulgata e condivisa (attraverso tutti i linguaggi e media contemporanei, se si vuole comunicare anche alle nuove generazioni)! Il bello è che il suo valore aumenta nel tempo e la sua divulgazione produce altra cultura, crea altra bellezza. Sì, non esiste miglior investimento.


E infine

Grazie di cuore agli studenti e alle studentesse della IV D Liceo dell’Istituto Pacini di Pistoia per la collaborazione e l’entusiasmo. Da quest’anno 2020 entrate per sempre nella Storia di Castagno. Contiamo su di voi. Buon lavoro! CdP staff




Intervista a Fabio De Poli, l'artista di "Ottobre"

Se osservando l’opera vi siete chiesti “ma perché un indiano d’America?”, qui trovate la risposta! In questa intervista di Elena Mazzoni Wagner a Fabio De Poli, l’artista - che nel 1975 ha realizzato per il Museo all’aperto di Castagno l’affresco “Ottobre” (da lui stesso restaurato quest’estate 2019) - ci racconta un po’ di curiosità e soprattutto cosa è stato e cosa è per lui il nostro borgo, o meglio, il Borgo Museo di Pistoia. Buona lettura :)

“Ottobre”, l’affresco di Fabio De Poli nel Museo all’aperto di Castagno, dopo il restauro fatto dall’artista stesso nell’estate 2019. - Foto: Rachele Salvioli, 21 settembre 2019

“Ottobre”, l’affresco di Fabio De Poli nel Museo all’aperto di Castagno, dopo il restauro fatto dall’artista stesso nell’estate 2019. - Foto: Rachele Salvioli, 21 settembre 2019

Ho letto la sua biografia. Nasce a Genova nel 1947, vive tra Firenze e Montecatini Terme. Nel 1964 frequenta l’Istituto d’Arte di Firenze specializzandosi in grafica pubblicitaria sotto la guida di Lucio Venna. Inizia il mestiere d’artista nei primi anni ’70 e presto con la sua arte viaggia in tutta Italia e non solo. Espone persino al Museum of Modern Art di New York. Oggi continua a creare ed esporre in gallerie, musei, mostre itineranti. A chi non sa niente di arte, in breve, come si presenta? Chi è Fabio De Poli?

Fabio De Poli è un privilegiato come tutti quelli che fanno arte. Passa il tempo a raccontare con immagini emozioni, cerca di tradurre le emozioni in sentimento, il sentimento in colore e così via, in una sorta di giro infinito…

Lei è anche tra i primissimi artisti ad aver contribuito con il suo affresco “Ottobre” alla nascita del Museo all’aperto di Castagno (Pistoia) fondato a metà degli anni ’70 dal critico d’arte Tommaso Paloscia. Cosa ricorda di quegli anni? Cos’era per lei, per voi artisti, Castagno?

A Castagno ci trovavamo ogni estate, Tommaso “inventava” qualcosa per riunirci. Ricordo che una volta giudicammo noi stessi davanti ai colleghi, una sorta di difesa del nostro stile e della nostra ricerca, e il più convincente vinceva un prosciutto! Castagno era un appuntamento obbligato per tirare le somme di un anno di attività artistiche… Bello. Bello perché una volta l’anno diventavamo una famiglia che si riuniva intorno allo zio Tommaso.

Luca Alinari e Fabio De Poli a Castagno, mentre dipingevano i loro affreschi: “Ottobre” (De Poli) e “Novembre” (Alinari). Foto: dall’archivio di Tommaso Paloscia. Anno: 1975.

Luca Alinari e Fabio De Poli a Castagno, mentre dipingevano i loro affreschi: “Ottobre” (De Poli) e “Novembre” (Alinari). Foto: dall’archivio di Tommaso Paloscia. Anno: 1975.

Simonetta Paloscia, figlia di Tommaso, in un’intervista di qualche mese fa ci ha confidato un segreto: tra le oltre 40 opere d’arte realizzate nel borgo di Castagno, su invito e direzione del padre, gli affreschi realizzati da lei (Fabio De Poli) e Luca Alinari sono senza dubbio le opere a cui si sente più legata. Probabilmente anche perché eravate gli artisti coinvolti nel progetto più giovani, suoi coetanei. Ci ha persino mostrato una bellissima fotografia in bianco e nero, tratta dall’archivio del padre, in cui vediamo lei ed Alinari dipingere i vostri due affreschi, “Ottobre” e “Novembre”, che si trovano esattamente ancora sotto quell’arcata in pietra tra le abitazioni che dividono le due strade maestre del borgo. Di fronte ai vostri due affreschi, “Settembre” di Antonio Bueno. Era l’anno 1975 e quell’estate, con l’idea dei 12 affreschi dedicati ai mesi e affidati a diversi pittori, venne a crearsi il primo nucleo del Museo all’aperto. Cosa le viene in mente guardando questa foto?

Simonetta è cresciuta accanto a me e Luca, due artisti giovani ed emergenti, stimati e pungolati dal padre a fare sempre di più… (penso che a Tommaso gli abbiamo fatto fare una bella figura). Quella foto di cui parla l’ho rivista anch’io dopo tanti anni e mi ha commosso. Vedere il suo non-lavoro è un peccato, bisogna trovare una soluzione. Eravamo inesperti dell’affresco, eravamo artisti nuovi…

A sinistra: “Novembre” di Luca Alinari. A destra: “Ottobre” di Fabio De Poli. Foto: Rachele Salvioli, 12 Maggio 2019

Sì, lei ed Alinari eravate gli artisti più giovani e forse semplicemente per questo motivo ancora poco esperti con la tecnica dell’affresco. Purtroppo quello del pittore Luca Alinari (Firenze, 27 ottobre 1943 – Firenze, 15 marzo 2019) è diventato praticamente invisibile e al momento si è alla ricerca di documentazione fotografica per poterlo restaurare... Lei invece ha mantenuto la promessa che ci aveva fatto qualche mese fa, a “Castagno di Maggio”, durante il primo dei percorsi lenti organizzati per il borgo museo. Quest’estate ci ha regalato una bellissima sorpresa: ha restaurato il suo affresco “Ottobre” che è tornato lucente e coloratissimo. Adesso deve toglierci una curiosità: perché un capo indiano, un indiano d’America? Chi è “Nuvola Rossa” (Red Cloud, in inglese)? Come le venne in mente di dipingere questo particolare soggetto per rappresentare il mese di Ottobre? I colori qui predominanti, forti e intesi, del giallo e del rosso, ci ricordano i colori della natura quando inizia la stagione autunnale… ma perché un indiano d’America?

