#BorgoMuseo

Anche il #BorgoMuseo di Pistoia partecipa alla #GiornataDelContemporaneo 2020!

La Giornata del Contemporaneo è il grande evento annuale, promosso da AMACI (Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani) con il sostegno del MiBACT - Direzione Generale Creatività Contemporanea, che celebra l’arte contemporanea favorendo la partecipazione di più soggetti e realtà possibili per promuovere e far emergere con forza la rete del contemporaneo, nazionale e internazionale.

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SABATO 5 DICEMBRE 2020

La 16* edizione si svolge oggi, sabato 5 dicembre 2020, con una grande campagna di comunicazione: musei, fondazioni, istituzioni pubbliche e private, gallerie, studi e spazi d’artista sono invitati a partecipare ad una conversazione sull’arte contemporanea attraverso i social media (Facebook, Instagram, Twitter, etc.) pubblicando e condividendo contenuti digitali (preferibilmente inediti) con l’hashtag #giornatadelcontemporaneo.

#BorgoMuseo & #GiornataDelContemporaneo

Dunque: vi va di seguirci? Ecco il programma! Inizieremo con una visita speciale a Casa Paloscia, dove il critico d’arte Tommaso Paloscia (fondatore del Museo all’aperto di Castagno) amava trascorrere le sue vacanze insieme alla famiglia e ai tanti amici artisti che nel tempo hanno donato al borgo di Castagno le opere che dal 1975 lo rendono un museo a cielo aperto. Poi ci sposteremo alla mitica Pro Loco dove è stata allestita una mostra dedicata a Castagno (tenutasi lo scorso ottobre): una serie di dipinti che l’artista Pieralberto Luzzana, castagnolo da qualche anno, ha realizzato negli ultimi tempi traendo ispirazione dal paese in cui ha scelto di “tornare la sera”. E infine vi anticiperemo l’idea di una “scatola lenta” (#BorgoMuseoSlowBox) perché questo Natale possiate regalare Arte & Natura.

Per scoprire tutti gli aderenti alla manifestazione - come il nostro Borgo Museo - visitate il sito giornatadelcontemporaneo.org. Inoltre, dal 5 all'11 dicembre, sarà online un mosaico di 20 progetti digitali sviluppati da alcuni Musei AMACI sull'idea di pluralità e sul senso di comunità.

Buona #GiornataDelContemporaneo e restate con noi! CdP staff

ZERO,2 METRI² al #BorgoMuseo!

ZERO,2 METRI² al #BorgoMuseo 2020 - 02.jpg

Siamo felicissimi di inaugurare la stagione estiva del Borgo Museo 2020 con una nuova opera d’arte o meglio con un nuovo spazio espositivo a cura di CUT - Circuito Urbano Temporaneo.

ZERO,2 METRI² è un progetto itinerante e sperimentale di arte contemporanea dedicato alla fotografia, uno spazio non convenzionale, un format aperto e dinamico ideato da Stefania Rinaldi di CUT - Circuito Temporaneo Urbano. E la prima opera che il Borgo Museo ospita grazie a questa cornice installata presso la Pro Loco di Castagno è “Grand Tour I Rovine” del fotografo Simone Ridi (1977). Sì, sembra un dipinto ma è davvero una fotografia che racconta un viaggio a Palermo realizzato insieme a CCT-SeeCity nell’estate 2018 (qui trovate un bellissimo racconto!) attraverso uno sguardo sulle rovine contemporanee... Questa fotografia rimarrà esposta qui fino a ottobre 2020 mentre la cornice resterà per ospitare ogni anno, durante la nostra “stagione eventi” (maggio-ottobre), una nuova opera.

Ovviamente, chi parteciperà al nostro Aperitivo Lento in programma tutte le domeniche d’estate 2020, non se la perderà! Per info e prenotazioni: https://bit.ly/AperitivoLentoBorgoMuseoEstate2020.

Ma cosa è ZERO,2 METRI²?

Rispondiamo con le parole della curatrice: “È un piccolo spazio itinerante, aperto e dinamico, sperimentale e non convenzionale dove l’artista espone nella dimensione obbli­gata, confrontandosi con il vuoto del possibile e con chi per caso o per volontà sarà identificato come il visitatore. Lo spazio chiuso in una cornice si trasforma in luogo, fine­stra possibile, ambiente aperto, spostando il senso letterario dei termini da una logica solo fisica fino a diventare identità.”

Al termine del primo anno di progetto (2020) l’esperienza di ZERO,2 METRI² sarà documentata attraverso una fan-zine cartacea che racconterà il viaggio percorso e i protagonisti. E che siamo già curiosissimi di sfogliare!

UN PROGETTO ITINERANTE E DINAMICO DA OSPITARE! - Per chi volesse aderire come artista/fotografo oppure per chi volesse ospitare (come noi!) questo spazio d’arte contemporanea non convenzionale, può contattare la curatrice Stefania Rinaldi: stefania_rinaldi@yahoo.it | +39 329 3233936. Maggiori info: www.circuitourbanotemporaneo.it


Il #BorgoMuseo dalle FINESTRE degli ABITANTI

🌈🏛 #MUSEUMWEEK2020 • E con l’hashtag #TogetherMW // #InsiemeMW, per il terzo tema di questa #MuseumWeek abbiamo deciso di mostrarvi Castagno di Piteccio - il Borgo Museo di Pistoia dalle FINESTRE dei suoi ABITANTI (Castagnoli/e): mettendo INSIEME i loro sguardi, dai punti di vista intimi e privilegiati delle loro case, si ottiene un unico e particolare racconto fotografico del piccolo antico paese (la cui fondazione risale almeno al 1500) e del suo Museo all’aperto (fondato da Tommaso Paloscia nel 1975). 🌿🖼📷 Se sfogliate questa gallery (18 foto) sarà un po’ come camminare tra le abitazioni in pietra e le opere d’arte che decorano le vie e piazzette di Castagno, circondati dagli alberi delle montagne pistoiesi che abbracciano questo prezioso luogo a pochi chilometri dalla città, da boschi e cieli su cui da alcuni secondi piani è davvero dolce sognare ad occhi aperti… A VOI, buon viaggio a Castagno: intanto sui social media ma appena possibile qui, dove tutti noi vi aspettiamo! 💚🌰 CdP staff, Pro Loco & Abitanti

L'arte del #BorgoMuseo ti somiglia!

#MUSEUMWEEK2020

Il Covid-19 ha chiuso al pubblico anche i Musei ma ha liberato la creatività e tra le iniziative nate su web e social media per mantenere vivace la Cultura, una in particolare continua a divertire il mondo dell’Arte, la sfida #BetweenArtAndQuarantine lanciata da @TussenKunstenQuarantaine, condivisa presto dal @Rijksmuseum e riproposta come #GettyMuseumChallange dal @GettyMuseum: l’invito quello di ricreare/rappresentare/interpretare un’opera d’arte con oggetti e/o persone in casa. L’idea fa il giro del mondo e conquista altri hashtags come #ArtInQuarantine o #MuseumFromHome; in Italia, ad esempio, diventa #LArteTiSomiglia promossa dal MiBACT. Infine, ispira il 2* tema di questa #MuseumWeek che rilancia il gioco con #CultureInQuarantineMW // #CulturaInQuarantenaMW.

Così oggi abbiamo giocato pure noi, insieme agli STUDENTI della classe IV D del Liceo Scientifico dell’Istituto Pacini di Pistoia (con cui stiamo lavorando alla prima schedatura delle opere e degli artisti del Borgo Museo, presto online!). Ed ecco le opere d’arte (titolo-artista in ordine secondo la mappa del Museo all’aperto) scelte e da chi per questo compito: AFFRESCHI: Febbraio, Giuseppe Gavazzi | Niccolò Bessi; Aprile, Arnaldo Miniati | Claudio Anzidei; Maggio, Vinicio Berti | Niccolò Pagnini; Giugno, Quinto Martini | Sharon Giusto; Luglio, Luciano Guarnieri | Alberto Di Tirro; SCULTURE: Nudo di donna, Antonio Violano | Ernesto Sangiorgio; Ritrovarsi, Romano Battaglioli | Tommaso Aglietti; Sosta, Enrico Bandelli | Emanuele Monti; Euclideo 1°, Gino Conti | Silvia Pierattini; Così sia, Delio Granchi | Veronica Susini; Scultura in terra, Venturino Venturi | Cristian Ispas Ovidiu; L’unione, Diana Baylon | Matilde Leporatti; Maternità e il gattino, Giuseppe Gavazzi | Francesco Chiti; Pesci, Tito Amadori | Margherita Sardini.

Le FOTO delle opere originali sono invece di Riccardo Boccardi e sul nostro sito trovi la GALLERY completa. Se poi venisse voglia di GIOCARE pure a te: scegli l’opera del Borgo Museo che più ti piace, ricreala a modo tuo e pubblica la foto sui social con hashtag #BorgoMuseo e tag @castagnopit. Ri-condivideremo! Grazie, CdP staff 

#CastagnoDiPiteccio #TussenKunstenQuarantaine #GettyChallange #MuseumWeekItaly • @MuseumWeek

#MuseumWeek 2020

Affresco: “Maggio” di Vinicio Berti - Foto: Riccardo Boccardi - Logo: #MuseumWeek

Affresco: “Maggio” di Vinicio Berti - Foto: Riccardo Boccardi - Logo: #MuseumWeek

Questa settimana dall’11 al 17 Maggio state con noi su Facebook & Instagram! Perché, come un anno fa, partecipiamo alla #MuseumWeek - l’evento mondiale giunto alla 7° edizione che invita tutte le organizzazioni culturali, pubbliche e private, piccole e grandi, a raccontarsi e a conversare di arte e cultura sui social media…

L’anno scorso abbiamo pubblicato quotidianamente una foto/storia in base al tema, o meglio, hashtag del giorno, raccontando dettagli e curiosità del nostro #BorgoMuseo, condividendo alcuni preziosi momenti vissuti durante i percorsi lenti “Castagno di Maggio 2019” (un programma mensile di eventi tra arte e natura che purtroppo a causa della pandemia oggi non possiamo ripetere).

Quest’anno invece inaugureremo la settimana social dei musei (e non solo) di tutto il mondo con un’importante iniziativa di RESISTENZA CULTURALE che coinvolge tutti noi INSIEME A TE! Proseguiremo raccontando il Museo attraverso la creatività degli STUDENTI della classe IV D del Liceo Scientifico dell’Istituto Pacini di Pistoia (con cui, come forse già sapete, stiamo lavorando alla prima schedatura delle opere e degli artisti del Borgo Museo, un progetto che presto sarà online); mentre insieme agli ABITANTI mostreremo il Borgo come non l’avete ancora mai visto… Insomma, se siete appassionati di arte e natura, seguite il nostro racconto social decisamente collaborativo e perciò in piena sintonia con il macrotema (main hashtag) di quest’anno: #Togetherness.

Qui intanto i 7 temi - o meglio, hashtags - proposti dalla #MuseumWeek2020 (una scelta inevitabilmente determinata dall’attuale contesto globale del Coronavirus o Covid-19):

  • Lunedì 11 - #HeroesMW // #EroiMW

  • Martedì 12 - #CultureInQuarantineMW // #CulturainQuarantenaMW

  • Mercoledì 13 - #TogetherMW // #InsiemeMW

  • Giovedì 14 - #MuseumMomentsMW // #MomentialMuseoMW

  • Venerdì 15 - #ClimateMW // #AmbienteMW

  • Sabato 16 - #TechnologyMW // #TecnologiaMW

  • Domenica 17 - #DreamsMW // #SogniMW

Visita il sito web ufficiale museum-week.org e partecipa anche tu!

#CastagnoDiPiteccio #BorgoMuseo #MuseumWeekItaly #MuseumWeek2020 #MuseumWeek

Una classe dell'Istituto Pacini di Pistoia a lavoro per il Borgo Museo!

Il nostro 2020 è iniziato con un progetto di alternanza scuola-lavoro insieme agli studenti e alle studentesse della classe IV D del Liceo scientifico dell’Istituto Pacini di Pistoia.

Ecco chi sono, in ordine alfabetico: Aglietti Tommaso, Anzidei Claudio, Bessi Niccolò, Chiti Francesco, Di Tirro Alberto, Giusto Sharon, Ispas Ovidiu Cristian, Leporatti Matilde, Monti Emanuele, Pagnini Niccolò, Pierattini Silvia, Sangiorgio Ernesto, Sardini Margherita, Susini Veronica.

Dopo aver visitato il Borgo Museo e letto il Libro Guida, gli alunni e le alunne - sotto la guida della loro prof.ssa di storia dell’arte Anna Mannari e della nostra storica dell’arte ed operatrice museale Ilenia Vecchio - hanno iniziato a lavorare insieme al CdP staff alla realizzazione della prima schedatura delle opere e degli artisti del Borgo Museo di Pistoia.