Io e Luca Alinari siamo cresciuti nella stessa galleria a Firenze, la mitica galleria Inquadrature di Marcello Innocenti. Negli anni in cui realizzai Nuova Rossa ci fu una presa di coscienza sullo sterminio degli indiani d’America: ricordo i film “Soldato Blu” e “Piccolo grande uomo”. Volevo sottolineare (come ancora faccio dedicando alcune opere ai grandi capi indiani americani) il valore di uomini che difesero la loro identità culturale. Mi fu assegnato Ottobre, come mese da rappresentare. I colori autunnali raccontano proprio la fine di una stagione, il tramonto dell’estate, una dolce malinconia… e questa malinconia io l’ho dedicata al capo-guerriero Nuvola Rossa.

Intorno all’affresco di Fabio De Poli durante l’evento Castagno di Maggio - percorso lento “Il borgo museo” - Foto: Rachele Salvioli, 12 maggio 2019


Ci racconti del borgo di Castagno: che rapporto esisteva tra voi artisti e gli abitanti, oltre alla famiglia Paloscia?

Erano molto accoglienti, ci ospitavano con gentilezza, curiosità, diffidenza… ma garantiva Tommaso! Ottimi pranzi. Grande Pro Loco.

Un’altra curiosità: esiste un ricco archivio su tutti voi artisti del Museo all’aperto di Castagno ad eccezione di una sola artista, Chiara Coda che - insieme a Diana Baylon - è tra le uniche due artiste donne ad aver contribuito (con tre sculture) alla collezione delle opere d’arte realizzate per il borgo in quegli anni. Sembra che nessuno in paese si ricordi di lei, eppure qualcuno deve per forza averla vista e conosciuta! Lei sa dirci qualcosa? Può aiutarci a svelare questo mistero?

Su Chiara Coda non so niente, è il famoso mistero di Castagno. Diventerà un CULT.

“La Madre”, una delle tre sculture di Chiara Coda presenti nel Museo all’aperto di Castagno. Foto: Rachele Salvioli, 12 maggio 2019


Quest’estate 2019, a Castagno abbiamo ripristinato la tradizione avviata negli anni ’70 da Tommaso Paloscia, ospitando sei artisti (di cui cinque donne!) provenienti da tutto il mondo, per una residenza di due settimane. Ci hanno così lasciato nuove opere d’arte che vanno ad impreziosire ulteriormente il Borgo Museo di Pistoia. Cosa ne pensa di questa iniziativa? Quali altre opere le piacerebbe vedere nel nostro borgo? Quali artisti o che tipo di artisti ci suggerisce di invitare e coinvolgere nel progetto per continuare ad arricchire ed espandere il Museo all’aperto di Castagno?

Vorrei vedere a Castagno opere di giovani artisti perché Castagno potrebbe diventare un luogo di memoria per loro come lo è per noi. Ma mi raccomando sceglieteli BRAVI!!!

Fabio De Poli davanti al suo affresco “Ottobre” il giorno in cui ci ha promesso che lo avrebbe restaurato! Foto: Rachele Salvioli, 12 maggio 2019


Concludo l’intervista con un ringraziamento da parte di tutto il CdP staff & degli Abitanti: GRAZIE di cuore, gentilissimo Fabio, per aver mantenuto la promessa e quindi restaurato l’affresco. È meraviglioso poter vedere di nuovo tutte “le emozioni, i sentimenti, i colori” del suo e del nostro “Ottobre”. Grazie!

“Ottobre” di Fabio De Poli in tre foto di Elena Mazzoni Wagner, Ottobre 2019

Le nuove opere d'arte nel Borgo Museo di Pistoia, 2019 - Foto & Video

Qui il nostro racconto nel video di Patrizio Piscitelli e nelle foto di Rachele Salvioli.


Le nuove opere d'arte nel #BorgoMuseo di Pistoia - estate 2019

In questo album, l'inaugurazione avvenuta sabato 21 settembre con alcuni "flashback" ovvero alcuni momenti della Residenza d'Artista trascorsa durante quest'estate a Castagno di Piteccio e vissuta da Amie Lin dal Taiwan, Bianca Tschaikner dall'Austria, Browzan dall'Inghilterra, Christiana Matos dal Brasile, Holly McKelvey dalla California, Marija Stankovic dalla Serbia.

Oltre alle loro opere d'arte, tra le novità di quest'anno, anche quelle di Pattern Nostrum, duo creativo dall'Italia che in occasione del Borgo Museo Festival (tenutosi il 30 giugno) ha realizzato presso la Pro Loco sia un murale permanente che un'installazione temporanea (questa visibile sino a fine ottobre).

Si è concluso così il progetto "Residenza d’Artista 2019" a cura di CCT-SeeCity per la Pro Loco di Castagno, con il patrocinio del Comune di Pistoia, realizzato grazie alla meravigliosa e accogliente ospitalità degli Abitanti di Castagno e al contributo della Fondazione Caript, ottenuto attraverso la vincita del Bando Sviluppo e Cultura 2019.


GRAZIE di cuore a chi ha partecipato all'inaugurazione e a chi non è riuscito ma vorrà prenotare una visita guidata! Vi ricordiamo che il nostro Museo all'aperto - fondato a metà degli anni '70 dal critico d'arte Tommaso Paloscia - è sempre aperto! Sul nostro sito web potete direttamente prenotare un tour. Per maggiori info: castagnodipiteccio@gmail.com | +39 366 9777735. Vi aspettiamo! 💚🌰 CdP staff

GRAZIE FAI! 🍁🧡🍁

Grazie di cuore per aver scelto anche Castagno di Piteccio, ovvero il #BorgoMuseo di Pistoia, insieme ad altri ed oltre 700 luoghi che sono stati aperti in tutta Italia (sabato 12 e domenica 13 ottobre) in occasione delle Giornate FAI d'Autunno 2019.

Lo diciamo? Anzi, lo vogliamo gridare insieme?! È stato un SUCCESSO!!!

Domenica 13 Ottobre 2019 è stata la nostra Giornata FAI, una giornata che qui non dimenticheremo MAI, una data che entra con gloria nella nostra Storia! 732 ingressi registrati in un solo giorno, ovvero almeno 732 persone provenienti da tutta la Toscana (e non solo) che hanno visitato il nostro borgo e museo all’aperto, accolte e guidate dai volontari del Gruppo FAI Pistoia e FAI Giovani - Pistoia. Un numero impressionante per il nostro minuscolo e prezioso luogo. Senza contare le tante persone che, leggendo la notizia sui giornali ma non potendo venire di domenica, sono venuti comunque a trovarci di sabato e come “guide” hanno trovato i nostri abitanti :)

Onestamente non ci aspettavamo un tale successo. Grazie davvero di cuore al FAI, alla Pro Loco, agli Artisti della nostra “Rive Gauche” e agli Artisti invitati, grazie a tutti gli Abitanti e agli Amici che hanno collaborato all’organizzazione. Non potevamo concludere in modo più entusiasmante la nostra “stagione eventi” 2019. Voi però non smettete di venire a visitare ed esplorare il nostro borgo museo! Vi ricordiamo che - su richiesta e prenotazione - è sempre possibile fare esperienza di una visita guidata. Per tutte le info: www.castagnodipiteccio.it

E così, col cuore esploso di gioia, come si vede nei sorrisi di Aldo & Riccardo (Presidente & Vice della Pro Loco di Castagno) a fine #GiornataFAI (scorri all’ultima foto), vi stringiamo tutti insieme in un unico fortissimo abbraccio di ringraziamenti, tutti quanti voi che (organizzatori, collaboratori, visitatori) avete partecipato. 

🤗💚🌰 

GRAZIE, CdP staff & gli Abitanti

Il mestiere di con-vivere: il tema dei 'Dialoghi sull'uomo 2019' che è quotidianità a Castagno

Questo weekend - 24, 25 e 26 maggio - Pistoia ospita la X edizione dei Dialoghi sull’uomo, il famoso festival d’antropologia che ogni anno indaga l’attualità insieme a vari pensatori contemporanei. Tema del 2019 è “Il mestiere di con-vivere: intrecciare vite, storie e destini”.

Gli abitanti di Castagno conoscono bene questo “mestiere”.

Da sempre, inevitabilmente, qui le vite si incrociano con quelle dei vicini e di qualsiasi visitatore del borgo. Forse grazie alle dimensioni “minuscole” del luogo, la convivenza è naturale e spontanea. I vicoli e la piazzetta con l’antica fontana, da cui tutti bevono l’acqua che per qualche ragione “è più buona di quella nelle case”, sono come un’estensione delle abitazioni. Pubblico e privato si mescolano quotidianamente. Ecco perché è fondamentale prendersi cura dell’ambiente, perché è la “nostra” casa, quella di tutti e quindi anche mia. Ecco perché il borgo è così ben curato dai suoi abitanti. Ecco perché Aldo, mentre cammina, si ferma a raccogliere da terra un sacchetto di plastica portato dal vento. Ecco perché qui chi si incontra non può che salutare l’altro, scambiare qualche parola (magari da finestra a finestra) e, spesso e volentieri, anche un invito a fare qualcosa insieme, a condividere un caffè oppure un “lavoretto” come la raccolta delle olive…

La fontana del 1826 nella piazzetta di Castagno

La fontana del 1826 nella piazzetta di Castagno

L’orto di Riccardo. L’orto del Paese.

Qui il privato sfuma nel pubblico e viceversa. Le staccionate, i muretti e cancelletti, sono solo una decorazione. Spesso gli spazi personali si convertono in luoghi aperti alla collettività. Un esempio è il piccolo orto di Riccardo, castagnolo da circa dieci anni: “Il piccolo orto di casa mia è l’orto di tutto il paese” - racconta - “chiunque può procurarsi qualche foglia di salvia o rosmarino ed io sono contentissimo: più le piante vengono tagliate, più crescono!”. E mentre lo dice, passa un ragazzino, il figlio dei vicini, con forbici e mazzetto verde: “Ciao Riccardo, ti ho appena preso un po’ di salvia”.

Qui anche gli elementi naturali ci parlano di convivenza: in tutto il borgo i ciottoli dei vicoli si alternano armoniosamente ai fili d’erba verdeggianti e i fiori interrompono le pietre per spuntare dai cinerei muriccioli.

Tutto qui con-vive e stare insieme sembra l’unico modo possibile per stare bene.

I Dialoghi da non perdere!

Il tema proposto dai Dialoghi sull’uomo 2019 è la nostra quotidianità e siamo quindi molto curiosi di scoprire come lo racconteranno e approfondiranno gli ospiti di quest’anno. Ecco alcuni incontri, secondo noi, da non perdere!

  • Venerdì 24 Maggio, ore 17.30

Insieme... - Enzo Bianchi

Davanti al quadro sconsolante di una società ormai incapace di ascoltare se stessa, invasa dall’egolatria dominante e dai comportamenti incivili che propongono solo parole e gesti carichi di odio, emerge l’urgenza di riconoscere la presenza di una spiritualità che fa dire che l’umanità è una. Spiritualità non intesa in stretto senso religioso, ma come vita interiore profonda, come impegno nelle vicende umane, come ricerca di un vero servizio agli altri, attenta alla dimensione estetica e alla creazione di bellezza nei rapporti umani.

Luogo: Piazza del Duomo, Pistoia. Gratuito.