Concluso questo lavoro di ricerca e redazione da gennaio a maggio, chi vorrà della classe avrà l’opportunità di continuare a collaborare con il Borgo Museo per l’organizzazione e la gestione di alcuni eventi in programma a maggio e giugno - in particolare, per la #MuseumWeek, La Notte Europea dei Musei ed il Borgo Museo Festival. Un’esperienza di stage e quindi di ulteriore formazione per chi studia e, per il Borgo Museo, altra energia nuova da cui imparare molto, ad esempio, ad avvicinare e coinvolgere i più giovani.

MA perché abbiamo INNANZITUTTO scelto di lavorare al progetto di “schedatura”?

Il 2019 è stato l’anno in cui - per volontà dell’Associazione Turistica Pro Loco di Castagno e a cura dell’Associazione Culturale CCT-SeeCity - si è formato il CdP staff (composto da vari professionisti, operatori culturali e creativi) che ha ufficialmente iniziato a lavorare alla rivalutazione - o meglio, rigenerazione - del Borgo Museo; è stato l’anno in cui è maturata ed ha iniziato a diffondersi una nuova consapevolezza del valore culturale di Castagno di Piteccio in quanto Borgo Museo di Pistoia; è stato l’anno di varie prime volte, ovvero di alcuni progetti ideati e sperimentati a Castagno come prima edizione, dal festival alla residenza d’artista; è stato l’anno dei primi successi e dei primi errori da cui imparare per migliorare! :)

POTENZIALITÀ e CRITICITÀ del BORGO MUSEO

L’esperienza dello scorso anno (2019) ci ha permesso di comprendere meglio quali siano le potenzialità e quali le criticità del bene culturale “Borgo Museo” allo stato attuale.

Abbiamo avuto conferma di come il Museo all’aperto (fondato nel 1975 dal critico d’arte Tommaso Paloscia) sia ciò che distingue Castagno da (quasi) tutti gli altri borghi toscani e italiani; le opere d’arte contemporanea che impreziosiscono i vicoli, le piazzette e le antiche mura delle abitazioni (che risalgono almeno al Cinquecento), circondate da alberi, boschi e monti, sono la particolarità di questo luogo che più incuriosisce, sorprende e meraviglia, sono il motivo più forte che invita a visitare questo territorio, soprattutto chi ama vagare tra arte e natura.

E spostando lo sguardo dalle opere d’arte alle persone che le osservano, abbiamo compreso un’importante criticità: al nostro Borgo Museo manca uno strumento che racconti ai visitatori cosa vedono, uno strumento che favorisca la completa fruizione (sinonimo di godimento) delle opere d’arte (bene culturale) a prescindere dalla presenza fisica di una guida e storica dell’arte - figura professionale che la nostra attuale struttura organizzativa riesce a garantire solo durante alcuni eventi in programma o su prenotazione.

VISITARE PER CONOSCERE

È invece nostra intenzione (e attuale priorità) consentire ai visitatori del bene culturale “Borgo Museo” di poter pienamente godere delle opere d’arte anche in modo autonomo, offrendo loro uno strumento divulgativo che racconti le opere e gli artisti, uno strumento con queste fondamentali caratteristiche:

  • gratuito;

  • accessibile attraverso i vari media contemporanei, quindi sia stampato che digitale, da leggere o da ascoltare, per soddisfare le esigenze di tutti (sia di chi è ancora affezionato alla carta e sia di chi fa tutto ormai con il proprio smartphone);

  • comprensibile a tutti, con un linguaggio semplice e chiaro, in italiano e in inglese per gli stranieri;

  • piacevole ovvero sintetico e interessante, breve e ricco di informazioni utili alla comprensione = fruizione = godimento.

Uno strumento quindi per poter visitare, conoscere e non solo osservare il Borgo Museo, anche in assenza di un evento con visita guidata; perché visitare il Museo all'aperto di Castagno può e dovrebbe essere sempre e comunque un'esperienza che non si limita all'osservazione ma di conoscenza.

LE SCHEDE e LA MAPPA

In contemporanea al lavoro di ricerca e redazione per il racconto delle opere e degli artisti, progetteremo la grafica (a cura di Erika Mazzoni Wagner) sia delle schede (una scheda per ogni opera d’arte; le schede saranno poi riunite in una sorta di libretto) che di una nuova mappa aggiornata. La schedatura seguirà l'ordine numerico delle opere mappate, si potrà trovare online sul sito web di Castagno e stampata presso la Pro Loco (costruiremo una "cassettina" esterna dove il visitatore potrà prenderla e restituirla, come nei musei). Grazie alla collaborazione degli studenti e delle studentesse dell’Istituto Pacini (che vi abbiamo presentato qui sopra), contiamo di completare questo lavoro entro maggio 2020.

In seguito, tradurremo tutto in inglese per i visitatori stranieri; poi svilupperemo il sistema con i codici QR ed infine creeremo un’audio guida tramite podcast. Ah, con il materiale della schedatura vorremmo anche realizzare qualcosa di più creativo e social che al momento definiamo “insta guida”… E non dimentichiamoci Wikipedia: perché non pubblicare tutto, magari in più lingue, anche sull’Enciclopedia digitale, libera e collaborativa, più grande del mondo!? Queste ulteriori estensioni della schedatura - pensate per offrire una migliore esperienza del Borgo Museo, e sempre accessibili in modo gratuito tramite Pro Loco e/o sito web - ci piacerebbe realizzarle entro il 2021.

DA DOVE INIZIARE

Per la realizzazione di quanto descritto, è innanzitutto necessario fare un lavoro di ricerca e raccolta informazioni (ad esempio, consultando l'archivio di Tommaso Paloscia, fondatore del Museo all’aperto di Castagno, e intervistando gli artisti ancora in vita). Poi la redazione/stesura dei testi: ogni singola scheda, oltre a descrivere l'opera, racconterà chi è l'artista ed il suo rapporto con Castagno… Le biografie che al momento abbiamo a disposizione sono incomplete (mancano alcuni artisti) e in ogni caso limitate ad un elenco noioso della produzione artistica. Noi invece vorremmo realizzare dei testi brevi (circa 3.000 battute per ogni opera/artista, accompagnati da una foto dell'opera - del fotografo Riccardo Boccardi - ed una dell'artista), testi brevi ma ricchi di informazioni interessanti e facili da comprendere, attraverso un racconto sintetico e accattivante.

A nessuno interessa leggere un Curriculum Vitae, o ci sbagliamo?! Ecco, noi vorremo far conoscere al visitatore la personalità e la poetica dell'artista più che elencare quante opere abbia prodotto o mostre abbia fatto. Vorremmo avvicinare il visitatore alla lettura (e quindi comprensione) dell’opera, raccontando il carattere e lo stile dell’artista, e ovviamente il suo legame con Castagno.

Come modello per questo lavoro di schedatura, vogliamo ispirarci alla Tate Modern di Londra - qui un esempio: www.tate.org.uk/art/artists/dora-maar-15766/seven-things-know-dora-maar. Si deve sempre guardare lontano per fare piccoli passi in avanti! Siete d’accordo con noi, vero!? :)

Cosa ne pensate?

L’intenzione/idea alla base di questo lavoro è fondamentale per sviluppare il resto dei sogni/progetti nell’armadio (il cassetto è troppo piccolo!) come il Borgo Museo in 3d, il Borgo Museo in un film documentario, il Restauro, etc…

Vi chiediamo per cortesia di non esitare a commentare e condividere con noi (CdP Staff e Pro Loco) la vostra opinione, a proporre idee, a criticare il nostro lavoro! Perché l’obiettivo del nostro lavoro è uno: i teorici contemporanei del settore direbbero che l’obiettivo del lavoro culturale è quello della contribution to society che noi traduciamo con “contributo al benessere della comunità locale intesa sia come residente (abitanti) che temporanea (visitatori/viaggiatori)”. E per perseguirlo, dobbiamo anzitutto confrontarci con voi che abitate e con voi che visitate il Borgo Museo.

È proprio ascoltando e osservando le persone che durante il 2019 hanno visitato il Borgo Museo che ci siamo resi conto di questa forte mancanza - l’assenza di una guida cartacea e/o digitale per godere pienamente delle opere d’arte che impreziosiscono il borgo: capire cosa si vede perché in qualche modo ci viene raccontato, significa osservare-conoscere-riflettere-apprezzare e arricchire il proprio bagaglio culturale, significa visitare un luogo ed avere un’esperienza piacevolmente formativa, significa tornare a casa un po’ diversi, più ricchi di sapere, emozioni e ricordi. Significa passar buona parola, raccontare agli amici, conoscenti e sconosciuti - di persona e/o tramite social media - la bellezza che i nostri occhi hanno visto ed il fascino delle storie che abbiamo letto o ascoltato.

E quindi, in questo 2020, come prima cosa vogliamo rimediare a tale mancanza. Questa la nostra attuale priorità. Questo il nostro primo buon proposito! Un lavoro che, una volta fatto, rimarrà per sempre al servizio di chi continuerà a prendersi cura del Borgo Museo in quanto bene culturale e di chi se ne interesserà e vorrà visitarlo, quindi conoscerlo.

Perché la cultura, a differenza di un bene materiale che finisce o si guasta e rompe, può durare per sempre se conservata e rinnovata, divulgata e condivisa (attraverso tutti i linguaggi e media contemporanei, se si vuole comunicare anche alle nuove generazioni)! Il bello è che il suo valore aumenta nel tempo e la sua divulgazione produce altra cultura, crea altra bellezza. Sì, non esiste miglior investimento.


E infine

Grazie di cuore agli studenti e alle studentesse della IV D Liceo dell’Istituto Pacini di Pistoia per la collaborazione e l’entusiasmo. Da quest’anno 2020 entrate per sempre nella Storia di Castagno. Contiamo su di voi. Buon lavoro! CdP staff




Il nostro Borgo Museo in un racconto premiato dalla Sellerio!

Iniziamo il 2020 con una bella notizia:

sul sito web della famosa casa editrice Sellerio, tra un racconto sul Musée du Louvre di Parigi ed un altro sul Van Gogh Museum di Amsterdam, potete leggere anche il racconto sul nostro Borgo Museo di Pistoia, firmato da Elena Mazzoni Wagner e risultato tra le dieci migliori storie pubblicate per l'iniziativa #RaccontailtuoMuseo!

• Qui tutti i racconti: sellerio.it/it/racconta-il-tuo-museo/
• Qui il racconto su Castagno di Piteccio - il #BorgoMuseo di Pistoia: sellerio.it/it/racconta-il-tuo-museo/scheda.php?id=12178

Buona lettura!

💚🌰

Borgo Museo - Sellerio Editore 2020.jpg

Un nuovo centro culturale

Dopo aver letto l’articolo “Cosa sono i nuovi centri culturali” di Bertram Niessen, pubblicato di recente sul magazine di cheFare, ci siamo detti: quindi anche il Borgo Museo di Pistoia è un nuovo centro culturale!

Ma è così anche per voi? Voi che ne pensate?

BORGO MUSEO - Pro Loco Castagno 2019 - 02.JPG

L’articolo citato racconta in breve l’evoluzione del paesaggio culturale in Italia, a partire dagli spazi culturali del ‘900 fino ad oggi. Il secolo scorso ha visto tre forme principali di luoghi per la cultura, anzi, tre più una: 1) le istituzioni ufficiali come università, musei, centri espositivi e centri studi; 2) gli spazi di fruizione delle opere prodotte dalle industrie culturali come cinema, sale concerto, librerie, biblioteche, piccoli musei; 3) i piccoli presidi territoriali pubblici o privati legati all’associazionismo, al welfare, ai corpi intermedi, alle confessioni o ai partiti; 4) infine, i centri sociali che, negli anni ‘90, hanno anticipato quello che sarebbe arrivato dopo.

E cosa è arrivato dopo?

Riportiamo di seguito la seconda parte dell’articolo in cui si descrive e definisce il panorama culturale contemporaneo, ovvero quei luoghi per la creazione e diffusione della cultura che sono emersi negli ultimi dieci anni in tutto il Bel Paese, dal nord al sud, dalle grandi città ai piccoli borghi, dai centri urbani alle periferie. Luoghi aperti, dinamici e multidisciplinari che stanno assumendo un ruolo sempre più importante nella vita socio-culturale dei territori e che sono sempre di più, ovunque.

A questo punto vi invitiamo a leggere quanto segue e poi vi chiediamo una cortesia: per piacere, quando avrete finito la lettura, fateci sapere cosa ne pensate e se, secondo voi, la definizione di “nuovo centro culturale” può o no corrispondere anche a Castagno di Piteccio, il Borgo Museo di Pistoia. Commentate, scriveteci, aiutateci a comprendere cosa siamo e cosa possiamo diventare per voi. Grazie! CdP staff


Dall’articolo di Bertram Niessen, pubblicato su cheFare il 17 ottobre 2019

[…]

I nuovi centri culturali

Con la nuova fase di riflusso iniziata a metà degli anni ’00 e la crisi economica e sociale iniziata nel 2007, la situazione è mutata ancora. Il restringimento delle finestre di opportunità per molte carriere classiche nei mondi della ricerca, della cultura e della comunicazione – falcidiate dai tagli costanti, dalla precarizzazione dei rapporti di lavoro e da contesti sempre più senescenti – ha fatto sì che migliaia di persone iniziassero a sperimentare nuove forme di organizzazione e di carriera.