  • Sabato 25 Maggio, ore 11.00

Siamo individui o condividui? Un incontro tra biologia e antropologia - Elena Gagliasso con Francesco Remotti

Nulla di più naturale che pensarci come individui: “io sono io e basta”. Presso altre società gli antropologi si sono imbattuti in modi assai diversi di rappresentare l’io o la persona, cioè come esseri plurali e divisibili, a cui hanno dato il nome di dividui. Riflettendoci, si scopre che questi esseri spesso sono anche concepiti come piccole società. L’io è un insieme, una convivenza, non un individuo, e nemmeno un “dividuo”, ma un condividuo. Gli antropologi credevano di avere fatto una bella scoperta. E invece no: anche i biologi, da quando hanno iniziato a studiare i microorganismi e le forme di simbiosi interne, hanno messo in discussione il concetto di individuo e di identità individuale e scoperto che quelli che noi chiamiamo normalmente individui in realtà sono “condividui”. Insomma, biologi e antropologi hanno percorso due strade lontane tra loro che, però, a un certo punto si incrociano, con soddisfazione di entrambi (e forse non solo loro).

Luogo: Piazza San Bartolomeo, Pistoia. Biglietto: 3€

  • Sabato 25 Maggio, ore 18.30

Siamo esseri sociali? Un dialogo tra neuroscienze e filosofia - Giacomo Rizzolatti con Corrado Sinigaglia

“Mettiti nei miei panni!”, “Cosa faresti al mio posto?”. A tutti è capitato di sentirsi rivolgere una richiesta di questo tipo da qualcuno che desiderava ricevere un consiglio. Quello che forse non abbiamo mai immaginato è che tale appello fosse indirizzato a un vasto numero di aree cerebrali con funzioni e caratteristiche assai differenti. A quasi trent’anni dalla loro scoperta, oggi sappiamo che i neuroni specchio non sono una bizzarria di una piccola porzione della corteccia, ma riflettono un meccanismo fondamentale di funzionamento del cervello. Sono infatti alla base della nostra facoltà di comprendere le azioni e le emozioni altrui. Si tratta di una comprensione particolare, che avviene dall’interno. Sotto certi aspetti, ciò di cui facciamo esperienza quando osserviamo gli altri agire o provare un’emozione non è diverso da quando agiamo o proviamo un’emozione in prima persona. Un neuroscienziato e un filosofo ci parlano del nostro “essere sociali”.

Luogo: Piazza del Duomo, Pistoia. Biglietto: 3€

  • Sabato 25 Maggio, ore 21.15

Vandana Shiva - Impariamo a condividere il nostro pianeta: è di tutti!

La nostra coscienza di poter essere il cambiamento, come diceva Gandhi, è la base da cui partire per coltivare la speranza, l’amore e la compassione in quest’epoca di disperazione, paura e odio. La speranza si fonda dunque sull’unione, sulla filosofia della Terra intesa come un’unica famiglia. Ce la faremo impegnandoci a partecipare in ogni momento alla difesa e alla rigenerazione del tessuto naturale e sociale della vita." - Vandana Shiva riceverà il Premio internazionale Dialoghi sull’uomo.

Luogo: Piazza del Duomo, Pistoia. Biglietto: 3€

  • Domenica 26 Maggio, ore 17.30

Shahram Khosravi - Ancora un passo e sarò altrove. Riflessioni di un antropologo migrante illegale.

La riflessione che propone Shahram Khosravi verte sulla natura dei confini, fisici e politici, sui rituali e sulle pratiche dell’attraversamento e prende le mosse sia da una ricerca sul campo sia da un’esperienza di migrazione illegale vissuta in prima persona trent’anni fa. Ne emerge un percorso di studio rigoroso sulle frontiere, sulle migrazioni, sulle disuguaglianze e sulle discriminazioni contemporanee che coniuga la metodologia etnografica con narrazioni dense di sensazioni ed emozioni.

Luogo: Piazza San Bartolomeo, Pistoia. Biglietto: 3€.

Qui il programma completo dei Dialoghi sull’uomo 2019.


Venite a trovarci!

Fra una conferenza e l’altra avrete sicuramente il tempo per visitare Castagno (che dista solo 12 km dalla città di Pistoia ed è facilmente raggiungibile, sia in auto che in treno). Venite a trovarci, a provare quel senso di naturale convivenza che esiste nel nostro piccolo grande borgo museo, a stare bene insieme a noi!

Vi aspettiamo a Castagno di Maggio (questo weekend, gli ultimi percorsi lenti), ai prossimi eventi (segnate in agenda il Borgo Museo Festival: domenica 30 giugno) e sempre, in qualsiasi giorno abbiate voglia o bisogno di convivere e condividere momenti di semplice benessere e autentica bellezza, tra arte e natura! ;)

Intervista a Simonetta Paloscia: un racconto di Castagno tra bei ricordi e nuove idee!

Qui un’intervista di Elena Mazzoni Wagner a Simonetta Paloscia per la nostra nuova rubrica #WomenInCulture, nata a seguito della #MuseumWeek 2019. Buona lettura!

Simonetta Paloscia a Castagno il 12 Maggio 2019, durante il percorso lento “Il borgo museo” - Foto: Rachele Salvioli.

Simonetta Paloscia a Castagno il 12 Maggio 2019, durante il percorso lento “Il borgo museo” - Foto: Rachele Salvioli.

Simonetta Paloscia, il suo cognome racchiude una bellissima e curiosa storia legata all'Arte. In questa intervista la approfondiremo. Intanto, ci racconti un po' di lei...

Mi ritengo una persona molto curiosa e quindi interessata a tanti argomenti diversi. Come scelta di studi prima e lavorativa dopo ho privilegiato gli aspetti scientifici laureandomi in Scienze Agrarie e lavorando poi col Consiglio Nazionale delle Ricerche su temi di tipo ambientale e di osservazione della Terra dallo spazio. Non sono sicura che certe scelte non siano anche state dovute ad una volontaria presa di distanza dall’ambiente familiare e dalla figura un po’ ingombrante di mio padre. Ho sempre avuto il timore che di me si dicesse, se mi fossi occupata per esempio di storia dell’arte, “per forza, è la figlia del Paloscia!”. Questo non toglie che l’arte contemporanea insieme con la letteratura siano alcune mie passioni che ho sempre coltivato a latere. Tanto per fare un esempio scrivo poesie e ho anche pubblicato qualche libriccino per mia soddisfazione personale.

Suo padre, Tommaso Paloscia, è il fondatore del Museo all'aperto di Castagno. Lei era una bambina. Che ricordi ha di quegli anni '70 in cui Castagno era un rinomato luogo di villeggiatura e frequentato da tanti artisti?

Allora, tanto bambina non ero, visto che nel 1974 quando è cominciato il premio Castagno avevo bene o male già 16 anni. Per me è sempre stato un grande divertimento vedere il paese trasformarsi in quelle estati e passare dalla fase sonnolenta e un po’ noiosa, tipica di tutti i piccoli paesi soprattutto in periodo estivo, ad una attività frenetica dove tutti erano impegnati a fare le cose più disparate. Chi dipingeva, chi cucinava, chi cercava oggetti necessari e mancanti, chi girava per il paese. Insieme alle attività del Premio c’erano infatti anche quelle legate ad altre iniziative, come l’ex-tempore, le cacce al tesoro, le cronoscalate che erano invece organizzate dall’Avvocato Buzio e che portavano tante facce nuove in paese. La maggior parte degli artisti del Premio Castagno erano quelli che frequentavo a Firenze in occasione delle inaugurazioni delle mostre e delle cene e che quindi conoscevo molto bene.

Chi era suo padre? 

Bella domanda! Difficile rispondere. Era una persona deliziosa (ma lo so che sono di parte), molto dolce, curiosa, abbastanza schiva. Giornalista, critico d’arte, ma anche, e non tutti lo sanno, caricaturista e disegnatore e come lo ha definito qualcuno “uno dei personaggi più sommessi e straordinari di Firenze”. Giampiero Masieri, uno dei suoi colleghi de La Nazione ha scritto di lui quando è scomparso: “I colleghi anziani lo chiamavano Sisino, quelli di mezzo Tommaso, i più giovani dottor Paloscia. “La Nazione” aveva una sorella, minore ma non dimessa, “Nazione Sera”. Redattore capo, con il potere di fare e disfare, era Tommaso Paloscia, giornalista anzitutto, ma anche vignettista e non ultimo pittore.” Per me un babbo (anzi papà perché lui non era toscano e il termine babbo non gli era familiare) affettuoso e meraviglioso, non molto presente fisicamente perché al giornale aveva orari terribili, ma che mi teneva sulle ginocchia per farmi disegnare “Conchio”, come lo chiamavo io, ovvero Pinocchio.

E perché secondo lei si è innamorato di questo luogo? Cosa ha di tanto speciale Castagno? 

L’innamoramento per Castagno è venuto in seguito alla ricerca di un posto dove trascorrere le domeniche e parte delle ferie estive. Un suo collega, Fernando Chirici, gli suggerì questo posto perché anche lui aveva casa qui. Cominciammo venendo un’estate, come si faceva in tanti all’epoca (ed ero sì veramente una bambina) affittando una stanza in una casa del paese (credo anche di ricordarmi quale). Poi mio padre comprò un pezzetto di terra tanto per poter venire a fare dei pic-nic domenicali e poi infine la casa, che ancora è nostra, un po’ fuori paese. Castagno è un posto dell’anima e non solo degli occhi. Voglio dire che il paesino è delizioso ma per me è anche ricordi d’infanzia, quando si veniva su anche con mia nonna e si scaldavano i letti col ‘prete’ e io e lei si dormiva nello stesso lettino, una da capo e l’altra da piedi. Vuole dire l’odore delle ‘bruciate’ (o ‘fruciade’ come le chiamano qui), il puzzo di fumo del camino che non tirava, la nebbia appenninica, le giornate di pioggia chiusa in casa a leggere. In sostanza, odio e amore, odio soprattutto in inizio di adolescenza (13-14 anni) quando non mi piaceva venire su e avrei preferito restare a Firenze con gli amici.

Che rapporto esisteva in quegli anni tra il Museo, quindi l'arte, e gli abitanti del borgo?

Come in tutti i posti c’erano persone favorevoli a cui le iniziative piacevano e che si davano da fare per cercare di aiutare mio padre e l’Avvocato Buzio in tutte le loro richieste, ed altri che erano sostanzialmente indifferenti o addirittura contrari. Uno dei più grandi ‘sostenitori era Ildo il proprietario della bottega e poi del ristorante che metteva a tavola senza battere ciglio tutte le persone che mio padre portava a Castagno. E ovviamente la Pro-loco onnipresente organizzatrice di tutte queste attività, soprattutto nelle persone dei fratelli Romagnani (Aldo e Giovanni, il primo sempre superattivo e il secondo purtroppo scomparso troppo presto).

La via delle artiste donne a Castagno, con le sculture “La madre” di Chiara Coda e “L’unione” di Diana Baylon - Foto: Rachele Salvioli, 12 Maggio 2019

La via delle artiste donne a Castagno, con le sculture “La madre” di Chiara Coda e “L’unione” di Diana Baylon - Foto: Rachele Salvioli, 12 Maggio 2019

Domanda legata al tema principale della #MuseumWeek 2019: #WomenInCulture. Tra le opere che troviamo al Museo all'aperto di Castagno, ci sono alcune sculture firmate da due donne: Chiara Coda e Diana Baylon. Tutte le altre sono di artisti uomini. Cosa sa dirci di queste due artiste donne? 

Conoscevo piuttosto bene Diana Baylon, artista eclettica e internazionale con una personalità prorompente, mentre non so assolutamente niente di Chiara Coda, della quale non ho trovato traccia nemmeno nello sterminato archivio di Tommaso. Mi viene da pensare che avesse spontaneamente aderito ad una delle chiamate a correo che mio padre spesso lanciava alle mostre fiorentine chiedendo delle opere da esporre al Museo di Castagno. Altro non so e sarà difficile saperne di più a meno che non sia lei a farsi viva.

Ci confidi un segreto, se può. Qual è, tra tutte le opere del Museo, la sua preferita? O a quale si sente più legata? E perché?  

Sono molto legata ai due affreschi di Alinari e De Poli perché erano gli artisti più vicini a me di età e alle cui mostre andavo più volentieri. Allego (qui sotto) una foto di loro che dipingono le proprie opere nel 1975. Peccato che quella di Alinari sia veramente scomparsa perché il tempo non ha avuto pietà dei suoi acrilici. De Poli ha promesso che restaurerà la sua, speriamo.