Questo è successo in un contesto reso sempre più complesso dall’espandersi o consolidarsi di nuove tecnologie legate a dimensioni anche molto diverse – dalla manifattura digitale al web 2.0 – che hanno dato il via a configurazioni inedite tra reti, flussi di informazione e intelligenza collettiva e territori. Territori che non erano allo stesso tempo resi più distanti tra loro per l’aumento del brain drain indotto dalla crisi ma anche più vicini: l’ampliamento delle opportunità di esperienze internazionali ha aumentato la possibilità di letture incrociate tra contesti territoriali molto diversi tra loro, favorendo la costruzione di esperienze e competenze ibride.

È con gli anni ’10 che hanno iniziato a diffondersi in tutta Italia esperienze di innovazione sociale e culturale

Su un altro piano, nel moltiplicarsi dei casi di rigenerazione urbana la dimensione culturale è stata spesso definita come uno degli asset fondamentali; se in molti casi si è trattato prevalentemente di operazioni di facciata – guidate dai miraggi della classe creativa come driver di sviluppo e dell’urban marketing come reale possibilità di costruire narrazioni univoche delle città – in altri si è avuta la possibilità di costruire sperimentazioni reali per reti, organizzazioni e comunità culturali.

Ed è con gli anni ’10 che hanno iniziato a diffondersi in tutta Italia esperienze di innovazione sociale e culturale per l’azione combinata di pratiche dal basso, spinta delle pubbliche amministrazioni, innovazione delle reti cooperative tradizionali e tentativi di rinnovamento di diverse tipologie di istituzioni tradizionali, dai musei alle biblioteche.

Il risultato di tutte queste linee di trasformazione è stato l’emergere di una grande varietà di nuovi spazi culturali, definiti variamente come “spazi culturali indipendenti”, “nuovi centri culturali”, “spazi culturali polifunzionali”, “centri culturali di nuova generazione”, etc. Noi preferiamo chiamarli “nuovi centri culturali”.

Con questo termine intendiamo spazi ibridi nati in anni relativamente recenti che producono e distribuiscono cultura in forme peculiari che li distanziano dalle istituzioni culturali tradizionali.

I nuovi centri culturali sono caratterizzati in tutto o in parte dai seguenti elementi:

  • le dimensioni medio-piccole le distinguono da realtà più grandi – nate all’interno di operazioni di rigenerazione urbana su vasta scala – che soggiacciono a logiche ed economie diverse;

  • la presenza di ambienti variegati che offrono funzioni eterogenee come biblioteche, librerie, bar, ristoranti, spazi incontri, spazi workshop, laboratori adibiti a differenti scopi (artigianato condiviso, fabbricazione digitale, …), sale concerti, sale proiezioni, spazi espositivi, sale prove, spazi teatrali;

  • data la loro natura necessariamente situata, a seconda dei contesti in cui operano indagano il contemporaneo attraverso le forme e le pratiche più disparate: residenze artistiche; laboratori di manifattura digitale; progetti di arte pubblica o partecipata; rassegne di arti performative; seminari e panel; cine-forum; spettacoli teatrali; concerti; feste; dj set; gestione comunitaria di beni culturali; festival; presentazioni di libri e riviste; mostre.

  • hanno la tendenza alla commistione di pubblici diversi, che in alcuni casi si sfiorano appena mentre in altri iniziano a conoscersi ed ibridarsi;

  • sperimentano modelli di sostenibilità economica innovativi, cercando di ricombinare le opportunità che emergono dal mosaico delle funzioni e dalle opportunità dei territori;

  • costituiscono spesso un polo d’attrazione per i linguaggi innovativi;

  • mostrano una tendenza all’internazionalizzazione data dalla elevata circuitazione di figure professionali e oggetti culturali;
    hanno la capacità di attivare processi di coesione sociale e inclusione nei territori in cui operano;

  • in alcuni casi, abilitano funzioni generative o attrattive per l’imprenditoria giovanile e per le Industrie Culturali e Creative.

Non necessariamente queste caratteristiche ne fanno una entità “altra” rispetto alle forme dei luoghi della cultura del secondo ‘900 e dei primi anni ’00. Ha senso considerarli, piuttosto, come una delle mutazioni possibili di istituzioni culturali ufficiali, luoghi del consumo culturale, circoli e centri sociali.

Questo perché i nuovi centri culturali sono il punto d’incontro di cruciali istanze trasformative degli ecosistemi culturali e civili, e si sviluppano quindi in dialogo e conflitto costante – complementare e situato – con i territori. Rispondono alle domande di de-standardizzazione della produzione e del consumo culturale, favorendo la moltiplicazione delle opportunità e fornendo occasioni per costruire nuovi legami culturali, sociali ed economici dove la coesione è potenzialmente a rischio di fronte alla complessità del contemporaneo.

Presidi di innovazione civica di fronte alle complessità di nuove demografie, nuovi panorami interculturali, nuovi bisogni e nuovi desideri

Questo non solo perché – al Nord come al Sud, nelle periferie delle grandi città come nelle aree interne – sono partner o promotori di sperimentazioni di innovazione sociale e di welfare sussidiario. Ma anche e soprattutto perché costituiscono presidi di innovazione civica di fronte alle complessità di nuove demografie, nuovi panorami interculturali, nuovi bisogni e nuovi desideri. Nel farlo, sviluppano visioni ed ipotesi operative per rispondere all’assottigliamento dei legami e alla crisi della politica.

È proprio questo a renderli, nella pratica, qualcosa di diverso dall’utopia melensa dei “luoghi della coesione a tutti i costi”. Nelle zone industriali inserite in percorsi di rigenerazione, ad esempio, sono sempre più spesso la pietra di paragone della reale costruzione di senso oltre le pure retoriche del rinnovamento: talvolta promotori, in alcuni casi foglie di fico, in altri ancora protagonisti del disvelamento di logiche estranee a quelle del sociale e della cultura.

È su questo piano, forse ancora più che sugli altri, che sfidano le governance territoriali declinando conflittualmente la domanda di nuove soluzioni politiche ed amministrative per la cultura, siano esse soluzioni inedite pubblico-privato, regolarizzazioni di occupazioni, regolamenti comunali dei beni comuni o micro-innovazioni burocratiche di diverso ordine e grado.

Alcuni osservatori si concentrano soprattutto sul fatto che, nei contesti più terziarizzati, hanno un’interazione stretta con l’ambito dell’innovazione culturale, intesa come l’insieme di pratiche economiche ed organizzative che rispondono alle nuove istanze delle Industrie Culturali e Creative: dalle applicazioni tecnologiche per l’innovazione museale alle forme di finanziamento in crowd per la cultura, passando per i co-working legati alle nuove professioni culturali ed alle sperimentazioni di audience engagement e audience development.

Non è solo una questione di consumi culturali. È una questione di passioni

Al di là delle questioni strettamene tecniche, il punto forse più importante è che i nuovi centri culturali agiscono come piattaforme per la sperimentazione e la circuitazione di nuovi linguaggi, nuove visioni e nuovi contenuti. Sono sempre di più agenzie di trasferimento culturale tra quello che succede “altrove” e il “dietro casa”, dove l’altrove possono essere di volta in volta grandi capitali culturali, spazi digitali, luoghi di provenienza di flussi migratori, altri centri, altri periferie.

Non è solo una questione di consumi culturali. Si tratta, soprattutto, di una questione di passioni. Negli anni in cui la società sembra contrarsi sotto il peso dell’incertezza, dell’anomia e dell’incapacità di scrutare nell’immediato futuro, i nuovi centri culturali sono sempre di più i crogioli alchemici in cui provare a forgiare il senso del contemporaneo.


Quindi, secondo voi, siamo o non siamo anche noi - Borgo Museo di Pistoia - un “nuovo centro culturale”? :)

BORGO MUSEO - Pro Loco Castagno 2019 - 01.jpg

Intervista a Fabio De Poli, l'artista di "Ottobre"

Se osservando l’opera vi siete chiesti “ma perché un indiano d’America?”, qui trovate la risposta! In questa intervista di Elena Mazzoni Wagner a Fabio De Poli, l’artista - che nel 1975 ha realizzato per il Museo all’aperto di Castagno l’affresco “Ottobre” (da lui stesso restaurato quest’estate 2019) - ci racconta un po’ di curiosità e soprattutto cosa è stato e cosa è per lui il nostro borgo, o meglio, il Borgo Museo di Pistoia. Buona lettura :)

“Ottobre”, l’affresco di Fabio De Poli nel Museo all’aperto di Castagno, dopo il restauro fatto dall’artista stesso nell’estate 2019. - Foto: Rachele Salvioli, 21 settembre 2019

“Ottobre”, l’affresco di Fabio De Poli nel Museo all’aperto di Castagno, dopo il restauro fatto dall’artista stesso nell’estate 2019. - Foto: Rachele Salvioli, 21 settembre 2019

Ho letto la sua biografia. Nasce a Genova nel 1947, vive tra Firenze e Montecatini Terme. Nel 1964 frequenta l’Istituto d’Arte di Firenze specializzandosi in grafica pubblicitaria sotto la guida di Lucio Venna. Inizia il mestiere d’artista nei primi anni ’70 e presto con la sua arte viaggia in tutta Italia e non solo. Espone persino al Museum of Modern Art di New York. Oggi continua a creare ed esporre in gallerie, musei, mostre itineranti. A chi non sa niente di arte, in breve, come si presenta? Chi è Fabio De Poli?

Fabio De Poli è un privilegiato come tutti quelli che fanno arte. Passa il tempo a raccontare con immagini emozioni, cerca di tradurre le emozioni in sentimento, il sentimento in colore e così via, in una sorta di giro infinito…

Lei è anche tra i primissimi artisti ad aver contribuito con il suo affresco “Ottobre” alla nascita del Museo all’aperto di Castagno (Pistoia) fondato a metà degli anni ’70 dal critico d’arte Tommaso Paloscia. Cosa ricorda di quegli anni? Cos’era per lei, per voi artisti, Castagno?

A Castagno ci trovavamo ogni estate, Tommaso “inventava” qualcosa per riunirci. Ricordo che una volta giudicammo noi stessi davanti ai colleghi, una sorta di difesa del nostro stile e della nostra ricerca, e il più convincente vinceva un prosciutto! Castagno era un appuntamento obbligato per tirare le somme di un anno di attività artistiche… Bello. Bello perché una volta l’anno diventavamo una famiglia che si riuniva intorno allo zio Tommaso.

Luca Alinari e Fabio De Poli a Castagno, mentre dipingevano i loro affreschi: “Ottobre” (De Poli) e “Novembre” (Alinari). Foto: dall’archivio di Tommaso Paloscia. Anno: 1975.

Luca Alinari e Fabio De Poli a Castagno, mentre dipingevano i loro affreschi: “Ottobre” (De Poli) e “Novembre” (Alinari). Foto: dall’archivio di Tommaso Paloscia. Anno: 1975.

Simonetta Paloscia, figlia di Tommaso, in un’intervista di qualche mese fa ci ha confidato un segreto: tra le oltre 40 opere d’arte realizzate nel borgo di Castagno, su invito e direzione del padre, gli affreschi realizzati da lei (Fabio De Poli) e Luca Alinari sono senza dubbio le opere a cui si sente più legata. Probabilmente anche perché eravate gli artisti coinvolti nel progetto più giovani, suoi coetanei. Ci ha persino mostrato una bellissima fotografia in bianco e nero, tratta dall’archivio del padre, in cui vediamo lei ed Alinari dipingere i vostri due affreschi, “Ottobre” e “Novembre”, che si trovano esattamente ancora sotto quell’arcata in pietra tra le abitazioni che dividono le due strade maestre del borgo. Di fronte ai vostri due affreschi, “Settembre” di Antonio Bueno. Era l’anno 1975 e quell’estate, con l’idea dei 12 affreschi dedicati ai mesi e affidati a diversi pittori, venne a crearsi il primo nucleo del Museo all’aperto. Cosa le viene in mente guardando questa foto?

Simonetta è cresciuta accanto a me e Luca, due artisti giovani ed emergenti, stimati e pungolati dal padre a fare sempre di più… (penso che a Tommaso gli abbiamo fatto fare una bella figura). Quella foto di cui parla l’ho rivista anch’io dopo tanti anni e mi ha commosso. Vedere il suo non-lavoro è un peccato, bisogna trovare una soluzione. Eravamo inesperti dell’affresco, eravamo artisti nuovi…

A sinistra: “Novembre” di Luca Alinari. A destra: “Ottobre” di Fabio De Poli. Foto: Rachele Salvioli, 12 Maggio 2019

Sì, lei ed Alinari eravate gli artisti più giovani e forse semplicemente per questo motivo ancora poco esperti con la tecnica dell’affresco. Purtroppo quello del pittore Luca Alinari (Firenze, 27 ottobre 1943 – Firenze, 15 marzo 2019) è diventato praticamente invisibile e al momento si è alla ricerca di documentazione fotografica per poterlo restaurare... Lei invece ha mantenuto la promessa che ci aveva fatto qualche mese fa, a “Castagno di Maggio”, durante il primo dei percorsi lenti organizzati per il borgo museo. Quest’estate ci ha regalato una bellissima sorpresa: ha restaurato il suo affresco “Ottobre” che è tornato lucente e coloratissimo. Adesso deve toglierci una curiosità: perché un capo indiano, un indiano d’America? Chi è “Nuvola Rossa” (Red Cloud, in inglese)? Come le venne in mente di dipingere questo particolare soggetto per rappresentare il mese di Ottobre? I colori qui predominanti, forti e intesi, del giallo e del rosso, ci ricordano i colori della natura quando inizia la stagione autunnale… ma perché un indiano d’America?

Io e Luca Alinari siamo cresciuti nella stessa galleria a Firenze, la mitica galleria Inquadrature di Marcello Innocenti. Negli anni in cui realizzai Nuova Rossa ci fu una presa di coscienza sullo sterminio degli indiani d’America: ricordo i film “Soldato Blu” e “Piccolo grande uomo”. Volevo sottolineare (come ancora faccio dedicando alcune opere ai grandi capi indiani americani) il valore di uomini che difesero la loro identità culturale. Mi fu assegnato Ottobre, come mese da rappresentare. I colori autunnali raccontano proprio la fine di una stagione, il tramonto dell’estate, una dolce malinconia… e questa malinconia io l’ho dedicata al capo-guerriero Nuvola Rossa.

Intorno all’affresco di Fabio De Poli durante l’evento Castagno di Maggio - percorso lento “Il borgo museo” - Foto: Rachele Salvioli, 12 maggio 2019


Ci racconti del borgo di Castagno: che rapporto esisteva tra voi artisti e gli abitanti, oltre alla famiglia Paloscia?

Erano molto accoglienti, ci ospitavano con gentilezza, curiosità, diffidenza… ma garantiva Tommaso! Ottimi pranzi. Grande Pro Loco.

Un’altra curiosità: esiste un ricco archivio su tutti voi artisti del Museo all’aperto di Castagno ad eccezione di una sola artista, Chiara Coda che - insieme a Diana Baylon - è tra le uniche due artiste donne ad aver contribuito (con tre sculture) alla collezione delle opere d’arte realizzate per il borgo in quegli anni. Sembra che nessuno in paese si ricordi di lei, eppure qualcuno deve per forza averla vista e conosciuta! Lei sa dirci qualcosa? Può aiutarci a svelare questo mistero?

Su Chiara Coda non so niente, è il famoso mistero di Castagno. Diventerà un CULT.

“La Madre”, una delle tre sculture di Chiara Coda presenti nel Museo all’aperto di Castagno. Foto: Rachele Salvioli, 12 maggio 2019


Quest’estate 2019, a Castagno abbiamo ripristinato la tradizione avviata negli anni ’70 da Tommaso Paloscia, ospitando sei artisti (di cui cinque donne!) provenienti da tutto il mondo, per una residenza di due settimane. Ci hanno così lasciato nuove opere d’arte che vanno ad impreziosire ulteriormente il Borgo Museo di Pistoia. Cosa ne pensa di questa iniziativa? Quali altre opere le piacerebbe vedere nel nostro borgo? Quali artisti o che tipo di artisti ci suggerisce di invitare e coinvolgere nel progetto per continuare ad arricchire ed espandere il Museo all’aperto di Castagno?

Vorrei vedere a Castagno opere di giovani artisti perché Castagno potrebbe diventare un luogo di memoria per loro come lo è per noi. Ma mi raccomando sceglieteli BRAVI!!!

Fabio De Poli davanti al suo affresco “Ottobre” il giorno in cui ci ha promesso che lo avrebbe restaurato! Foto: Rachele Salvioli, 12 maggio 2019


Concludo l’intervista con un ringraziamento da parte di tutto il CdP staff & degli Abitanti: GRAZIE di cuore, gentilissimo Fabio, per aver mantenuto la promessa e quindi restaurato l’affresco. È meraviglioso poter vedere di nuovo tutte “le emozioni, i sentimenti, i colori” del suo e del nostro “Ottobre”. Grazie!

“Ottobre” di Fabio De Poli in tre foto di Elena Mazzoni Wagner, Ottobre 2019

Le nuove opere d'arte nel Borgo Museo di Pistoia, 2019 - Foto & Video

Qui il nostro racconto nel video di Patrizio Piscitelli e nelle foto di Rachele Salvioli.


Le nuove opere d'arte nel #BorgoMuseo di Pistoia - estate 2019

In questo album, l'inaugurazione avvenuta sabato 21 settembre con alcuni "flashback" ovvero alcuni momenti della Residenza d'Artista trascorsa durante quest'estate a Castagno di Piteccio e vissuta da Amie Lin dal Taiwan, Bianca Tschaikner dall'Austria, Browzan dall'Inghilterra, Christiana Matos dal Brasile, Holly McKelvey dalla California, Marija Stankovic dalla Serbia.

Oltre alle loro opere d'arte, tra le novità di quest'anno, anche quelle di Pattern Nostrum, duo creativo dall'Italia che in occasione del Borgo Museo Festival (tenutosi il 30 giugno) ha realizzato presso la Pro Loco sia un murale permanente che un'installazione temporanea (questa visibile sino a fine ottobre).

Si è concluso così il progetto "Residenza d’Artista 2019" a cura di CCT-SeeCity per la Pro Loco di Castagno, con il patrocinio del Comune di Pistoia, realizzato grazie alla meravigliosa e accogliente ospitalità degli Abitanti di Castagno e al contributo della Fondazione Caript, ottenuto attraverso la vincita del Bando Sviluppo e Cultura 2019.


GRAZIE di cuore a chi ha partecipato all'inaugurazione e a chi non è riuscito ma vorrà prenotare una visita guidata! Vi ricordiamo che il nostro Museo all'aperto - fondato a metà degli anni '70 dal critico d'arte Tommaso Paloscia - è sempre aperto! Sul nostro sito web potete direttamente prenotare un tour. Per maggiori info: castagnodipiteccio@gmail.com | +39 366 9777735. Vi aspettiamo! 💚🌰 CdP staff

Gli artisti della "Rive Gauche"

Qui vi presentiamo tre artisti che abitano a Castagno e che sono pure vicini di casa:

si trovano infatti tutti e tre nella “Rive Gauche” - come la chiamano loro - del borgo, appena sopra la piazzetta del paese con la fontana. Due pittori ed un illustratore o, più precisamente, un fumettista. In ordine alfabetico: Luciano Gelli, Pieralberto Luzzana e Riccardo Innocenti.

Luciano Gelli, Pieralberto Luzzana, Riccardo Innocenti: i tre artisti abitanti della “Rive Gauche” - Castagno di Piteccio, Borgo Museo Festival 2019

Luciano Gelli, Pieralberto Luzzana, Riccardo Innocenti: i tre artisti abitanti della “Rive Gauche” - Castagno di Piteccio, Borgo Museo Festival 2019

In occasione della prima edizione del Borgo Museo Festival (30 giugno 2019),

avevano aperto al pubblico i loro ateliers, esposto in piazzetta e per i vicoli le loro opere d’arte, insieme a quelle di altri artisti, alcuni amici invitati a colorare il cuore del Borgo Museo mentre Riccardo disegnava i passanti che si fermavano nella sua terrazza a farsi ritrarre... Quel giorno gli artisti della “Rive Gauche” di Castagno hanno così creato un’atmosfera che “sembrava di essere tornati indietro nel tempo” - ci hanno poi raccontato gli abitanti. Ovvero, sembrava di essere tornarti agli anni in cui il borgo, soprattutto in estate, veniva popolato da artisti, creativi, curiosi… erano gli anni ‘70, gli anni in cui è nato il primo nucleo del Museo all’aperto di Castagno!

Foto tratte dal “Borgo Museo Festival 2019” - sfoglia l’album completo qui!

Siamo sicuri che quella magica atmosfera si replicherà anche domani, domenica 13 ottobre, per la Giornata FAI d’Autunno 2019 e tantissime prossime volte! Intanto, ecco chi sono I NOSTRI TRE ARTISTI ABITANTI :)


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Luciano Gelli

Autentico Castagnolo, ha a che fare con l’arte da tutta la vita. Nella sua pittura, c’è la passione per il mondo e per l’umanità.

LUCIANO GELLI è nato a Castagno di Piteccio nel 1947, borgo ai piedi dell’Appennino dove ancora vive. Ha studiato e si è diplomato alla scuola d’Arte di Pistoia come Maestro d’Arte. Ha avuto tra i suoi insegnanti artisti famosi nel panorama pistoiese come: Jorio Vivarelli, Umberto Mariotti, Stelio Rossi, Vasco Melani, Pietro Bugiani, Giovanni Bassi, Alfiero Cappellini, Remo Gordigiani, Sigfrido Bartolini, Siliano Simoncini. Dal 2007 fino alla chiusura 2018 ha frequentato la scuola di Paolo Tesi, e poi la scuola di “Disegno e colore, corso per adulti” del compagno di classe Paolo Tesi di cui tutt’ora fa parte. Allievi adulti che sempre volentieri partecipano alle iniziative artistiche che si svolgono a Castagno di Piteccio, il borgo museo di Pistoia. Luciano racconta così la sua pittura: “CON-PASSIONE. La persona è sempre stata al centro della mia ricerca espressiva, la persona nella sua complessità, nelle sue fragilità, ma anche nei suoi desideri profondi di conciliazione con se stessa e gli altri. Il filo che unisce molta parte del mio lavoro si rifà al tema della compassione. Questa parola che è stata per me fonte di ispirazione deriva dal latino cum patior - soffro con - e dal greco sym patheia - simpatia, provare emozioni con… Nelle mie pitture ho cercato di esprimere questo sentimento come manifestazione di un tipo di amore incondizionato, una comprensione dell'altro che sospende ogni giudizio morale. Un sentimento e una emozione che ho cercato di esprimere nelle mie pitture anche attraverso la vicinanza fisica, gli sguardi, gli abbracci, tra persone diverse tra loro, per genere, età, provenienza. Con i colori a volte in forte contrato tra loro ho voluto evidenziare le tensioni che alimentano queste differenze, con i tratti di un unico colore dei volti ho voluto annullarle e rendere visibile il possibile, con segni decisi nel definire volti ho voluto fissare intrecci di sguardi sospesi che esprimono tenerezza e sollievo dalla fatica di vivere. Con il mio lavoro cerco di esprimere questa mia passione per l’arte e questa fiducia nell’essere umano che ha a cuore l’altro e sa prendersene cura.”

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Pieralberto Luzzana

Da quando vive a Castagno, ha iniziato a dipingere una serie di scorci del borgo, tra sogno e realtà… La sua vera fonte d’ispirazione resta però la moglie Sarah, musa e restauratrice.

PIERALBERTO LUZZANA nasce ad Alzano Lombardo (BG) il 21 settembre 1956. Viene trasportato nel mondo dell’arte dallo zio pittore Franco Luzzana, che riconoscendone le doti, lascerà in eredità al nipote un’impronta fondamentale dal punto di vista tecnico-artistico nell’ambito pittorico. Pieralberto si diploma presso il liceo artistico statale “Casorati di Novara”. Nel 1977 vince il primo premio alla quarta edizione del concorso di pittura della “Scuola delle Trasmissioni di Roma”; nel 1994 organizza la sua prima mostra personale a Vigevano (PV). Dopodiché partecipa a numerose mostre personali In tutto il nord Italia: Milano,Torino, Venezia, Bergamo, conseguendo il primo premio della critica alla “Mostra di pittura delle strutture Comunali” di Asti. Nel 1985 Pieralberto frequenta corsi di disegno e fumetto presso la scuola di grafica del Castello Sforzesco di Milano. A Pitigliano (GR), negli anni successivi frequenta corsi di modellazione e decorazione di ceramiche artistiche tenuti dal maestro Roberto Polidori. Nel 2004 partecipa, grazie al sostegno della Prefettura di Novara, alla realizzazione del progetto “Oblò-Cantieri d’arte”, laboratori d’arte, teatro e danza dedicato ai ragazzi dagli 11 ai 15 anni. Nel frattempo continuano ad essere numerose le sue mostre personali e nel 2010 vince il titolo di “Miglior pittore dell’anno” presso l’associazione culturale “La Riseria” di Novara. Nel 2017 l’Archivio d’arte Sgarbi inserisce nella raccolta “Gli artisti nella Collezione Sgarbi” due opere di Pieralberto Luzzana. L’artista, ad oggi, nel Paese di Castagno (PT), vive e prosegue il suo sentiero artistico senza tempo. | Facebook

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Riccardo Innocenti

Il fumettista di Castagno: al Borgo Museo Festival 2019 c’era la fila davanti alla sua casa per farsi ritrarre a colpi di pennarello!