Luca Alinari e Fabio De Poli a Castagno, mentre dipingevano i loro affreschi: “Ottobre” (De Poli) e “Novembre” (Alinari). Foto: dall’archivio di Tommaso Paloscia.

Luca Alinari e Fabio De Poli a Castagno, mentre dipingevano i loro affreschi: “Ottobre” (De Poli) e “Novembre” (Alinari). Foto: dall’archivio di Tommaso Paloscia.

Ci racconti ancora un ricordo, un momento particolare trascorso a Castagno in passato e che in qualche modo ha segnato la sua vita. 

Ricordi legati a Castagno ne ho tanti, difficile sceglierne uno. Ricordo con gioia i pranzi di tante persone (20-30) che la mamma (poverella!) organizzava alla Vigna (dove è casa nostra) in occasione delle vendemmie e delle ciliegiate. Dove c’erano amici sia miei che di mio padre e dove si stava in allegria a tavola dopo aver faticato a raccogliere uva o ciliegie (appunto) e non sempre col bel tempo. Dove ospiti immancabili erano Alfredo Fabbri (pittore pistoiese, autore di uno degli affreschi) e sua moglie Mary. In queste occasioni gli ospiti firmavano, e chi voleva faceva anche un disegno o scriveva un testo, una poesia, un quaderno a ricordo della bella giornata passata in compagnia. Ovviamente a casa ho ancora tutti questi quaderni e li guardo sempre con un po’ di nostalgia.

Riguardo il futuro invece, cosa immagina per il Museo all'aperto di Castagno?

Dipenderà da tante cose ovviamente ma mi piacerebbe poter continuare a portare opere al paese anche se ovviamente non ho il potere contrattuale di mio padre e mi dovrò basare solo su rapporti di amicizia. In ogni caso spero che si possano restaurare le opere esistenti in modo da renderle anche più durature.

Quali (o che tipo di) artisti contemporanei le piacerebbe invitare per ripristinare la tradizione avviata negli anni '70 da suo padre a Castagno, e quindi ricominciare ad arricchire e diffondere il Museo all'aperto?

Stavo pensando a portare su qualche opera di artiste che sono purtroppo poco rappresentate al Museo. Questo accade sia per ragioni storiche (nel senso che il numero di donne che lavora e lavorava, soprattutto all’epoca, nel settore artistico, era esiguo rispetto al numero dei collegi maschi) che forse anche per ragioni culturali legate proprio a mio padre - che non potrei definire un maschilista ma nemmeno un femminista sfegatato, e prediligeva i rapporti con gli artisti uomini. Vedremo cosa riuscirò a fare, ho qualche ideuzza…

Che lei sappia, esistono in Italia o nel Mondo, altri Borghi Musei come Castagno? Se sì, quali/dove?

Conosco sicuramente anche per esserci stata Lizzano (una frazione del comune di San Marcello Piteglio, nella provincia di Pistoia) dove ci sono degli affreschi sulle pareti delle case. Viene infatti chiamato il paese dei murales. Altri esempi non mi vengono in mente ma mi sembra che il Museo all’aperto di Castagno sia un’esperienza abbastanza unica.

Infine, un sogno nel cassetto: esprima un desiderio per Castagno di Piteccio, il Borgo Museo di Pistoia! 

Mah, soprattutto il desiderio e l’auspicio che non se ne perda memoria e che le opere esistenti vangano conservate al meglio. Se poi si riuscisse a incrementare il numero delle opere esposte sarebbe ovviamente anche meglio. Ci vorrebbe però che il paese riuscisse a riemergere da questa condizione di abbandono in cui sta versando da diversi anni non solo con iniziative ed eventi di tipo culturali come quelle che state portando avanti voi ma anche con attività, per esempio, di ristorazione. Chi arriva oggi a Castagno trova un paesino bellissimo ma senza nemmeno uno spazio dove prendere un caffè o mangiare un panino. Sarò prosaica ma credo che questo genere di attività ‘collaterali’ potrebbero aiutare molto la rinascita di un minuscolo paese come questo.

Simonetta Paloscia a Castagno il 12 Maggio 2019, durante il percorso lento “Il borgo museo” (la pioggia non ci ha fermati!) - Foto: Rachele Salvioli.

Simonetta Paloscia a Castagno il 12 Maggio 2019, durante il percorso lento “Il borgo museo” (la pioggia non ci ha fermati!) - Foto: Rachele Salvioli.

Castagno di Maggio 2019 - percorsi lenti

Castagno di Piteccio, Pistoia - In programma, nelle domeniche di maggio, quattro passeggiate a tema (La città di Pistoia, Il borgo museo, I castagni secolari, L’archeologia industriale) più un percorso notturno, nati dalla recente pubblicazione del libro guida ‘Castagno di Piteccio – Il borgo museo di Pistoia’.

Castagno di Maggio - percorsi lenti - con loghi.jpg

DOMENICA 5 MAGGIO - PERCORSO LENTO “LA CITTÀ DI PISTOIA”

Biciclettata dal borgo di Castagno, passando per la stazione di Piteccio, fino ad arrivare al parco di Villa Puccini. Qualsiasi bicicletta è adatta al percorso, dalla Graziella alla mountain bike. Ore 9.00, ritrovo alla stazione di Pistoia. Arrivo a Castagno e possibilità di fare colazione alla Pro Loco. Ore 11.00, discesa in bici verso Pistoia. Ore 13.30, arrivo a Villa Puccini e pranzo al sacco. Infine, visita nel parco. ISCRIZIONE obbligatoria e aperta ad un massimo di 20 persone. Tour guidato: 15 euro. Biglietto treno: 2,60 euro.

ATTENZIONE! A causa del brutto tempo, il percorso lento “La città di Pistoia” di DOMENICA 5 MAGGIO è stato posticipato a SABATO 25 MAGGIO. Il resto del programma resta invariato! 