RICCARDO INNOCENTI nasce a Pistoia il 10 aprile 1977. Nel 1996 si diploma al Liceo scientifico. Dal 1997 al 2000 frequenta per tre anni la Scuola internazionale di Comics di Firenze. In seguito frequenta corsi di disegno dal vero , nudo e pittura a olio. Fumetti: nel 2009 per Round Robin, “Don Peppe Diana, per amore del mio popolo”; per il sito de L’Insonne “Variabile di Felicità“, su testi di Alessia Di Giovanni, successivamente pubblicato nell’ albo “Rumori di fondo” (Ed. Arcadia 2012); nel 2010 su testi di Francesco Matteuzzi: “Regina di cuori”, “L’amore al tempo degli emoticon” e inediti; locandina di “Un cuore per il Meyer”; copertina del libro “Quarto di secolo” di Iacopo Innocenti. Nel 2011 disegna per round Robin “ Libero Grassi - Cara Mafia ti sfido” su testi di Laura Biffi e Gabriele Lupoli. Nel 2012 disegna l’episodio n. 65 di “Davvero” per il web; disegna la storia de L’ Insonne “ L’uomo che cercava quadrifogli” su testi di Marco Di Grazia, per Verticalismi, successivamente pubblicato nell’ albo “Vemt’Anni” (Ed. Arcadia 2014). Nel 2013 disegna l’albo speciale de L’Insonne per Serravalle Noir “L’Amore malato” su testi di Alessandro Di Virgilio. Nel 2014 disegna la storia de L’Insonne “ Il volto immortale” su testi di Federico Pantaleonin, per l’ albo “Vent’ Anni”, successivamente pubblicata su Verticalismi; disegna la locandina di “Serravalle Noir 8"; disegna la locandina di “Giallo Pistoia”. Nel 2015 disegna la locandina di “Serravalle Noir 9”; disegna insieme a Giuseppe Di Bernardo, Giovanni Ballati, Riccardo Pieruccini, la storia “La Beffa di Lucchio”, su testi di Iacopo Innocenti, realizzata “dal vivo”, nell’ambito della ricorrenza storica dell’ evento a Lucchio. Nel 2017 disegna il numero 3 della serie The Professor, Follia, su testi di Cristiana Astori. Nel 2018 fa parte del gruppo di disegnatori che si esibiscono Live nell'evento A Colpi di Pennarello, che si svolge alla Magione del Tau di Altopascio. Partecipa all'evento Desco 2018, realizzando due tavole in chiave Fantasy sulla cucina Lucchese. Nel 2019 partecipa con un omaggio al libro "Cinque minuti due volte al giorno" di Marco Di Grazia e Cristiano Soldatich, su Chet Baker ( Ed. Shockdom). Vive a Castagno di Piteccio e qui, dall’estate 2019, una parete della sua casa ospita il murales dell’artista brasiliana Christiana Matos. | Facebook

Castagno di Maggio 2019 - percorso lento "I castagni secolari" e "L'archeologia industriale" - FOTO

Qui il foto racconto di un percorso lento che in realtà, secondo il programma iniziale di Castagno di Maggio 2019, sarebbe dovuto accadere in due date diverse ma che, a causa del meteo sfavorevole, abbiamo unito in un unico intenso verdissimo giorno nel bosco che abbraccia Castagno: la mattina abbiamo esplorato le tracce di archeologia industriale intorno al paese, quelle di una delle opere ingegneristiche più importanti dell’800, la Ferrovia Porrettana, apprendendo dalla nostra guida ambientale (Michel Bruni di Tuscany Hiking) storia, tecnologia, curiosità di questa grande impresa, mentre il pomeriggio (dopo il pranzo alla Pro Loco con i tradizionali ed eccezionali tortelli alla castagnola) siamo andati alla ricerca dei giganteschi castagni secolari, raccogliendo nozioni di botanica e segreti sulla natura, flora e fauna, che circonda il piccolo Borgo col suo prezioso Museo all’aperto…

GRAZIE di cuore alle persone che hanno partecipato! CdP staff & Pro Loco

Intervista a Simonetta Paloscia: un racconto di Castagno tra bei ricordi e nuove idee!

Qui un’intervista di Elena Mazzoni Wagner a Simonetta Paloscia per la nostra nuova rubrica #WomenInCulture, nata a seguito della #MuseumWeek 2019. Buona lettura!

Simonetta Paloscia a Castagno il 12 Maggio 2019, durante il percorso lento “Il borgo museo” - Foto: Rachele Salvioli.

Simonetta Paloscia a Castagno il 12 Maggio 2019, durante il percorso lento “Il borgo museo” - Foto: Rachele Salvioli.

Simonetta Paloscia, il suo cognome racchiude una bellissima e curiosa storia legata all'Arte. In questa intervista la approfondiremo. Intanto, ci racconti un po' di lei...

Mi ritengo una persona molto curiosa e quindi interessata a tanti argomenti diversi. Come scelta di studi prima e lavorativa dopo ho privilegiato gli aspetti scientifici laureandomi in Scienze Agrarie e lavorando poi col Consiglio Nazionale delle Ricerche su temi di tipo ambientale e di osservazione della Terra dallo spazio. Non sono sicura che certe scelte non siano anche state dovute ad una volontaria presa di distanza dall’ambiente familiare e dalla figura un po’ ingombrante di mio padre. Ho sempre avuto il timore che di me si dicesse, se mi fossi occupata per esempio di storia dell’arte, “per forza, è la figlia del Paloscia!”. Questo non toglie che l’arte contemporanea insieme con la letteratura siano alcune mie passioni che ho sempre coltivato a latere. Tanto per fare un esempio scrivo poesie e ho anche pubblicato qualche libriccino per mia soddisfazione personale.

Suo padre, Tommaso Paloscia, è il fondatore del Museo all'aperto di Castagno. Lei era una bambina. Che ricordi ha di quegli anni '70 in cui Castagno era un rinomato luogo di villeggiatura e frequentato da tanti artisti?

Allora, tanto bambina non ero, visto che nel 1974 quando è cominciato il premio Castagno avevo bene o male già 16 anni. Per me è sempre stato un grande divertimento vedere il paese trasformarsi in quelle estati e passare dalla fase sonnolenta e un po’ noiosa, tipica di tutti i piccoli paesi soprattutto in periodo estivo, ad una attività frenetica dove tutti erano impegnati a fare le cose più disparate. Chi dipingeva, chi cucinava, chi cercava oggetti necessari e mancanti, chi girava per il paese. Insieme alle attività del Premio c’erano infatti anche quelle legate ad altre iniziative, come l’ex-tempore, le cacce al tesoro, le cronoscalate che erano invece organizzate dall’Avvocato Buzio e che portavano tante facce nuove in paese. La maggior parte degli artisti del Premio Castagno erano quelli che frequentavo a Firenze in occasione delle inaugurazioni delle mostre e delle cene e che quindi conoscevo molto bene.

Chi era suo padre? 

Bella domanda! Difficile rispondere. Era una persona deliziosa (ma lo so che sono di parte), molto dolce, curiosa, abbastanza schiva. Giornalista, critico d’arte, ma anche, e non tutti lo sanno, caricaturista e disegnatore e come lo ha definito qualcuno “uno dei personaggi più sommessi e straordinari di Firenze”. Giampiero Masieri, uno dei suoi colleghi de La Nazione ha scritto di lui quando è scomparso: “I colleghi anziani lo chiamavano Sisino, quelli di mezzo Tommaso, i più giovani dottor Paloscia. “La Nazione” aveva una sorella, minore ma non dimessa, “Nazione Sera”. Redattore capo, con il potere di fare e disfare, era Tommaso Paloscia, giornalista anzitutto, ma anche vignettista e non ultimo pittore.” Per me un babbo (anzi papà perché lui non era toscano e il termine babbo non gli era familiare) affettuoso e meraviglioso, non molto presente fisicamente perché al giornale aveva orari terribili, ma che mi teneva sulle ginocchia per farmi disegnare “Conchio”, come lo chiamavo io, ovvero Pinocchio.

E perché secondo lei si è innamorato di questo luogo? Cosa ha di tanto speciale Castagno? 

L’innamoramento per Castagno è venuto in seguito alla ricerca di un posto dove trascorrere le domeniche e parte delle ferie estive. Un suo collega, Fernando Chirici, gli suggerì questo posto perché anche lui aveva casa qui. Cominciammo venendo un’estate, come si faceva in tanti all’epoca (ed ero sì veramente una bambina) affittando una stanza in una casa del paese (credo anche di ricordarmi quale). Poi mio padre comprò un pezzetto di terra tanto per poter venire a fare dei pic-nic domenicali e poi infine la casa, che ancora è nostra, un po’ fuori paese. Castagno è un posto dell’anima e non solo degli occhi. Voglio dire che il paesino è delizioso ma per me è anche ricordi d’infanzia, quando si veniva su anche con mia nonna e si scaldavano i letti col ‘prete’ e io e lei si dormiva nello stesso lettino, una da capo e l’altra da piedi. Vuole dire l’odore delle ‘bruciate’ (o ‘fruciade’ come le chiamano qui), il puzzo di fumo del camino che non tirava, la nebbia appenninica, le giornate di pioggia chiusa in casa a leggere. In sostanza, odio e amore, odio soprattutto in inizio di adolescenza (13-14 anni) quando non mi piaceva venire su e avrei preferito restare a Firenze con gli amici.

Che rapporto esisteva in quegli anni tra il Museo, quindi l'arte, e gli abitanti del borgo?

Come in tutti i posti c’erano persone favorevoli a cui le iniziative piacevano e che si davano da fare per cercare di aiutare mio padre e l’Avvocato Buzio in tutte le loro richieste, ed altri che erano sostanzialmente indifferenti o addirittura contrari. Uno dei più grandi ‘sostenitori era Ildo il proprietario della bottega e poi del ristorante che metteva a tavola senza battere ciglio tutte le persone che mio padre portava a Castagno. E ovviamente la Pro-loco onnipresente organizzatrice di tutte queste attività, soprattutto nelle persone dei fratelli Romagnani (Aldo e Giovanni, il primo sempre superattivo e il secondo purtroppo scomparso troppo presto).

La via delle artiste donne a Castagno, con le sculture “La madre” di Chiara Coda e “L’unione” di Diana Baylon - Foto: Rachele Salvioli, 12 Maggio 2019

La via delle artiste donne a Castagno, con le sculture “La madre” di Chiara Coda e “L’unione” di Diana Baylon - Foto: Rachele Salvioli, 12 Maggio 2019

Domanda legata al tema principale della #MuseumWeek 2019: #WomenInCulture. Tra le opere che troviamo al Museo all'aperto di Castagno, ci sono alcune sculture firmate da due donne: Chiara Coda e Diana Baylon. Tutte le altre sono di artisti uomini. Cosa sa dirci di queste due artiste donne? 

Conoscevo piuttosto bene Diana Baylon, artista eclettica e internazionale con una personalità prorompente, mentre non so assolutamente niente di Chiara Coda, della quale non ho trovato traccia nemmeno nello sterminato archivio di Tommaso. Mi viene da pensare che avesse spontaneamente aderito ad una delle chiamate a correo che mio padre spesso lanciava alle mostre fiorentine chiedendo delle opere da esporre al Museo di Castagno. Altro non so e sarà difficile saperne di più a meno che non sia lei a farsi viva.

Ci confidi un segreto, se può. Qual è, tra tutte le opere del Museo, la sua preferita? O a quale si sente più legata? E perché?  

Sono molto legata ai due affreschi di Alinari e De Poli perché erano gli artisti più vicini a me di età e alle cui mostre andavo più volentieri. Allego (qui sotto) una foto di loro che dipingono le proprie opere nel 1975. Peccato che quella di Alinari sia veramente scomparsa perché il tempo non ha avuto pietà dei suoi acrilici. De Poli ha promesso che restaurerà la sua, speriamo.

Luca Alinari e Fabio De Poli a Castagno, mentre dipingevano i loro affreschi: “Ottobre” (De Poli) e “Novembre” (Alinari). Foto: dall’archivio di Tommaso Paloscia.

Luca Alinari e Fabio De Poli a Castagno, mentre dipingevano i loro affreschi: “Ottobre” (De Poli) e “Novembre” (Alinari). Foto: dall’archivio di Tommaso Paloscia.

Ci racconti ancora un ricordo, un momento particolare trascorso a Castagno in passato e che in qualche modo ha segnato la sua vita. 

Ricordi legati a Castagno ne ho tanti, difficile sceglierne uno. Ricordo con gioia i pranzi di tante persone (20-30) che la mamma (poverella!) organizzava alla Vigna (dove è casa nostra) in occasione delle vendemmie e delle ciliegiate. Dove c’erano amici sia miei che di mio padre e dove si stava in allegria a tavola dopo aver faticato a raccogliere uva o ciliegie (appunto) e non sempre col bel tempo. Dove ospiti immancabili erano Alfredo Fabbri (pittore pistoiese, autore di uno degli affreschi) e sua moglie Mary. In queste occasioni gli ospiti firmavano, e chi voleva faceva anche un disegno o scriveva un testo, una poesia, un quaderno a ricordo della bella giornata passata in compagnia. Ovviamente a casa ho ancora tutti questi quaderni e li guardo sempre con un po’ di nostalgia.

Riguardo il futuro invece, cosa immagina per il Museo all'aperto di Castagno?

Dipenderà da tante cose ovviamente ma mi piacerebbe poter continuare a portare opere al paese anche se ovviamente non ho il potere contrattuale di mio padre e mi dovrò basare solo su rapporti di amicizia. In ogni caso spero che si possano restaurare le opere esistenti in modo da renderle anche più durature.