DOMENICA 12 MAGGIO - PERCORSO LENTO “IL BORGO MUSEO”

Un percorso che esplora il museo a cielo aperto di Castagno, a fianco di una guida esperta che racconterà la storia del borgo e delle opere d’arte che custodisce. Ore 9.00, ritrovo alla stazione di Pistoia. Arrivo a Castagno e visita al borgo museo. Possibilità di pranzare alla Pro Loco, in alternativa pranzo al sacco. Ore 16.00 circa, rientro in treno a Pistoia. ISCRIZIONE obbligatoria e aperta ad un massimo di 20 persone. Tour guidato: 15 euro. Biglietti treno a/r: 5,20 euro. Pranzo al sacco oppure alla Pro Loco su prenotazione (15 euro).

SABATO 18 MAGGIO - PERCORSO LENTO “LA NOTTE DEI MUSEI”

Un percorso notturno che esplora il museo a cielo aperto di Castagno sotto le stelle e a lume di lanterna, a fianco di una guida esperta che racconterà la storia del borgo e delle opere d’arte che custodisce. Festeggeremo così La Notte Europea dei Musei 2019, con una visita in compagnia di lanterne che si accenderanno grazie all'energia solare, quelle di Liter of Light Italia. Ore 21.30, ritrovo alla Pro Loco di Castagno. Visita al borgo museo. Possibilità di cenare alla Pro Loco, prima della visita (ore 20.00). ISCRIZIONE obbligatoria e aperta ad un massimo di 20 persone. Tour guidato: 15 euro. Cena alla Pro Loco su prenotazione (15 euro).

DOMENICA 19 MAGGIO - PERCORSO LENTO “I CASTAGNI SECOLARI”

Un percorso tra i boschi intorno a Castagno alla ricerca dei suoi giganteschi castagni secolari, raccogliendo nozioni di botanica e curiosità sulla natura, flora e fauna, che circonda il borgo. Ore 12.00, ritrovo alla stazione di Pistoia. Arrivo a Castagno e possibilità di pranzare alla Pro Loco, in alternativa pranzo al sacco. Ore 19.00 circa, rientro in treno a Pistoia. ISCRIZIONE obbligatoria e aperta ad un massimo di 20 persone. Tour guidato: 15 euro. Biglietti treno a/r: 5,20 euro. Pranzo al sacco oppure alla Pro Loco su prenotazione (15 euro).

DOMENICA 26 MAGGIO - PERCORSO LENTO "L'ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE"

Un percorso che esplora le tracce intorno al borgo di una delle opere ingegneristiche più importanti dell’800: la Ferrovia Porrettana. La guida ci racconterà storia, tecnologia, curiosità di questa grande impresa. Ore 12.00, ritrovo alla stazione di Pistoia. Arrivo a Castagno e possibilità di pranzare alla Pro Loco, in alternativa pranzo al sacco. Ore 19.00 circa, rientro in treno a Pistoia. ISCRIZIONE obbligatoria e aperta ad un massimo di 20 persone. Tour guidato: 15 euro. Biglietti treno a/r: 5,20 euro. Pranzo al sacco oppure alla Pro Loco su prenotazione (15 euro).


PER INFO ED ISCRIZIONI:

EMAIL CASTAGNODIPITECCIO@GMAIL.COM

TEL. +39 339 6086642

Castagno di Maggio – percorsi lenti per riscoprire il #BorgoMuseo di Pistoia

In programma, nelle domeniche di maggio, quattro passeggiate a tema (La città di Pistoia, Il borgo museo, I castagni secolari, L’archeologia industriale) più un percorso notturno, nati dalla recente pubblicazione del libro guida ‘Castagno di Piteccio – Il borgo museo di Pistoia’. Previsto per sabato 29 giugno un festival con laboratori artistici per bambini, bagni in piscina, street art e kiss point, musica e altre attività. A luglio, una residenza per artisti

Castagno di Maggio - percorsi lenti - con loghi.jpg

Nell’anno nazionale del turismo lento, Castagno di Piteccio invita cittadini e viaggiatori a riscoprire il Borgo Museo di Pistoia attraverso quattro percorsi lenti con quattro temi diversi (La città di Pistoia, Il borgo museo, I castagni secolari, L’archeologia industriale) più uno notturno, a lume di lanterna, per festeggiare la Notte Europea dei Musei 2019. Un progetto a cura di CCT-SeeCity per la Pro Loco di Castagno, realizzato con la compartecipazione del Comune di Pistoia ed in collaborazione con Tuscany Hiking e FAI Giovani Pistoia.

LA PUBBLICAZIONE DEL LIBRO GUIDA
Il programma Castagno di Maggio è l’evoluzione dei quattro percorsi lenti mappati e proposti dal libro guida ‘Castagno di Piteccio – Il borgo museo di Pistoia’ firmato da Erika Mazzoni Wagner e pubblicato (ad aprile 2019) da CCT-SeeCity. Si tratta di un prodotto editoriale nato come tesi di laurea da un appassionato studio del territorio. Un libro guida per chi, cittadino o viaggiatore, ha la curiosità di conoscere questo antico piccolo borgo che, nel Comune di Pistoia, è anche museo a cielo aperto, contribuendo a sostenere le attività della Pro Loco che se ne prende cura.

POI UN FESTIVAL, LA RESIDENZA D’ARTISTA E IL MUSEO DIFFUSO
L'iniziativa Castagno di Maggio e il libro guida sono solo l’inizio di un progetto che vuole riavvicinare la città di Pistoia al suo Borgo Museo e rilanciare questo luogo - tanto prezioso quanto dimenticato - come destinazione turistica, meta ideale per chi ama vagare tra arte e natura.
Tra i prossimi eventi, anche un festival in programma per sabato 29 giugno: una grande festa con varie attività, laboratori artistici per bambini, bagni in piscina, street art e kiss point, musica e altre sorprese. E poi a luglio, la residenza d'artista: gli abitanti del borgo di Castagno ospiteranno uno o più artisti - selezionati attraverso la Call for Artists aperta sul sito www.castagnodipiteccio.it (fino al 1° maggio) - che in due settimane dovranno realizzare un’opera per il Museo all’aperto. La Call ha sinora raccolto oltre 100 candidature provenienti da tutto il Mondo (da Berlino, Londra, Parigi a New York; da tutta Europa agli Stati Uniti d’America, dall’Africa all’Australia, dall’India al Giappone, etc...) e a giugno saranno annunciati gli artisti invitati. Una residenza d’artista, quindi, che nasce con l’idea di ripristinare quella tradizione locale che in passato ha reso Castagno un borgo così speciale, e con l’intenzione di ripeterla annualmente. Il sogno è di arricchire ed espandere la collezione attuale (42 opere d’arte) immaginando un museo sempre più diffuso che, seguendo le strade ed in particolare la Ferrovia Porrettana, da Castagno arriva ai paesi attorno e alla città di Pistoia.