Quali (o che tipo di) artisti contemporanei le piacerebbe invitare per ripristinare la tradizione avviata negli anni '70 da suo padre a Castagno, e quindi ricominciare ad arricchire e diffondere il Museo all'aperto?

Stavo pensando a portare su qualche opera di artiste che sono purtroppo poco rappresentate al Museo. Questo accade sia per ragioni storiche (nel senso che il numero di donne che lavora e lavorava, soprattutto all’epoca, nel settore artistico, era esiguo rispetto al numero dei collegi maschi) che forse anche per ragioni culturali legate proprio a mio padre - che non potrei definire un maschilista ma nemmeno un femminista sfegatato, e prediligeva i rapporti con gli artisti uomini. Vedremo cosa riuscirò a fare, ho qualche ideuzza…

Che lei sappia, esistono in Italia o nel Mondo, altri Borghi Musei come Castagno? Se sì, quali/dove?

Conosco sicuramente anche per esserci stata Lizzano (una frazione del comune di San Marcello Piteglio, nella provincia di Pistoia) dove ci sono degli affreschi sulle pareti delle case. Viene infatti chiamato il paese dei murales. Altri esempi non mi vengono in mente ma mi sembra che il Museo all’aperto di Castagno sia un’esperienza abbastanza unica.

Infine, un sogno nel cassetto: esprima un desiderio per Castagno di Piteccio, il Borgo Museo di Pistoia! 

Mah, soprattutto il desiderio e l’auspicio che non se ne perda memoria e che le opere esistenti vangano conservate al meglio. Se poi si riuscisse a incrementare il numero delle opere esposte sarebbe ovviamente anche meglio. Ci vorrebbe però che il paese riuscisse a riemergere da questa condizione di abbandono in cui sta versando da diversi anni non solo con iniziative ed eventi di tipo culturali come quelle che state portando avanti voi ma anche con attività, per esempio, di ristorazione. Chi arriva oggi a Castagno trova un paesino bellissimo ma senza nemmeno uno spazio dove prendere un caffè o mangiare un panino. Sarò prosaica ma credo che questo genere di attività ‘collaterali’ potrebbero aiutare molto la rinascita di un minuscolo paese come questo.

Simonetta Paloscia a Castagno il 12 Maggio 2019, durante il percorso lento “Il borgo museo” (la pioggia non ci ha fermati!) - Foto: Rachele Salvioli.

Simonetta Paloscia a Castagno il 12 Maggio 2019, durante il percorso lento “Il borgo museo” (la pioggia non ci ha fermati!) - Foto: Rachele Salvioli.

Castagno di Maggio 2019 - percorso lento "Il borgo museo" - FOTO

Qui il foto racconto del primo percorso lento “Il borgo museo” organizzato per la prima edizione di Castagno di Maggio, anno 2019!

GRAZIE di cuore a tutte le persone che hanno partecipato! Un grazie speciale a: le meravigliose guide Ilenia (CdP staff), Elena e Susanna (FAI giovani Pistoia); tutto il FAI giovani Pistoia per la preziosa collaborazione; Simonetta Paloscia, Enrico Bandelli e Fabio De Poli per le loro autentiche testimonianze; e poi il Comune di Pistoia per il sostegno a questa nostra programmazione di percorsi lenti tra arte e natura… Grazie a tutti! CdP staff & Pro Loco

#MuseumWeek 2019

Il nostro #BorgoMuseo si unisce alla sesta edizione della #MuseumWeek (13-19 maggio 2019): il primo evento culturale mondiale che avviene sui social network! Per 7 giorni, ogni giorno, migliaia di organizzazioni culturali in tutto il mondo condivideranno contenuti digitali attraverso Facebook, Instagram, Twitter, etc... dedicati ad un tema in particolare. E quindi, in quanto Museo all’aperto, lo faremo anche noi! Ma prima di iniziare vi presentiamo la #MuseumWeek 2019 e perciò i 7 temi (o meglio hashtags) di quest’anno. Siate curiosi, seguite e partecipate anche voi a questa conversazione social e globale sulla cultura dell’umanità!

Castagno di Piteccio by CCT-SeeCity 2017 - 36 - bw - museumweek.jpg

Dal 13 al 19 maggio 2019, il web sociale si sintonizza sulla #MuseumWeek e sui 7 hashtag della sesta edizione. Una sinergia unica al mondo, all’insegna del movimento, della pluralità e della creatività.

La #MuseumWeek mira a incoraggiare le esperienze museali più trasversali, ludiche e istruttive, e a promuoverle sui social network. Circa 5000 organizzazioni culturali (gallerie, musei, centri scientifici, istituzioni, associazioni, etc.) di 120 Paesi hanno partecipato all’edizione del 2018 e il 2019 si preannuncia ancora più esaltante. Obiettivo: coinvolgere attivamente appassionati e professionisti intorno alla Cultura e a livello globale. La 6* edizione sarà costellata di eventi trasmessi in diretta e 12 community manager, al timone della social media news room della #MuseumWeek, diffonderanno i contenuti pubblicati 24 ore su 24.

Come si partecipa alla #MuseumWeek? Non bisogna far altro che preparare la propria comunicazione digitale sulla base degli hashtag proposti: è sufficiente un messaggio al giorno! È inoltre possibile registrarsi gratuitamente per ricevere suggerimenti ed entrare nelle statistiche.


Gli HASHTAGS 2019

  1. Lunedì 13 maggio: #WomenInCulture - Il posto delle donne nella società è importante come quello degli uomini ma ancora troppo spesso non è riconosciuto come si deve. Lunedì mettete in primo piano le donne famose nella storia, nell’arte, nella cultura o nella scienza ma pensate anche a tutte le donne sconosciute che con le loro azioni danno struttura alle società umane!

  2. Martedì 14 maggio: #SecretsMW - Martedì portate i visitatori dietro le quinte della vostra istituzione! Mostre in preparazione, interventi di restauro o conservazione delle collezioni, risorse o professioni poco note... approfittate di questa giornata per avvicinarvi ancora di più al pubblico svelandogli i vostri segreti!

  3. Mercoledì 15 maggio: #PlayMW - Mercoledì sarà dedicato al gioco! Teatro, cinema, musica o video, intrattenimenti e cacce al tesoro: divertitevi insieme ai vostri visitatori online e in loco!

  4. Giovedì 16 maggio: #RainbowMW - ...colore, colore, colore, soltanto colore, colore tra noi! Giovedì potete dare risalto ad un colore nelle vostre collezioni, oppure celebrare la Pace o mettere in evidenza la causa LGBTQ: qualsiasi sia la vostra scelta, cospargete di colore le vostre pubblicazioni e istituzioni!

  5. Venerdì 17 maggio: #ExploreMW - Venerdì siate innovativi, intraprendenti e audaci, ed esplorate nuovi spazi e nuovi territori intellettuali e artistici: invitate il vostro pubblico a uscire dal sentiero battuto e a sconfinare in luoghi sconosciuti!

  6. Sabato 18 maggio: #PhotoMW - Sabato è la giornata ideale per mettere a fuoco e scattare: valorizzate la bellezza del design e dell’architettura della vostra istituzione e invitate artisti e fotografi dilettanti e professionisti a condividere le loro inquadrature!

  7. Domenica 19 maggio: #FriendsMW - Se vi serve un’occasione per organizzare un’uscita culturale con gli amici, domenica è la giornata ideale! Nell’ultimo giorno della #MuseumWeek esplorate il tema dell’amicizia - valore universale - sui vostri social, e approfittatene per proporre offerte promozionali a chi desidera farvi visita insieme agli amici o acquistare regali originali nel vostro bookshop!


LA CAUSA

Il posto delle donne nella società è importante come quello degli uomini ma ancora troppo spesso non è riconosciuto come si deve. Ecco perché il mondo delle istituzioni culturali si riunisce intorno alla Causa delle donne nella Cultura (ieri, oggi, domani) in occasione della sesta edizione della #MuseumWeek. Un omaggio alle donne dell’Arte, della Storia, delle Scienze, delle Lettere... sotto l’egida dell’hashtag #WomenInCulture.

Innanzitutto, per rendere omaggio alle donne ingiustamente dimenticate dai libri di storia e che meritano di essere conosciute dal grande pubblico. Poi per celebrare le donne che rappresentano la linfa del mondo culturale di oggi: artiste, professioniste di un’associazione o istituzione culturale, mecenate o artigiane. Infine, per sottolineare l’importanza dell’istruzione delle ragazze: come i ragazzi, anche loro devono poter sognare di diventare artiste, filosofe, scienziate...

Ecco quindi il tema principale della #MuseumWeek 2019, il motivo conduttore dell’intera settimana. Come si partecipa al movimento #WomenInCulture? Organizzando ad esempio photowalk, passeggiate fotografiche, concorsi, meetup, instameet, performance artistiche o editathon al femminile!

N.B. Gli eventi organizzati per questa causa possono iniziare anche dopo la #MuseumWeek 2019: #WomenInCulture è un movimento destinato a durare!

Per maggiori info: museum-week.org


La #MuseumWeek sui social media:

*

La #MuseumWeek è sostenuta da UNESCO & Fondation CHANEL

museum-week.org

Il nostro weekend insieme a @WhatItalyIs & @TravelOnArt

Testo: Matilde Amendola - Foto: Matilde Amendola e Joana Mendes

La scorsa settimana (sabato 27 e domenica 28 aprile) abbiamo inaugurato la nostra stagione eventi 2019 con il “LABORATORIO PER UNA NUOVA NARRAZIONE DEL #BORGOMUSEO”: un weekend formativo organizzato da CCT-SeeCity per conoscere come si raccontano borghi e musei attraverso il web e i social media. Gli ospiti che ci hanno accompagnato sono stati What Italy Is e Travel On Art. Un’esperienza davvero interessante ed utile per i partecipanti, e ovviamente anche per noi che ci occupiamo di raccontare al mondo il Borgo Museo di Pistoia.

Vuoi sapere cosa è accaduto? Continua a leggere!


COME SI RACCONTA UN BORGO

Sabato 27 — All’arrivo dei partecipanti e di Giuseppe Mondì (cofondatore della community di storytellers What Italy Is, attiva soprattutto su Instagram), la Pro Loco di Castagno ha offerto caffè e dolcetti cucinati dalle donne del paese. Un piacevole inizio di una bellissima e calda giornata primaverile. Aldo Romagnani (presidente della Pro Loco) ha poi guidato la visita al borgo: abbiamo così appreso la storia di Castagno, anticamente paese di taglialegna, costruito in pietra con le rovine di un Castello che non esiste più.

Ci siamo inoltrati tra le strette e talvolta ripide vie del borgo incontrando alcuni “nuovi” abitanti come il fumettista Riccardo (famoso in paese anche per avere il miglior cespuglio di rosmarino dove fare la spesa), o come il pittore Pieralberto e la restauratrice Sarah che si sono trasferiti qui con i figli da pochi anni. Sono entusiasti di vivere in un luogo dove le stagioni si distinguono ancora e dove esiste un vero e proprio rapporto con i vicini di casa. Inoltre, ha raccontato Sarah: “Castagno profuma. Ogni volta che, tornando qui dalla città, scendo dall’auto, riconosco immediatamente e respiro il suo profumo. E che tramonti! E poi la notte si vedono benissimo le stelle!” - Proseguendo la passeggiata, scopriamo presto che la popolazione castagnola non è soltanto “umana”: Castagno è anche il paese dei gatti, quasi ogni famiglia ne possiede almeno uno (solo quattro sono di Sarah e Pieralberto). E se gli abitanti umani sono circa 70/80… potete immaginare!

Dopo la visita per il borgo, la Pro Loco ci ha accolti per il pranzo: tutti gli alimenti in tavola rigorosamente fatti in casa o a km 0; croccante schiacciata appena sfornata, affettati toscani, acqua dalla fontana del paese… e poi loro, i tortelli ripieni fatti a mano dalle donne del paese (con una pasta finissima ed un ripieno davvero goloso), una ricetta tipica di Castagno.

Dopo pranzo, siamo rimasti alla sede della Pro Loco per trascorrere il pomeriggio imparando “Come si racconta un borgo” con la lezione tenuta da Giuseppe Mondì di What Italy Is. I consigli di Giuseppe sono stati utilissimi per capire meglio quali strumenti utilizzare per raccontare un territorio ed in particolare come poterlo fare sfruttando la forza del visual storytelling. Oggi la velocità di scrolling sui social media è sempre maggiore, ecco perché è fondamentale scegliere la piattaforma adatta al proprio target e fornire contenuti di qualità, con l’obiettivo di “bloccare” lo sguardo pigro e distratto, e continuamente stimolato da immagini, dell’utente sulle proprie pubblicazioni. Per fare questo è necessario raccontare con veridicità, in modo lineare e con uno stile personale, perché è a questo che l’utente si affeziona. All’autenticità di un luogo deve corrispondere un racconto autentico, o viceversa: l’immagine che si vuole raccontare deve corrispondere all’identità unica del territorio.


COME SI RACCONTA UN MUSEO

Domenica 28 — Nonostante le nuvole minacciose, la mattina dopo ci siamo ritrovati ancora alla Pro Loco che ci ha nuovamente accolto con dolcetti e caffè. Dopo l’arrivo delle ospiti Anna e Anastasia di Travel On Art, siamo ripartiti in compagnia di Aldo ma stavolta alla scoperta delle opere d’arte che contraddistinguono il borgo di Castagno e che infatti dal 1975 lo rendono un Museo all’aperto. Con noi anche Simonetta Paloscia, figlia di Tommaso Paloscia, il critico d’arte a cui è dedicato il museo in quanto fondatore. Simonetta ci ha fatto rivivere i momenti della sua infanzia e gioventù trascorsi nel borgo, quegli anni in cui insieme famiglia soggiornava a Castagno nei mesi estivi. Quegli anni in cui insieme alla Pro Loco, il padre organizzava il “Premio Castagno Nazionale di Pittura”, invitando artisti che avrebbero poi donato le proprie opere al borgo (per saperne di più, leggi qui!). Aldo racconta che l’animo artistico di Castagno aveva preso vita già nel corso degli anni precedenti, gli anni ‘60 quando venivano organizzate le extempore di pittura: I premi erano modesti, in molti casi si vinceva un prosciutto. Solo molti anni dopo è stato istituito il premio in denaro. Gli artisti vincitori regalavano la propria opera alla Pro Loco.

Sebbene nel corso degli anni questa tradizione culturale sia andata perduta, sembra ci sia la volontà da parte del borgo di ripristinarla. Tra gli abitanti ci sono anche alcuni artisti: Riccardo è un fumettista, il vicino Luciano un pittore, Sarah una restauratrice e il marito Pieralberto un pittore con lo studio sulla strada sotto casa (sarà felice, dopo qualche chiacchierata, di mostrarvelo). Inoltre la Pro Loco vuole avviare un programma di residenze d’artista a partire da quest’anno (vedi la CALL for Artists).

Dopo la passeggiata per il paese, abbiamo camminato fino alla stazione ferroviaria, una fermata ancora attiva della storica linea Porrettana, che secondo Anna e Anastasia di Travel On Art è in assoluto una delle stazioni più belle in cui siano mai state! E hanno aggiunto: “la location perfetta per un film di Wes Anderson”. E come dar loro torto? Non capita spesso di visitare una stazione così immersa nel verde, dalla quale il treno passa solo qualche volta al giorno. Noi siamo stati fortunati: non appena arrivati, ecco che abbiamo scorto il treno per Pistoia uscire dalla galleria.

Dopo il pranzo alla Pro Loco (che propone sempre prodotti e ricette locali) è stato il turno della lezione di Anna e Anastasia. Esperte di comunicazione, collaborano con musei ed altre realtà culturali; oltre alla passione per l’arte abbinata al viaggio (che raccontano sul loro blog e i social media - Facebook ed Instagram), studiano piani editoriali e strategie per una comunicazione corretta ed efficace, in particolare per le realtà più piccole come il nostro Borgo Museo. Con noi hanno approfondito alcuni punti essenziali e abbiamo appreso che l’ingrediente fondamentale è la vicinanza al lettore: avere un’interazione costante con i propri lettori e offrire loro contenuti semplici ed emozionali fa emergere il lato umano del proprio museo; accogliere il visitatore partendo dal mondo digitale per accompagnarlo alla visita sul luogo. E poi abbiamo visto come alcuni format globali, eventi social come #Instameet, #EmptyMuseum e #MuseumWeek - se utilizzati in modo professionale, e magari con il coinvolgimento di storytellers esperti del settore e appassionati del tema - permettano anche ad una realtà piccola come la nostra di ampliare il proprio pubblico. Infine, ci hanno ricordato l’importanza di monitorare i dati online: analizzare i dati relativi al proprio sito web e social media, ci consente di pianificare meglio eventi e contenuti, e ottimizzare quindi il budget futuro, proprio grazie alle informazioni che abbiamo sul nostro target, o meglio, pubblico interessato al nostro museo.


Questo weekend è terminato - (grazie di cuore a chi ha partecipato!) - ma tante altre giornate ti aspettano per scoprire Castagno: se sei interessato ad una visita guidata prenota un tour oppure approfitta degli eventi in programma. Oppure… visita Castagno di Piteccio quando vuoi: il Borgo Museo di Pistoia è gratuito e sempre aperto!

Castagno di Maggio – percorsi lenti per riscoprire il #BorgoMuseo di Pistoia

In programma, nelle domeniche di maggio, quattro passeggiate a tema (La città di Pistoia, Il borgo museo, I castagni secolari, L’archeologia industriale) più un percorso notturno, nati dalla recente pubblicazione del libro guida ‘Castagno di Piteccio – Il borgo museo di Pistoia’. Previsto per sabato 29 giugno un festival con laboratori artistici per bambini, bagni in piscina, street art e kiss point, musica e altre attività. A luglio, una residenza per artisti

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Nell’anno nazionale del turismo lento, Castagno di Piteccio invita cittadini e viaggiatori a riscoprire il Borgo Museo di Pistoia attraverso quattro percorsi lenti con quattro temi diversi (La città di Pistoia, Il borgo museo, I castagni secolari, L’archeologia industriale) più uno notturno, a lume di lanterna, per festeggiare la Notte Europea dei Musei 2019. Un progetto a cura di CCT-SeeCity per la Pro Loco di Castagno, realizzato con la compartecipazione del Comune di Pistoia ed in collaborazione con Tuscany Hiking e FAI Giovani Pistoia.

LA PUBBLICAZIONE DEL LIBRO GUIDA
Il programma Castagno di Maggio è l’evoluzione dei quattro percorsi lenti mappati e proposti dal libro guida ‘Castagno di Piteccio – Il borgo museo di Pistoia’ firmato da Erika Mazzoni Wagner e pubblicato (ad aprile 2019) da CCT-SeeCity. Si tratta di un prodotto editoriale nato come tesi di laurea da un appassionato studio del territorio. Un libro guida per chi, cittadino o viaggiatore, ha la curiosità di conoscere questo antico piccolo borgo che, nel Comune di Pistoia, è anche museo a cielo aperto, contribuendo a sostenere le attività della Pro Loco che se ne prende cura.

POI UN FESTIVAL, LA RESIDENZA D’ARTISTA E IL MUSEO DIFFUSO
L'iniziativa Castagno di Maggio e il libro guida sono solo l’inizio di un progetto che vuole riavvicinare la città di Pistoia al suo Borgo Museo e rilanciare questo luogo - tanto prezioso quanto dimenticato - come destinazione turistica, meta ideale per chi ama vagare tra arte e natura.
Tra i prossimi eventi, anche un festival in programma per sabato 29 giugno: una grande festa con varie attività, laboratori artistici per bambini, bagni in piscina, street art e kiss point, musica e altre sorprese. E poi a luglio, la residenza d'artista: gli abitanti del borgo di Castagno ospiteranno uno o più artisti - selezionati attraverso la Call for Artists aperta sul sito www.castagnodipiteccio.it (fino al 1° maggio) - che in due settimane dovranno realizzare un’opera per il Museo all’aperto. La Call ha sinora raccolto oltre 100 candidature provenienti da tutto il Mondo (da Berlino, Londra, Parigi a New York; da tutta Europa agli Stati Uniti d’America, dall’Africa all’Australia, dall’India al Giappone, etc...) e a giugno saranno annunciati gli artisti invitati. Una residenza d’artista, quindi, che nasce con l’idea di ripristinare quella tradizione locale che in passato ha reso Castagno un borgo così speciale, e con l’intenzione di ripeterla annualmente. Il sogno è di arricchire ed espandere la collezione attuale (42 opere d’arte) immaginando un museo sempre più diffuso che, seguendo le strade ed in particolare la Ferrovia Porrettana, da Castagno arriva ai paesi attorno e alla città di Pistoia.

VIDEO - Grazie a TVL TVlibera per il servizio! Solo una piccola nota: qui chi parla non è Erika Mazzoni Wagner (autrice del libro guida) ma sua sorella Elena Mazzoni Wagner (fondatrice di CCT-SeeCity e curatrice del progetto).

FOTO - Alla conferenza stampa tenuta il 24 Aprile 2019 nello spazio Viabuonfanti42 a Pistoia, sono intervenuti: Elena Mazzoni Wagner (fondatrice di CCT-SeeCity), Aldo Romagnani (Presidente della Pro Loco di Castagno), Michel Bruni (guida ambientale escursionistica, fondatore di Tuscany Hiking), Susanna Bonacchi (vicereferente Gruppo FAI Giovani Pistoia) e Alessandro Tomasi, Sindaco del Comune di Pistoia. Inoltre, presenti: Simonetta Paloscia (figlia del fondatore del Museo all'aperto di Castagno, ovvero Tommaso Paloscia) ed Erika Mazzoni Wagner (autrice del libro guida 'Castagno di Piteccio - Il borgo museo di Pistoia').


CASTAGNO di MAGGIO 2019

IL PROGRAMMA dei PERCORSI LENTI

DOMENICA 5 MAGGIO - PERCORSO LENTO “LA CITTÀ DI PISTOIA”

Biciclettata dal borgo di Castagno, passando per la stazione di Piteccio, fino ad arrivare al parco di Villa Puccini. Qualsiasi bicicletta è adatta al percorso, dalla Graziella alla mountain bike. Ore 9.00, ritrovo alla stazione di Pistoia. Arrivo a Castagno e possibilità di fare colazione alla Pro Loco. Ore 11.00, discesa in bici verso Pistoia. Ore 13.30, arrivo a Villa Puccini e pranzo al sacco. Infine, visita nel parco. ISCRIZIONE obbligatoria e aperta ad un massimo di 20 persone. Tour guidato: 15 euro. Biglietto treno: 2,60 euro.

ATTENZIONE! A causa del brutto tempo, il percorso lento “La città di Pistoia” di DOMENICA 5 MAGGIO è stato posticipato a SABATO 25 MAGGIO. Il resto del programma resta invariato! 

DOMENICA 12 MAGGIO - PERCORSO LENTO “IL BORGO MUSEO”

Un percorso che esplora il museo a cielo aperto di Castagno, a fianco di una guida esperta che racconterà la storia del borgo e delle opere d’arte che custodisce. Ore 9.00, ritrovo alla stazione di Pistoia. Arrivo a Castagno e visita al borgo museo. Possibilità di pranzare alla Pro Loco, in alternativa pranzo al sacco. Ore 16.00 circa, rientro in treno a Pistoia. ISCRIZIONE obbligatoria e aperta ad un massimo di 20 persone. Tour guidato: 15 euro. Biglietti treno a/r: 5,20 euro. Pranzo al sacco oppure alla Pro Loco su prenotazione (15 euro).

SABATO 18 MAGGIO - PERCORSO LENTO “LA NOTTE DEI MUSEI”

Un percorso notturno che esplora il museo a cielo aperto di Castagno sotto le stelle e a lume di lanterna, a fianco di una guida esperta che racconterà la storia del borgo e delle opere d’arte che custodisce. Festeggeremo così La Notte Europea dei Musei 2019, con una visita in compagnia di lanterne che si accenderanno grazie all'energia solare, quelle di Liter of Light Italia. Ore 21.30, ritrovo alla Pro Loco di Castagno. Visita al borgo museo. Possibilità di cenare alla Pro Loco, prima della visita (ore 20.00). ISCRIZIONE obbligatoria e aperta ad un massimo di 20 persone. Tour guidato: 15 euro. Cena alla Pro Loco su prenotazione (15 euro).

DOMENICA 19 MAGGIO - PERCORSO LENTO “I CASTAGNI SECOLARI”

Un percorso tra i boschi intorno a Castagno alla ricerca dei suoi giganteschi castagni secolari, raccogliendo nozioni di botanica e curiosità sulla natura, flora e fauna, che circonda il borgo. Ore 12.00, ritrovo alla stazione di Pistoia. Arrivo a Castagno e possibilità di pranzare alla Pro Loco, in alternativa pranzo al sacco. Ore 19.00 circa, rientro in treno a Pistoia. ISCRIZIONE obbligatoria e aperta ad un massimo di 20 persone. Tour guidato: 15 euro. Biglietti treno a/r: 5,20 euro. Pranzo al sacco oppure alla Pro Loco su prenotazione (15 euro).

DOMENICA 26 MAGGIO - PERCORSO LENTO "L'ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE"

Un percorso che esplora le tracce intorno al borgo di una delle opere ingegneristiche più importanti dell’800: la Ferrovia Porrettana. La guida ci racconterà storia, tecnologia, curiosità di questa grande impresa. Ore 12.00, ritrovo alla stazione di Pistoia. Arrivo a Castagno e possibilità di pranzare alla Pro Loco, in alternativa pranzo al sacco. Ore 19.00 circa, rientro in treno a Pistoia. ISCRIZIONE obbligatoria e aperta ad un massimo di 20 persone. Tour guidato: 15 euro. Biglietti treno a/r: 5,20 euro. Pranzo al sacco oppure alla Pro Loco su prenotazione (15 euro).