VIDEO - Grazie a TVL TVlibera per il servizio! Solo una piccola nota: qui chi parla non è Erika Mazzoni Wagner (autrice del libro guida) ma sua sorella Elena Mazzoni Wagner (fondatrice di CCT-SeeCity e curatrice del progetto).

FOTO - Alla conferenza stampa tenuta il 24 Aprile 2019 nello spazio Viabuonfanti42 a Pistoia, sono intervenuti: Elena Mazzoni Wagner (fondatrice di CCT-SeeCity), Aldo Romagnani (Presidente della Pro Loco di Castagno), Michel Bruni (guida ambientale escursionistica, fondatore di Tuscany Hiking), Susanna Bonacchi (vicereferente Gruppo FAI Giovani Pistoia) e Alessandro Tomasi, Sindaco del Comune di Pistoia. Inoltre, presenti: Simonetta Paloscia (figlia del fondatore del Museo all'aperto di Castagno, ovvero Tommaso Paloscia) ed Erika Mazzoni Wagner (autrice del libro guida 'Castagno di Piteccio - Il borgo museo di Pistoia').


CASTAGNO di MAGGIO 2019

IL PROGRAMMA dei PERCORSI LENTI

DOMENICA 5 MAGGIO - PERCORSO LENTO “LA CITTÀ DI PISTOIA”

Biciclettata dal borgo di Castagno, passando per la stazione di Piteccio, fino ad arrivare al parco di Villa Puccini. Qualsiasi bicicletta è adatta al percorso, dalla Graziella alla mountain bike. Ore 9.00, ritrovo alla stazione di Pistoia. Arrivo a Castagno e possibilità di fare colazione alla Pro Loco. Ore 11.00, discesa in bici verso Pistoia. Ore 13.30, arrivo a Villa Puccini e pranzo al sacco. Infine, visita nel parco. ISCRIZIONE obbligatoria e aperta ad un massimo di 20 persone. Tour guidato: 15 euro. Biglietto treno: 2,60 euro.

ATTENZIONE! A causa del brutto tempo, il percorso lento “La città di Pistoia” di DOMENICA 5 MAGGIO è stato posticipato a SABATO 25 MAGGIO. Il resto del programma resta invariato! 

DOMENICA 12 MAGGIO - PERCORSO LENTO “IL BORGO MUSEO”

Un percorso che esplora il museo a cielo aperto di Castagno, a fianco di una guida esperta che racconterà la storia del borgo e delle opere d’arte che custodisce. Ore 9.00, ritrovo alla stazione di Pistoia. Arrivo a Castagno e visita al borgo museo. Possibilità di pranzare alla Pro Loco, in alternativa pranzo al sacco. Ore 16.00 circa, rientro in treno a Pistoia. ISCRIZIONE obbligatoria e aperta ad un massimo di 20 persone. Tour guidato: 15 euro. Biglietti treno a/r: 5,20 euro. Pranzo al sacco oppure alla Pro Loco su prenotazione (15 euro).

SABATO 18 MAGGIO - PERCORSO LENTO “LA NOTTE DEI MUSEI”

Un percorso notturno che esplora il museo a cielo aperto di Castagno sotto le stelle e a lume di lanterna, a fianco di una guida esperta che racconterà la storia del borgo e delle opere d’arte che custodisce. Festeggeremo così La Notte Europea dei Musei 2019, con una visita in compagnia di lanterne che si accenderanno grazie all'energia solare, quelle di Liter of Light Italia. Ore 21.30, ritrovo alla Pro Loco di Castagno. Visita al borgo museo. Possibilità di cenare alla Pro Loco, prima della visita (ore 20.00). ISCRIZIONE obbligatoria e aperta ad un massimo di 20 persone. Tour guidato: 15 euro. Cena alla Pro Loco su prenotazione (15 euro).

DOMENICA 19 MAGGIO - PERCORSO LENTO “I CASTAGNI SECOLARI”

Un percorso tra i boschi intorno a Castagno alla ricerca dei suoi giganteschi castagni secolari, raccogliendo nozioni di botanica e curiosità sulla natura, flora e fauna, che circonda il borgo. Ore 12.00, ritrovo alla stazione di Pistoia. Arrivo a Castagno e possibilità di pranzare alla Pro Loco, in alternativa pranzo al sacco. Ore 19.00 circa, rientro in treno a Pistoia. ISCRIZIONE obbligatoria e aperta ad un massimo di 20 persone. Tour guidato: 15 euro. Biglietti treno a/r: 5,20 euro. Pranzo al sacco oppure alla Pro Loco su prenotazione (15 euro).

DOMENICA 26 MAGGIO - PERCORSO LENTO "L'ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE"

Un percorso che esplora le tracce intorno al borgo di una delle opere ingegneristiche più importanti dell’800: la Ferrovia Porrettana. La guida ci racconterà storia, tecnologia, curiosità di questa grande impresa. Ore 12.00, ritrovo alla stazione di Pistoia. Arrivo a Castagno e possibilità di pranzare alla Pro Loco, in alternativa pranzo al sacco. Ore 19.00 circa, rientro in treno a Pistoia. ISCRIZIONE obbligatoria e aperta ad un massimo di 20 persone. Tour guidato: 15 euro. Biglietti treno a/r: 5,20 euro. Pranzo al sacco oppure alla Pro Loco su prenotazione (15 euro).

Per info ed iscrizioni:


SITO WEB www.castagnodipiteccio.it

EMAIL castagnodipiteccio@gmail.com

TEL. +39 339 6086642


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