Per info ed iscrizioni:


SITO WEB www.castagnodipiteccio.it

EMAIL castagnodipiteccio@gmail.com

TEL. +39 339 6086642


Per ulteriori informazioni:

CONTATTI

APPROFONDIMENTI

Ma cosa è un Borgo Museo?

Castagno di Piteccio è il Borgo Museo di Pistoia, in Toscana. Ma cosa è un Borgo Museo? Se ve lo state chiedendo, leggete qui! ;)

Camminando per le vie del paese è inevitabile imbattersi in vere e proprie opere d’arte: questo minuscolo e antico borgo offre una serie di affreschi e varie sculture che fanno di Castagno un museo a cielo aperto, dove le mura in pietra delle case sono praticamente pareti espositive tra scorci sul verde delle montagne pistoiesi e pezzi di cielo. Un museo quindi sempre aperto: a tutti, gratuitamente, tutti i giorni dell’anno. Ormai tanto scontato per i fortunati abitanti del borgo quanto invece incredibilmente sorprendente per ogni forestiero.

Il visitatore si accorge prima delle strutture del borgo, delle stupende pietre grigie che ancora sono gli elementi costitutivi delle case, delle architetture semplici e affascinanti; poi, a poco a poco, si avvede delle opere d'arte dislocate come un arredamento in studiata simbiosi con i muri e le viuzze senza sopraffarne l'ordine e l'estetica.” - una descrizione del critico d’arte fiorentino Tommaso Paloscia (fondatore del Museo)*

Orizzontale - scultura di Nado Canuti nella piazzetta di Castagno

Orizzontale - scultura di Nado Canuti nella piazzetta di Castagno

MUSEO ALL’APERTO DAL 1975

Castagno è un Museo a cielo aperto dal 1975 ovvero da quando il “villeggiante” Tommaso Paloscia* iniziò ad invitare artisti che, in cambio dell’ospitalità degli abitanti, dovevano lasciare qui un’opera. In totale, 12 affreschi (che ritraggono i mesi dell’anno) e 35 sculture (oggi 30): oltre 40 opere, quindi, che portano la firma di artisti di fama nazionale e internazionale.

“Un critico d'arte che da qualche anno dimorava in paese nella bella stagione, Tommaso Paloscia, aveva chiamato un gruppo di artisti toscani a rinnovare l'antico borgo con l'arte contemporanea. Il successo fu oltre le aspettative ed oggi Castagno è tra i musei che la stessa Regione invita a visitare.” - si legge nello stesso articolo di Paolo Gestri su Il Tirreno, 14 Aprile 2001

Maternità e il gattino - scultura di Giuseppe Gavazzi

Maternità e il gattino - scultura di Giuseppe Gavazzi

OLTRE 40 OPERE D’ARTE

È infatti a lui intitolato, al giornalista critico d’arte e saggista Tommaso Paloscia (Roma, 1918 - Firenze, 2005) il Museo all’aperto di Castagno. Mentre gli artisti che coinvolse e di cui possiamo ancora ammirare l’opera donata al borgo sono:

12 Affreschi - Silvio Loffredo, Giuseppe Gavazzi, Renzo Grazzini, Arnaldo Miniati, Vinicio Berti, Quinto Martini, Luciano Guarnieri, Bruno Saetti, Antonio Bueno, Fabio de Poli, Luca Alinari, Alfredo Fabbri.

30 Sculture - Mauro Vaccai, Antonio Violano, Franco Cilia, Carlo Damerini, Alessandro Righetti, Mino Maccari, Romano Battaglioli, Guido Bucci, Aristide Coluccini, Enrico Bandelli, Galeazzo Auzzi, Gino Conti, Delio Granchi, Pietro Cioni, Venturino Venturi, Jorio Vivarelli, Diana Baylon, Chiara Coda, Gino Terreni, Antonio Berti, Giuseppe Gavazzi, Quinto Martini, Nado Canuti, Marcello Fantoni, Pirzio, Vitaliano De Angelis, Romano Lucacchini, Tito Amadori.

La produzione artistica del Museo si è fermata con l’arrivo degli anni 2000 e la scomparsa (nel 2005) del suo fondatore. Il Museo è oggi sotto la cura della Pro Loco di Castagno che si sta attualmente impegnando sia per avviare un lavoro di restauro che per ripristinare la “tradizione”: da quest’anno 2019, infatti, gli abitanti del borgo ricominceranno ad ospitare alcuni artisti per arricchire ed espandere il Museo all’aperto! - Nota: Se sei Artista, c’è una CALL! Leggi qui.

Sosta - scultura di Enrico Bandelli

Sosta - scultura di Enrico Bandelli

Crocifissione - scultura di Jorio Vivarelli

Crocifissione - scultura di Jorio Vivarelli

Ecco quindi spiegato perché Castagno è un Borgo Museo. Un luogo speciale, magico e prezioso. Probabilmente il primo ma non l’unico in Italia. Tu ne conosci altri?


UN “FRATELLO” IN VALLE D’AOSTA!

Noi abbiamo scoperto che esiste almeno un altro Borgo Museo in Italia, in provincia di Aosta. Si chiama Etroubles e dal 2005 è un Museo a cielo aperto: per le vie del borgo incontriamo oltre 20 opere firmate da artisti di fama internazionale, due delle quali, aggiunte nel 2006, dedicate alla Via Francigena. Un progetto realizzato dal Comune grazie ai fondi della Comunità Europea ed in collaborazione con la Fondation Pierre Gianadda (Martigny, Svizzera). Anche qui, come a Castagno, la modernità delle opere d’arte si scontra armoniosamente con quell’atmosfera senza tempo tipica dei borghi di montagna.

24 Likes, 0 Comments - Simone Nava (@simone.nava.74) on Instagram: "ValledAosta#Etroubles#Borghipiubelliditalia#viaFrancigena#italy"

13 Likes, 0 Comments - Omar Schiavoni (@omar.schiavoni) on Instagram: "#arts #valledaosta #aostavalley #igervalledaosta #ig_valledaosta #etroubles"


IL PRIMO BORGO MUSEO IN ITALIA

(almeno fino a prova contraria)!

Chissà se esistono altri Borghi Musei oltre a Castagno in Toscana ed Etroubles in Valle d’Aosta, chissà quanti sono e chissà dove si nascondo!! È molto probabile però che per età, o meglio data di fondazione, Castagno di Piteccio (Comune di Pistoia) sia il primo Borgo Museo d’Italia.

Fin dai primi anni ’70, è stato un luogo di produzione artistica. Tra le varie iniziative, ricordiamo ad esempio il “Premio Castagno Nazionale di Pittura”, promosso dallo stesso Tommaso Paloscia. E poi quella che ha dato origine al Museo vero e proprio: l’edizione speciale del 1975, anno in cui sono stati invitati dodici artisti a rappresentare i 12 mesi dell’anno realizzando gli affreschi che sarebbero rimasti esposti sui muri in pietra dell’antico borgo. Negli anni seguenti, questo primo nucleo del Museo all’aperto si è ingrandito con oltre trenta opere di vari scultori che, come i dipinti, sono diventate parte integrante delle piccole piazze e strade del borgo.

Agosto - affresco di Bruno Saetti

Agosto - affresco di Bruno Saetti

Settembre - affresco di Antonio Bueno

Settembre - affresco di Antonio Bueno

Oppure ci sbagliamo a vantarci di questo primato? Per caso conosci un Borgo Museo che ha preceduto nella storia Castagno?! A prescindere dall’anno di fondazione, siamo comunque molto curiosi di scoprire altri “fratelli” in Italia e nel Mondo! Quindi ti invitiamo ad inviarci eventuali segnalazioni. Saremo felici di raccontare e condividere altre storie di borghi come il nostro, ovvero con la nostra stessa evidente passione per l’Arte a cielo aperto! Arte che così è davvero patrimonio di tutti.

P.S. Per inviarci la tua segnalazione, puoi commentare questo post, contattarci sui social media oppure inviare una mail a castagnodipiteccio@gmail.com - GRAZIE di cuore in anticipo! CdP team

C’era una volta il Castello di Castagno. E la Regina Ansa!

Ripercorrendo la storia di Castagno di Piteccio, a partire dalla sua origine, non possiamo che imbatterci subito nella figura di Ansa, l’ultima regina dei Longobardi.

È proprio qui, a circa due chilometri dall’attuale borgo, in una zona che nell’800 prese il nome di Saletto, che un tempo si trovava il Castello (di cui oggi restano poche tracce visibili) in cui risiedette Ansa. Ma perché una regina longobarda e tanto importante soggiornò tra le colline e montagne pistoiesi?

Una ricognizione della zona ha rivelato le tracce di un’antica costruzione, con un grande bastione a forma quadrangolare e la base di u torrione longobardo. Nel catasto granducale, la zona è segnata col nome di Saletto. Sulla mappa catastale del 183…

Una ricognizione della zona ha rivelato le tracce di un’antica costruzione, con un grande bastione a forma quadrangolare e la base di u torrione longobardo. Nel catasto granducale, la zona è segnata col nome di Saletto. Sulla mappa catastale del 1835, graficamente riportata qui sopra, è segnato a sinistra il paese di Castagno e poco più in alto, a destra, il Castello di Castagno (a circa due chilometri di distanza dal borgo, nella zona di Saletto).

 

LA REGINA ANSA

Uno degli ambiti in cui la regina operò fu quello, tradizionale, del culto religioso. In particolare, insieme al marito Desiderio, controllava direttamente l’intera rete di complessi monastici in Lombardia, Emilia e Toscana. Specificamente nel territorio attorno a Castagno esistevano dei Monasteri Ospizio fondati in quell’epoca dal medico pistoiese Gaidualdo. Ma l’influenza della regina non finisce qui: nel 753, Desiderio promosse la fondazione del monastero di San Salvatore a Brescia, voluto soprattutto da Ansa, della cui comunità femminile divenne badessa la figlia Anselperga.

Molte informazioni su questa figura vengono fornite da Paolo Diacono: monaco, storico e poeta di origine longobarda. Il monaco dedicò un epitaffio in versi ad Ansa, definendola «bellissima» e sottolineando il suo intervento determinante durante il regno del marito non solo in ambito religioso ma anche politico: il suo ruolo nella politica matrimoniale rafforzò, nel contesto europeo, la posizione della monarchia longobarda. La figlia Adelperga venne promessa in sposa ad Arechi, che fu imposto come duca a Benevento, mentre un’altra figlia, Liutperga, sposò il duca di Baviera Tassilone. Infine, la terza figlia, il cui nome non è indicato dalle fonti del tempo (rinominata successivamente “Ermengarda” da Alessandro Manzoni), sposò Carlo, non ancora Magno, re dei Franchi. La coppia occupò dunque una posizione prestigiosa nell’aristocrazia bresciana.

La figura di Ansa rappresenta un passo avanti rispetto al concetto di regalità femminile. La sua forte influenza era sottolineata anche nella documentazione notarile del tempo: alla regina venivano ormai attribuiti titoli - declinati al femminile - un tempo riferiti al re: «excellentissima», «reverendissima», «felicissima». ­­

Dopo la caduta del regno longobardo ad opera di Carlo Magno, Ansa si rifugiò insieme al marito in Francia. La tradizione vuole che si trovi oggi sepolta nella basilica del monastero di San Salvatore in una tomba decorata da mosaici.

 

IL CASTELLO DI CASTAGNO

Purtroppo il Castello di Castagno - dove Ansa soggiornò durante il suo periodo trascorso in Toscana - venne distrutto nel XV secolo per circostanze ancora poco chiare. Il Castello ebbe comunque un ruolo fondamentale per la storia e per l’identità dell’attuale borgo: le sue rovine, infatti, furono utilizzate per la costruzione del primo nucleo abitativo del paese che ancora oggi vediamo e conosciamo come Castagno di Piteccio. Trasportate in quella che prima veniva chiamata la Villa (un’area intorno alla fortezza dove viveva la comunità che coltivava il terreno), le pietre servirono così ad ergere nuove mura e case dove oggi possiamo “leggere” il passato: qua e là per il borgo sono evidenti varie incisioni, alcune riportano simboli medievali, altre testimoniamo la fondazione del paese attorno al 1600 circa.

E In un certo senso, come le pietre di questo castello, anche la regina ANSA ebbe un ruolo di “fondatrice”: con la sua attività politica, contribuì a stabilizzare il popolo longobardo in Italia per quasi mezzo millennio, fino all’invasione franca. e la storia, infatti, non l’ha dimenticata.

Il #BorgoMuseo di Pistoia è online e social! :)

Da oggi - 19/02/2019 - il #BorgoMuseo di Pistoia (in Toscana), è ufficialmente online con questo sito web e presente sui social media: Facebook + Instagram + Twitter.

Condivideremo storie per persone curiose, eventi culturali per amanti dell'arte e della natura, bellissime passeggiate per autentici esploratori, esperienze uniche per viaggiatori appassionati, progetti insoliti per menti creative, residenze per artisti e molto altro... E lo faremo coinvolgendo sempre la vera anima di questo luogo magico ed unico: gli abitanti di Castagno di Piteccio!

VIENI A TROVARCI, ti aspettiamo!! :)

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